Inserito il 4 Agosto 2021 alle ore 16:44 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta dell’8/8/2021. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot
Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.
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Inserito il 4 Agosto 2021 alle ore 16:30 da Don Gianni Antoniazzi
è ormai da qualche giorno che alle grandi navi non è più concesso di entrare nella laguna di Venezia. Sembra che il comitato che faceva opposizione alla loro presenza abbia conseguito un risultato definitivo.
Questo articolo non è di destra o di sinistra. Qui non si discute se sia possibile risollevare o meno le sorti di Venezia. La questione è diversa.
È nato il comitato “no grandi navi” che si affianca ai tanti altri no di questa povera Italia: no Tav, no Vax, no Green Pass… e via dicendo. Una lista senza fine. Dire no è facile. Si tratta però di un atteggiamento lontano dal Vangelo. Sarebbe piuttosto importante saper formulare un sì forte e stabile.
L’apostolo Paolo ricorda ai suoi cristiani che Cristo è sempre stato un sì al Padre e agli uomini. È il sì che edifica e costruisce vita. La semplice protesta, pur se ottiene un risultato, non allevia di un grammo il peso del vivere.
Quanto sarebbe importante, invece, proprio in questi anni, indicare una strada a Venezia, un futuro. Quanto sarebbe importante una strada credibile e alternativa alla Tav o al vaccino contro il Covid-19. Invece no: la nuda protesta si arrende non appena si tratta di edificare una realtà feconda.
C’è dunque una proposta da sottolineare: a Mestre sta prendendo piede il gruppo “dialoghi per la città”. Si muove in modo diametralmente opposto alla semplice protesta. È lo sforzo per creare una mentalità responsabile per la vita della propria zona. A breve ricorderemo il suo calendario, Covid-19 permettendo.
don Gianni
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Inserito il 1 Agosto 2021 alle ore 10:00 da Plinio Borghi
Non di solo pane vive l’uomo. L’ha detto Gesù al diavolo che lo tentava durante il digiuno nel deserto. Ed è incontestabile, anche se poi, come dicevamo la settimana scorsa, è il cibo che monopolizza la maggior parte della nostra attenzione. D’altronde anche il nostro Maestro, quando l’ha detto, si stava sottoponendo a una dura prova per rinunciarvi. Ciò non toglie che la nostra mente non deve essere obnubilata solo dalla preoccupazione a senso unico. Provate a immaginare una vita impostata unicamente sul ciclo vizioso della sopravvivenza: da suicidio. Nemmeno nel mondo animale si può ipotizzare una cosa simile: quanto meno uno spazio alla riproduzione ci vuole e ci sta. L’uomo va oltre: ha bisogno di spiritualità, di nutrizione della mente, di ricerca della verità, di risposte ai problemi esistenziali, di giocosità, di evasione e avanti di questo passo. Ovviamente “in corpore sano” e non a caso Dio ha mandato agli israeliti che vagavano nel deserto in condizioni precarie una buona dose di manna e di quaglie affinché si saziassero e la smettessero una buona volta di borbottare che “si stava meglio quando si stava peggio”, come ci riferisce la prima lettura di oggi. Se poi leggiamo la pericope del Vangelo, dopo ha fatto ben di più: ha inviato il suo stesso Figlio vuoi per riscattarci dal peccato, come aveva promesso, vuoi per fornire al nostro spirito, alla nostra anima, quel nutrimento necessario per ottenere riscontro a tutte le domande che ci assillano, siano esse di natura metafisica che materiale. Sì, perché la lieta novella che il Messia è venuto a consegnarci assolve il duplice scopo, con una “leggera” differenza: ciò che ottennero i nostri padri nel deserto non li preservò dalla morte mentre il cibo che ci fornisce il Salvatore ci garantirà la vita eterna e se ne mangeremo non avremo più fame. Lo dice Egli stesso alla folla che lo inseguiva solo perché saziata miracolosamente: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. E alla fine, dato il disorientamento generale, è più esplicito: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” Quindi non si riferisce solo a sé stesso come Eucarestia, ma anche come Parola di vita, il Verbo di Dio appunto che si è fatto carne. Qui non c’è molto da tergiversare né ci sono distinguo da fare: se desideriamo saziarci sotto ogni aspetto, dobbiamo attingere alla fonte giusta.
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