Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Una gratitudine molto… gretta

Inserito il 9 Ottobre 2016 alle ore 11:14 da Plinio Borghi

Una gratitudine molto… gretta contraddistingue in generale i nostri rapporti, compresi quelli con Dio. Di converso siamo molto prodighi di rivendicazioni, di convinzioni che tutto ci sia dovuto, di preci e suppliche quando vorremmo più attenzione e di recriminazioni quando le cose non vanno nel verso giusto: ovvio che se il colpevole non è nel nostro entourage, a farne le spese in prima battuta è proprio il Padreterno. Per fortuna il nostro Creatore è molto paziente e misericordioso, conosce di che pasta siamo fatti e glissa sulle nostre reazioni scomposte. Quel che però lo infastidisce e non sopporta, e ce l’ha fatto capire in mille modi, è l’indifferenza, la tiepidezza (nell’Apocalisse fa dire a Giovanni che i tiepidi li rigetta dalla sua bocca). Oggi ci è offerta un’altra di quelle occasioni: dieci lebbrosi lo implorano e vengono guariti mentre si accingono a presentarsi, su invito di Gesù stesso, ai sacerdoti, ma uno solo e per giunta samaritano torna indietro a ringraziare. Il Maestro non ha agito per ottenere riconoscenza, non sarebbe nella sua logica, ma ciò non toglie che gli fosse dovuta. Infatti, la sua reazione sembra quasi stizzita: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?” Qui segue una frase che indica il tipo di gratitudine al quale saremmo tenuti, quando le cose ci vanno bene e invece diamo tutto per scontato: “Non si è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?” La nostra grettezza è proprio così: non ringraziamo nemmeno quando otteniamo qualcosa su richiesta, figuriamoci in presenza di tutto ciò che ci deriva gratuitamente. Peccato che la vera salvezza non dipenda tanto dallo stato di salute o di benessere quanto da come ne saremo riconoscenti. Tant’è vero che l’epilogo dell’episodio di oggi è nella frase di congedo del Messia: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato!” Se ne deduce che agli altri nove non sia stato concesso altrettanto. Va da sé che la lode a Dio non si esprime solo a parole, bensì a gesti concreti, suggeriti dallo stesso Vangelo, senza bisogno di lambiccarci il cervello per stabilire priorità. Per vincere la ritrosia, cominciamo intanto a renderci conto che tutto nella quotidianità è un dono, anche i disguidi, e magari rispolveriamo in apertura di giornata quella bella e semplice preghiera che ci è stata insegnata da piccoli: “Vi adoro, mio Dio, vi amo con tutto il cuore. Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte …”.

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