Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Spensierati e buontemponi

Inserito il 25 Settembre 2016 alle ore 12:16 da Plinio Borghi

Spensierati e buontemponi, che passate la vita accumulando e gozzovigliando, non tira aria per voi dalle parti dell’evangelista Luca. È da un po’ che pare ce l’abbia con voi e si schieri con i poveri. Fosse ancora tra noi, l’avreste certamente annoverato fra certi movimenti e tacciato di populismo. Oggi, per stare in tema, interviene con la parabola del disastrato Lazzaro che mendicava almeno le briciole che cadevano dal tavolo del gaudente, avendo in cambio solo l’attenzione dei cani, certamente più ben trattati di lui. Si sa com’è andata a finire. Comunque Luca è in buona compagnia del profeta Amos, che lancia strali contro coloro che, presi dal gozzovigliare, non si curano “della rovina di Giuseppe”, dice Amos; in sostanza di chi sta peggio, è il senso. “Perciò andranno in esilio in testa ai deportati”, prosegue il profeta. Sembra proprio che le sacre scritture siano concordi nel condannare il benessere e nell’esaltare la miseria. Niente di tutto questo. Piuttosto, se da una parte è normale che laddove nulla e nessuno ti dà sollievo ci si affidi di più alla fede, dall’altra è altrettanto scontato che non se ne curi chi ha la mente impegnata in ben altri obiettivi, come l’accumulare ricchezze e godersele. Ovvio che la famosa frase di Gesù “è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per il ricco andare in paradiso” sia conseguente. Con ciò non significa demonizzare tout court la ricchezza, bensì il modo con il quale viene usata. Se diventa solo un fine, il cervello ne risulterà obnubilato; se invece è il mezzo per condividerla con chi ha meno, ci si accorgerà più agevolmente che può diventare anche un buon veicolo per il Regno dei cieli, come si diceva la volta scorsa. Nemmeno è scontato che il diseredato abbia a priori la strada spianata: nessuno auspica un mondo o una vita di stenti, anzi, tutti si devono dar da fare per valorizzarla al meglio, anche se non sempre ci si riesce e non sempre per colpa nostra. Un bel monito ci viene da San Paolo in dialogo con Timoteo. Dopo aver denunciato l’atteggiamento dei dissoluti, aggiunge oggi: “Tu, uomo di Dio, fuggi da queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla mitezza. Combatti la buona battaglia per la fede…”. Se sprechiamo la nostra vita, siamo tutti dei dissoluti, ricchi e poveri, e avremo perso l’occasione per combattere la buona battaglia per la fede, per raggiungere la vita eterna alla quale tutti siamo stati chiamati.

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