Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Affaticamento e oppressione…

Inserito il 9 Luglio 2017 alle ore 11:31 da Plinio Borghi

Affaticamento e oppressione sono la conseguenza di un arrivismo esasperato, che non tiene conto dei limiti personali, ma punta sempre più in alto, alimentando così un improprio stato di tensione che finisce per sfociare come minimo nello stress, se non anche, in presenza di cocenti delusioni, nella depressione patologica. Sono sintomatologie che caratterizzano in particolare l’era moderna, nella quale si impostano i propri obiettivi in termini di rivalsa generalizzata: tutti hanno diritto a tutto; no alla meritocrazia; no a processi selettivi, con la scusa che finiscono per premiare i predeterminati (lecchini e raccomandati); si all’egualitarismo, che poi diventa sinonimo di appiattimento. E siccome è insito nella natura umana essere competitivi, va sempre a finire che la maggior parte si adagia sull’utopia, non migliora e ne esce sconfitto e demoralizzato. In un guizzo di orgoglio tenta pure di dare la colpa agli altri, al sistema o all’ambiente (lavorativo, scolastico o sociale che sia). Forse una volta poteva anche essere così, specie quando, come ai tempi di Gesù, mancava qualsiasi presupposto di partecipazione ai processi formativi e decisionali. Eppure anche allora il nostro puntuale Maestro si peritava di insegnare: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Ecco, due qualità che oggi sono pressoché assenti e soppiantate dall’aggressività e dalla presunzione. Qui non si tratta di essere schivi o permeati di falsa modestia, bensì di vivere le proprie capacità e la propria bravura con quel briciolo di mitezza e di umiltà che le rendono accettabili e riconosciute agli occhi di tutti. Sono l’unico veicolo per ottenere quell’autorevolezza che diventa vero servizio alla causa e aiuto a far sì che ognuno conti per quello che vale e sia incentivato a rendere il massimo. Sono doti che fanno luogo alla vera uguaglianza, che è l’opposto dell’egualitarismo. San Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci dice che non dobbiamo essere sotto il dominio della carne, ma dello Spirito che abita in noi, che ci rende fratelli e solo al quale dobbiamo essere tributari. Se poi nel rapportarci con gli altri qualcosa va comunque storto (e va, perché siamo anche deboli e deviati dai vizi di cui si diceva sopra), abbiamo sempre il nostro asso nella manica che è Gesù, pronto a risollevarci e a rimetterci in carreggiata: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”, ci dice al vangelo. Ciò che dovremo dare in cambio è nulla, rispetto al sollievo che senz’altro ricaviamo.

Lettera aperta del 9 luglio 2017

Inserito il 5 Luglio 2017 alle ore 20:55 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 9/7/2017. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Quanta pace in questo luogo!

Inserito il 5 Luglio 2017 alle ore 20:37 da Don Gianni Antoniazzi

Da 40 anni la casa di Gosaldo è frequentata da ragazzi della parrocchia, ma anche del vicariato e di Mestre, invece di invecchiare, questo luogo sembra corrispondere sempre più alle necessità di chi lo frequenta.

Sono iniziate le attività della parrocchia in montagna. Ora siamo a Gosaldo con i ragazzi di quarta e quinta elementare. Con noi ci sono diversi adulti e animatori. In tutto siamo una sessantina. È difficile star fermi anche solo per un momento perché le richieste sono continue. È arduo non pensare alle responsabilità: basta una distrazione e le conseguenze potrebbero essere importanti.

Tuttavia in questo luogo c’è una pace invidiabile. La casa è circondata di colline morbide, dipinte con ogni tono di verde, addossate a cime di roccia che toccano il cielo limpido. Durante il giorno i colori cambiano con vivacità: c’è la delicatezza dell’alba, la luminosità del primo mattino, l’azzurro del pomeriggio, trapuntato di nubi cotonate, il tramonto rossastro che accende di poesia i ventagli di roccia. La pace entra nel cuore, sempre. Qui l’occhio non si perde in un orizzonte lontano. Qui non arrivano i rumori della vita tumultuosa: si sentono soltanto le voci ridenti dei bambini che giocano sereni, accompagnati dai loro animatori.

La responsabilità e il lavoro non mancano di certo: non vedo nessuno che voglia sostituirmi. Quanto è diverso però questo luogo dal ritmo talora angosciante del nostro orario quotidiano!

don Gianni

È sempre una questione di priorità…

Inserito il 2 Luglio 2017 alle ore 09:24 da Plinio Borghi

È sempre una questione di priorità, qualsiasi scelta siamo chiamati a compiere nella vita. Se vogliamo sfruttare al massimo le nostre risorse, dobbiamo mettere in ordine gli obbiettivi e orientarci di conseguenza, sia che si parli di economia familiare sia che si tratti di studio, lavoro o tempo libero; il che richiede in ogni caso sacrificio: vuoi vivere alla giornata?, vuoi impostare conti separati?, vuoi studiare quel tanto che basta o non fare carriera al lavoro?, vuoi viaggiare dove ti porta il vento?, allora rinunci a scopi ambiziosi. Oppure li vuoi raggiungere?, allora sacrifichi un modo troppo slabbrato di vivere. Chi si accinge a scalare una montagna o pratica uno sport agonistico non si ferma davanti alla fatica, altrimenti è inutile! In campo spirituale vale lo stesso principio e Gesù, nel brano del Vangelo in lettura oggi, ce ne offre un esempio, all’apparenza piuttosto drastico, ma tant’è: chi ama il padre o la madre, il figlio o la figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Tu, cristiano e cattolico, credente e praticante, che hai messo al primo posto delle tue priorità? Se è benessere, famiglia, svago, divertimento, lavoro, carriera e così via, relegando Dio ad una mera formalità ricorrente e purché non disturbi più di tanto il tuo andamento, o non hai capito niente o non sei né cristiano, né cattolico, poco credente ancorché praticante. Se invece hai scelto l’Inviato dal Padre a tuo riferimento sentimentale, a Lui spetta la priorità del tuo amore e da Lui e nel rispetto di Lui ci sarà spazio per tutto l’amore che vorrai dare ai tuoi cari e al prossimo, nonché per tutte le attenzioni che fanno parte della tua vita. Chiunque cammini con te dovrà capire che al tuo fianco c’è anche il tuo Maestro e, se saprà accoglierti, accoglierà anche Lui. Per molti la tua vita così impostata sembrerà sprecata, ma il nostro Garante insiste: “Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”. È la logica stringente che ha portato anche Pascal ad esprimere la sua scommessa sulla convenienza della fede, senza contare che proprio da questa logica scaturisce la ricompensa per tutte le opere di carità che sapremo compiere: otterremo il centuplo, a partire non da quando saremo entrati nella vita eterna, ma fin da ora. La prospettiva è buona, l’investimento sicuro: c’è ancora qualche tentennamento su chi debba essere la nostra priorità?

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