Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

La fede entra nella vita

Inserito il 24 Aprile 2024 alle ore 19:53 da Don Gianni Antoniazzi

La fede in Gesù Signore non è un concetto, un’idea, una serie di valori e attività previsti nei soli
giorni festivi. È un incontro di Salvezza che cambia, anche in silenzio, la vita e le scelte di tutti i giorni.

In questi giorni di pioggia qualcuno indossa indumenti impermeabili. Si va sotto l’acqua ma, deposti gli indumenti, si resta asciutti. C’è chi fa altrettanto con la fede. In alcuni momenti della settimana si prega, si partecipa all’Eucaristia, ma poi non si lascia che il Vangelo raggiunga la vita, con le sue scelte e le sue difficoltà.

Chi conta le offerte mi ha consegnato un biglietto che ha trovato nelle buste. Il testo recita così: «Signore, prego che tu possa benedire la mia attività e aiutarmi con le mie esigenze finanziarie. Prego di poter attirare più “cliente” e clienti nella mia attività. E prego di trovare un buon lavoro. Grazie per tutte le benedizioni, Signore».

La preghiera, comunque la si veda, riflette il legame fra la fede e la vita di ogni giorno. Mi unisco a quella preghiera e domando al Signore di sostenere le difficoltà quotidiane. Trovo sacrosanto legare la fede coi problemi di ogni giorno. Mi domando invece che tipo di cristiani siano quelli che, a momenti alterni, si proclamano di Cristo e poi vivono da altezzosi, opprimono i deboli, usano la violenza, ingannano la gente. Accade anche nella nostra povera Chiesa che, grazie a Dio, viene salvata dallo Spirito del Risorto.

don Gianni

Una festa per restare liberi

Inserito il 17 Aprile 2024 alle ore 15:14 da Don Gianni Antoniazzi

Cerco la libertà “ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” (diceva Dante). Spesso la storia
obbliga a scegliere un compromesso: o si vive o si è liberi. Il Vangelo, invece, dona entrambe.

Il 25 aprile si celebra la Liberazione. La libertà è la virtù più dimenticata dai cristiani. Non sono stati i fatti del 1945 a liberarci. Saremmo stati schiavi della morte, della paura, dei nostri sbagli. Invece è la Pasqua di Cristo a renderci persone libere fino in fondo, senza il timore della morte, senza la paura dei propri limiti, perché amati dal Padre.

Nella lettera ai Galati (cap. 5) Paolo scrive: Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. Il grande patriarca Athenagora ripeteva che “il cristianesimo è la religione della libertà. Se Cristo ha rifiutato di mutare le pietre in pane, se ha rifiutato di scendere dalla croce, fu per stabilire in modo definitivo la nostra libertà. La libertà è l’essenza del messaggio evangelico. La fede non soltanto ci libera – dalla paura, dalla morte, dalle potenze e dai potenti del mondo – ma è l’atto supremo della libertà”.

Il Vangelo non è un’educazione della libertà, nel senso: una serie di consigli e di regole da rispettare per stare in equilibrio nei limiti della nostra vita. No: il Cristianesimo è un’educazione alla libertà, cioè a vivere da uomini liberi e liberati.

Pensiamo alla cosiddetta parabola del Figliol prodigo. Scappa perché ritiene che in casa non ci sia una libertà adatta a lui. Diventa più schiavo di prima. Torna rassegnato dal padre solo per fame. Scopre finalmente che in casa si è davvero liberi e anche si sta nella festa. Se prima scappava era per l’idea che lui si era fatto del padre. Tutte le altre libertà umane sono cosa troppo povera rispetto al Vangelo.

don Gianni

Il Papa a Venezia

Inserito il 11 Aprile 2024 alle ore 14:29 da Don Gianni Antoniazzi

La diocesi di Venezia accoglierà papa Francesco domenica 28 aprile. Verrà per inaugurare il padiglione della Biennale, visitare le carcerate, incontrarsi coi giovani e celebrare l’Eucaristia. È un dono di grazia.

Cari amici, già sappiamo che domenica 28 aprile papa Francesco verrà in visita a Venezia. Resterà in città soltanto qualche ora, ma è ugualmente un dono per ravvivare la fede nel Signore Gesù.

