Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Madre Teresa di Calcutta

Inserito il 2 Ottobre 2016 alle ore 11:33 da Plinio Borghi

Madre Teresa di Calcutta, come ci ha suggerito di continuare a chiamarla Papa Francesco anche dopo la sua canonizzazione, fra i moniti che ci ha lasciato c’è anche quello famoso e bellissimo che si riassume in due parole: anche se ti criticano mentre stai facendo ciò che è giusto, vai avanti e continua a farlo. Guai se lei si fosse fermata sotto la caterva di critiche che le sono piovute da fuori e da dentro la Chiesa! Critiche che non difettano ancor oggi di incremento, perché santi così danno fastidio e la memoria delle loro opere, che mettono sotto accusa tutta la tua pigrizia e la tua ignavia, è troppo recente per non sentirne il peso. San Paolo oggi riprende in sostanza lo stesso argomento e dice a Timoteo: “Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro”. Credo che il problema più grosso che stiamo vivendo come cristiani, soprattutto nel nostro opulento occidente, sia tutto qui: nella migliore delle ipotesi temiamo di dimostrarci tali e nella peggiore ci vergogniamo di esserlo. Per fortuna non abbiamo ancora perso del tutto la consapevolezza del “buon deposito dello Spirito Santo che abita in noi” (sempre S. Paolo) e siamo anche in grado di vedere le cose che saremmo tenuti a fare, ma ci manca il coraggio. Cadiamo così in balia degli avvenimenti quotidiani, affrontiamo il flusso di migrazioni improvvisando di tutto, fuorché un’accoglienza degna di questo nome, subiamo l’aggressività degli altri, che si rendono conto del nostro ventre molle e ne approfittano, reagiamo in un modo scomposto, che nulla ha a che vedere con la forza che ci deriverebbe dalla nostra fede, in grado di vincere il mondo, come recita il salmo responsoriale di oggi. Non siamo nemmeno più quei servi “inutili” richiamati dal vangelo, perché non facciamo quello che siamo tenuti a fare. La prima lettura, in linea con l’argomento, conclude così: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”. Non mi verrete a dire che i jihadisti, mentitori e fanatici, han l’animo retto e che noi siamo destinati a soccombere!? Certo che se l’arma più forte che possediamo è spuntata, ci resta ben poco margine per vincere. È ora di rivedere il nostro blando e superficiale comportamento e ciò a prescindere dai motivi contingenti. Facciamo intanto come gli Apostoli oggi e diciamo al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Chissà che almeno un pallido granellino di senapa non cominci timidamente a far capolino.

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