Disorientamento, logorio e morte…
Inserito il 7 Maggio 2017 alle ore 12:06 da Plinio BorghiDisorientamento, logorio e morte sembrano essere i soli passaggi della nostra esistenza. A parole tentiamo di dimostrare sicurezza, di volere la salute e di amare la vita; poi, di fatto, inseguiamo chimere, ci lasciamo abbindolare dal primo che ci racconta delle belle favole, pratichiamo regimi che ci consumano (inquinamento, stress, eccessi, alcool, fumo, droghe..), tendiamo a curarci (a volte poco e male) quando non stiamo bene o abbiamo qualche seria magagna e non ci preoccupiamo di mettere in atto tutte le forme di prevenzione per evitare, per quanto possibile, di ammalarci. Se non bastasse, facciamo difficoltà a vedere oltre la morte, che ci sembra soltanto l’ineluttabile punto d’arrivo, con ciò accentuando vieppiù le nostre contraddizioni: se crediamo solo in questa vita dovremmo peritarci di salvaguardarla molto meglio di come stiamo facendo! In ogni caso ci servono obiettivi più alti e prospettive di più largo respiro, che siano in grado di fornirci solide motivazioni, tali da indurci a valorizzare al massimo ogni risorsa disponibile, senza dispersioni. Qui subentra la fede, la quale, oltre a puntare molto al di là della morte naturale, ci fornisce sin d’ora le ragioni che stiamo cercando per comportarci in modo più “salubre”. Lo dicono anche i più incalliti materialisti che, in presenza di stimoli giusti, si vive meglio e, se ammalati, si guarisce più rapidamente. Noi, che abbiamo in mano la chiave sicura (il Vangelo), la vogliamo snobbare o, peggio, buttare? Oggi il nostro stesso Maestro, che prima si definisce il Buon Pastore e poi addirittura la Porta attraverso la quale le pecore si mettono al sicuro, fuori di allegoria ci comunica una certezza alla quale appoggiarsi : “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Sono le parole con le quali si conclude il brano di oggi e che ci fanno capire che la nostra salvezza non è solo un elemento di prospettiva per “un domani”, bensì è già funzionale a questa vita. Poco prima, a scanso di equivoci, aveva detto che “il ladro non viene se non per rubare, uccidere, distruggere”. Nel nostro caso “il ladro” sono i falsi riferimenti, che ci disorientano, ma anche la nostra stessa incapacità di badare a noi stessi o la protervia di voler poggiare su certezze traballanti, che non fanno che minarci. Niente paura, è sempre il tempo per recuperare: abbiamo un Pastore che non ci molla e, se ci perdiamo, ci viene pure a cercare.