Papa Francesco compie tre tappe: la prima alla Giudecca, nel carcere femminile, poi alla Salute dove incontrerà i giovani, quindi in Piazza San Marco per la celebrazione dell’Eucaristia.

Il 4 aprile, abbiamo ricevuto una mail per la partecipazione di 20 giovani all’incontro della Salute. Lunedì 8, nel pomeriggio, è arrivata una seconda mail dove si rendono disponibili 107 posti per partecipare all’Eucaristia in Piazza San Marco. Dobbiamo rispondere entro domenica pomeriggio 14 aprile. Vi riporto il testo nelle pagine di lettera aperta della settimana: molti leggono in anticipo lettera aperta e possono passare parola così da decidere se venire o meno. Chiaro che a San Marco si partecipa a titolo di rappresentanza e si prega per la comunità intera.

Attenzione: Vallì (solo Vallì) riceve le iscrizioni domenica mattino, in segreteria, dalla fine della Messa delle 9:30 all’inizio della Messa delle 12:00.

Ricordiamo che domenica 28 le S. Messe in parrocchia sono comunque garantite. Pregheremo perché l’incontro col Pontefice possa aiutarci anche nell’incontrare il Risorto.

don Gianni

Le celebrazioni pasquali

Inserito il 4 Aprile 2024 alle ore 12:40 da Don Gianni Antoniazzi

Abbiamo celebrato la Settimana Santa e la Pasqua. Scrivo qualche considerazione perché ciascuno faccia le proprie valutazioni. La comunità ha celebrato il Risorto con grande vitalità. Peccato per chi è andato via.

Scrivo qualche indicazione sui giorni della Settimana Santa e sulla Pasqua che abbiamo trascorso a Carpenedo anche per farne partecipi le persone che hanno profittato del “ponte” per fare qualche giorno di vacanza con la famiglia.
Premessa: solo il Signore conosce davvero la vita di ciascuno e Lui solo sa se, in questa Pasqua, qualcuno ha avuto un cammino di fede.

Intanto grazie. È necessario cominciare da qui: grazie ai molti che hanno lavorato senza sosta perché la Settimana Santa e la Pasqua fossero celebrate con cura. Grazie al gruppo delle pulizie che più volte ha dovuto riassettare la chiesa, grazie a chi ha preparato i fiori, le tovaglie, gli arredi, grazie ai chierichetti, ai lettori e ai ministri dell’Eucaristia. Grazie ai cori che hanno sostenuto col canto la preghiera di tutti (ci accorderemo meglio per la Messa delle 9:30 del giorno di Pasqua che di solito è davvero molto festosa). Grazie ai molti che hanno seguito la liturgia in ogni aspetto e hanno curato anche le questioni tecniche per le amplificazioni esterne (Via Crucis e processioni). Grazie anche al caro don Fausto Bonini che si è aggiunto alla nostra preghiera. Ne siamo stati onorati.

Più del previsto. Nei giorni precedenti molte famiglie sono partite da Carpenedo per recarsi da parenti, amici o raggiungere le seconde case. Tanti sono anche gli anziani che preferiscono seguire le liturgie alla televisione. L’impressione però è che ci sia stata più gente di quanto ci si potesse aspettare. Per esempio: la sera di Pasqua è stata una sorpresa vedere la chiesa piena in ogni suo spazio.

Incontro col Risorto. La Pasqua non celebra soltanto la Risurrezione del Signore ma, più ancora, il nostro incontro personale (e comunitario) con Cristo Signore. Questo incontro è avvenuto? Stando ai colloqui personali in molti casi c’è stata la grazia di questo dono: se così fosse rendiamo grazie al Signore.

Veglia troppo ricca? Don Vincenzo mi ha fatto notare che la celebrazione della Veglia è stata fin troppo ricca: liturgia del fuoco e del cero, canto dell’Exsultet e letture; liturgia dell’acqua, battesimi, cresime, comunioni e celebrazione della Messa. Si è forse dato poco spazio a qualche aspetto? Da parte mia ritengo che la Veglia sia la celebrazione dei “Sacramenti pasquali”, cioè del Risorto e della Vita dell’Eterno lasciata in dono a ciascuno. La Veglia dovrebbe celebrare questo più che i singoli elementi di cui è composta. Già così la celebrazione è durata oltre un’ora e mezzo: non credo si potesse dare ulteriore spazio ad ogni singolo aspetto. I lettori mi riferiscano pure le loro opinioni quando vorranno.

Confessioni. In tutti gli orari indicati, in chiesa c’è sempre stato almeno un sacerdote per le confessioni. Ho da notare che, per quanto mi riguarda, ho confessato più degli anni scorsi. Le ore che ho trascorso in chiesa sono state completamente occupate nel sacramento della Riconciliazione. Serve qui far presente che anche i nostri giovani si sono confessati molto più che in passato: quando c’è stata la loro liturgia penitenziale, quasi tutti hanno voluto accostarsi al sacramento. Ringrazio tanto gli educatori.

Via Crucis. La Settimana Santa è composta anche da riti tradizionali. La Via Crucis è uno di questi. È stata frequentata a sufficienza? Per qualcuno sì, per altri no. All’ultima stazione abbiamo riempito la chiesa: eravamo però in due parrocchie. Per la strada pochissima gente ha espresso segni di partecipazione (un lumino, una luce…). Insomma: se vogliamo continuare a ri-presentare i segni della tradizione, dovremo trovare la strada giusta per viverla in modo adatto anche ai tempi che cambiano. don Gianni

Risurrezione: c’è la prova?

Inserito il 27 Marzo 2024 alle ore 18:34 da Don Gianni Antoniazzi

La liturgia pasquale rivive la Risurrezione del Cristo e annuncia la nostra. È un gesto sentimentale, una speranza poetica o si tratta anche di un fatto storico, documentato, annuncio di un avvenire certo per tutti?

Stavo cercando un’immagine del Risorto per la copertina di Pasqua (di lettera aperta, NdR) e mi sono imbattuto nel sito dell’Unione Cristiani Cattolici Razionalisti. Costoro elencano “10 prove della risurrezione” e, nonostante si tratti di un tema articolato, le espongono con semplicità. Chi può legga.

Attenzione, però, a non giocare con le parole. Non si tratta di 10 “prove”. A casa mia le prove sono dei fatti inconfutabili come un esperimento compiuto in laboratorio, ripetibile più volte. Le “prove” hanno la forza di obbligare le opinioni degli altri. Noi invece crediamo che Cristo risorto vive ora sul versante di Dio. Egli non è più schiavo dello spazio e del tempo. Dunque: nessuno può vederlo o afferrarlo come si vede o si afferra un gatto. Non si può verificare il Risorto con gli strumenti di un laboratorio: quelli sono tarati per registrare solo i fenomeni naturali.

Anche i Vangeli riconoscono che tutti hanno sempre avuto difficoltà nel riconoscere il Risorto e hanno conservato qualche dubbio. Se vogliamo essere razionalmente onesti, più che di “prove” si può parlare di “indizi di risurrezione”. Se potessimo “provare” con gli strumenti umani che Cristo è vivo, egli non sarebbe Risorto, ma starebbe ancora sotto i limiti della nostra condizione.

L’unico riscontro possibile sta nel fatto di incontrarsi personalmente col Signore Gesù, vivente oggi. Non sarà un incontro facile da spiegare agli altri e sarà come per i discepoli fra mille incertezze, nel rispetto della nostra libertà. Qui è il caso di dire: “chi cerca trova”.

don Gianni

Prendere parte alla Pasqua

Inserito il 20 Marzo 2024 alle ore 19:51 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica, 24 marzo, inizia la Settimana Santa, la più importante per chi fa riferimento
a Cristo Signore. Riviviamo nel mistero la grazia della Pasqua, di morte e redenzione.

Don Vincenzo ricorda che, ai suoi tempi, in ogni settimana di Quaresima c’era la Via Crucis per le strade di Carpenedo con grande partecipazione di gente. Passati gli anni ’50, la tradizione declinò rapidamente. Fu don Armando a riprenderla, negli anni ’70. In quegli anni “ruggenti” qualcuno, dalle finestre di casa, urlava frasi come: “prete torna in canonica!”. Il parroco non dava peso a quelle parole anche perché fra i parrocchiani non mancava l’entusiasmo nella fede.

Noi viviamo in tutt’altra epoca. Siamo nel tempo degli spettatori. Chi ha fede preferisce talora seguire la Settimana Santa alla televisione. Chi non ha fede preferisce guardare altri programmi ma non interviene sulla vita del quartiere.

Così non va. Da parte mia invito i credenti ad uscire di casa e a partecipare alla preghiera comune. Noi non facciamo “spettacolo” dei fatti pasquali, ma riviviamo e rinnoviamo la grazia della Risurrezione. Sono verbi che funzionano per coloro che condividono con gli altri la preghiera e l’Eucaristia. Poi, per chi fosse malato e impedito a partecipare, non ho dubbi che Dio troverà di certo le sue strade. Ciascuno però faccia l’impossibile per lasciarsi abbracciare dal Signore. L’obiettivo è prendere parte almeno al Triduo del Giovedì (18:30), Venerdì (18:30) e Sabato Santo (Solenne Messa delle 21:30).

don Gianni

Ormai alle Palme

Inserito il 14 Marzo 2024 alle ore 20:46 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica prossima, 24 marzo, inizia la Settimana Santa con la festa solenne delle Palme
La comunità cristiana rivive gli eventi e la grazia della Morte e Risurrezione del Signore Gesù.

Mentre l’età avanza, il tempo si fa più rapido: mi sembra di aver appena celebrato il Natale e già la liturgia propone le Palme e la Settimana Santa.

Riflettiamo dunque un istante sul tempo che scorre. Come sappiamo, le Palme cambiano data perché cadono a seconda della Pasqua. La Risurrezione si celebra nella prima domenica dopo la prima luna piena di primavera. Se, per esempio, la luna diventasse piena il sabato 21 marzo, la Pasqua sarebbe il 22 marzo, ovvero la domenica immediatamente successiva all’equinozio.

Per noi cattolici, dunque, la Pasqua oscilla tra il 22 marzo e il 25 aprile. I fratelli ortodossi, oramai numerosi nella nostra zona, fanno riferimento al “calendario giuliano” che ritarda le date di 14 giorni. Loro celebrano la Risurrezione tra il 4 aprile e l’8 maggio.

In queste date che incalzano c’è un dono di grazia. Nel tempo che passa, Gesù ci attende per rivestirci della sua vita. Durante la Quaresima abbiamo volto lo sguardo al deserto, luogo di incontro con Dio e di rinnovamento personale. Ora però, già con le Palme, l’aridità umana diventa un giardino pieno di verde.

don Gianni

La Via Crucis dei nostri giorni

Inserito il 6 Marzo 2024 alle ore 12:56 da Don Gianni Antoniazzi

Gesù non ha vissuto la sua passione soltanto nelle poche ore del Venerdì Santo. Lui è risorto “con i segni della croce”: è il modo per dire che Dio continua a condividere il dolore in ogni uomo. Non siamo soli.

La Quaresima ha le sue ricchezze.
Sottolineo la Via Crucis del venerdì alle 18:00. È un appuntamento caro alla tradizione. Dura 25 minuti. Chi vuole può restare in chiesa per la Messa successiva. In quella breve preghiera facciamo memoria dell’amore di Dio, perché ci sia chiaro che Lui continua a condividere le fatiche e i dolori di ogni persona. Ci considera suoi figli, non scappa dai nostri problemi, anzi, paga con noi la fatica, anche dei nostri sbagli.

Qualcuno, soprattutto fra gli intellettuali, sostiene che “Dio è morto” (Nietzsche) e assente dalla storia (Lévinas).
Da parte mia ho un’idea opposta. Non sarebbe difficile scrivere una Via Crucis coi drammi del nostro tempo: c’è la questione dell’Ucraina, dilaniata da potenti interessi, il dramma di Israele e di Gaza; le violenze nei poveri e la condizione dell’immigrazione. La Via Crucis moderna avrebbe le sue tappe anche in Occidente: per la nostra economia ogni anno 8 milioni di bambini muoiono di fame; con la nostra instabilità distruggiamo famiglie e togliamo ai figli la gioia di una vita serena; per la nostra superficialità e immaturità abbiamo una società triste, vecchia, grassa, indifferente a tutto. Dio ci perdoni. La lista sarebbe lunga.

Assente dalla storia non è Dio. Assente è l’uomo che non vede i problemi, ne parla, risolve poco, qualche volta fa peggio. Una preghiera nella Via Crucis ci aiuterebbe a crescere in maturità e consapevolezza.

don Gianni

Una comunità più green

Inserito il 28 Febbraio 2024 alle ore 20:35 da Don Gianni Antoniazzi

Più volte, in Quaresima, ritorna il tema del deserto: il suo valore sta nell’ascesi, nell’ascolto e nella conversione L’umanità, tuttavia, non può lasciare che il creato si trasformi in radura. I cristiani devono avere più cura del verde.

La cura dell’ambiente è un tema delicato. Riconosco che non tutti i cambiamenti climatici dipendono dall’uomo: nella storia del pianeta c’è sempre stata un’evoluzione.

È vero, tuttavia, che mai come negli ultimi 80 anni c’è stata una folle accelerazione nel riscaldamento del nostro pianeta dovuto principalmente alla nostra vita sconsiderata. Di questo passo, l’umanità potrebbe anche condannare sé stessa.

Purtroppo, nei secoli scorsi, leggendo malamente la Genesi, è passata l’idea fra i cristiani che il genere umano avesse il “dominio” sulla natura, una sorta di potere dispotico. Da decenni, invece, si è chiarito che la Scrittura ci domanda di custodire la vita e di completare nel creato il progetto del Padre: quello che porta alla bellezza.

Ogni comunità cristiana deve tenere a cuore l’ambiente.
Anche in parrocchia, dunque, sono state messe in pratica alcune attenzioni in tal senso. Mi hanno chiesto di elencare i passi compiuti e lo faccio volentieri nelle pagine di lettera aperta del 3 marzo 2024: sono il frutto della volontà di molti e li elenco solo per sostenere la sensibilità di tutti perché il lavoro comune raggiunge risultati che da soli sarebbero inimmaginabili.

don Gianni

 

Certificati dal Brasile

Inserito il 21 Febbraio 2024 alle ore 20:39 da Don Gianni Antoniazzi

Da anni la segreteria della parrocchia risponde a chi, dal Sud America, chiede il certificato di battesimo di un nonno o bisnonno emigrato da oltre un secolo. Che forse i nipoti stiano tornando a vivere qui?

I sindaci veneti di alcuni piccoli paesi di montagna si lamentano per le continue richieste di certificati anagrafici. Succede così: 150 anni fa, molti veneti hanno cominciato ad emigrare in Sud America. Oggi il Brasile conta una popolazione di 210 milioni di persone. Fra questi vi sono 30 milioni di discendenti italiani e i veneti sarebbero la metà. In un anno 12mila brasiliani, discendenti di emigrati italiani, hanno domandato ai comuni veneti la cittadinanza, facendo piombare nel caos i tribunali della Regione (Gazzettino 19/2). Secondo qualcuno i discendenti degli emigrati di un tempo stanno per rientrare nelle nostre terre.

Piano. Questa parrocchia è fra quelle che conservano documenti antichi che risalgono a prima del 1570. Da anni qualcuno del Sud America chiede il certificato di battesimo dei progenitori. L’obiettivo è chiaro: dimostrare le origini italiane. Nessuno però è mai tornato a vivere a Mestre o a Carpenedo. Tutti cercano la cittadinanza italiana ma, come insegna bene don Vincenzo, lo scopo è quello avere in mano un passaporto europeo. Il vero sogno non siamo noi, ma la possibilità di muoversi nel pianeta più liberamente, grazie al documento emesso dall’Europa. Qualcosa di analogo succede per gli immigrati dal Nord Africa: cercano di entrare in Italia con l’obiettivo però di giungere negli altri Paesi europei.

Non montiamoci la testa: i sudamericani che guardano da queste parti non vedono gente ricca di speranze. Restiamo umili: non saremo invasi, questa gente ha più vita di noi.

don Gianni

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