Inserito il 30 Giugno 2014 alle ore 08:19 da Redazione Carpinetum
Bisogna prestare attenzione perché dal 1° luglio fino al 31 agosto entrerà in vigore l’orario estivo delle Sante Messe, che pertanto alla domenica saranno celebrate alle ore 8.30, 10.00, 11.30 e alle 18.30. Alle 9.00 la messa sarà celebrata anche in monastero e alle 10.00 in cimitero.
Restano invariate le Messe della sera alle 18.30 tutti i giorni.
Questo orario durerà per tutta l’estate.
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Inserito il 29 Giugno 2014 alle ore 12:54 da Plinio Borghi
Vacanze sì, vacanze no, vacanze se… No, non sto scimmiottando Elio e Le storie tese con la sua “Terra dei cachi”, ma tant’è che la festa dei santi Pietro e Paolo introduce l’argomento di una certa attualità, anche per coloro che sono presi dagli esami, che non vedono l’ora di superare l’ultimo ostacolo e vi aspirano con senso liberatorio. Si dirà subito che non tutti se le possono permettere. Errore! Se il riferimento è alla tipologia, è chiaro che la gamma è molto varia, ma la vacanza come tale è una scelta, che di solito trova spazio durante il periodo estivo, favorita in primis dalla chiusura delle scuole e poi anche di gran parte delle attività produttive. Il minimo che va comunque previsto è che si stacchi l’interruttore della routine e ci si rivolga ad altro. Chi preferisce rinunciare è chiaro che non ha giustificazione e danneggia sé stesso, col rischio che poi si debba fermare per cause di forza maggiore. Tanto vale anche per il riposo settimanale, al quale di norma si dedica la domenica. Oggi come oggi siamo anche più agevolati, se vogliamo approfittare per partire verso luoghi ameni a trascorrere la pausa che ci prendiamo, perché abbondano la varietà di offerte e le facilitazioni di accesso, cose che un tempo la maggioranza di noi si sognava: bene che andasse c’era la colonia per i bambini (la mia prima esperienza è stato un mese a San Giuliano: partenza in corriera il mattino e ritorno alla sera) e un po’ di tranquillità per gli adulti senza i bambini di torno. C’è tuttavia una condizione perché una vacanza sia utile: dev’essere rigenerante sotto tutti i punti di vista, compreso quello spirituale. Se torniamo più stressati e poco ricaricati, è stato tutto vano. Su cosa fare c’è solo l’imbarazzo della scelta, che include più tempo in famiglia, letture adatte, riscoperta di stimoli culturali e motori, meglio se tradizionali. Su cosa non fare, pure: innanzitutto accantonare computer, TV, cellulari e altre diavolerie che ci assillano in tempi normali. Se ci riusciremo, potremo dire di aver realizzato una vera vacanza. Invochiamo allora i santi Pietro e Paolo, che la liturgia ci presenta costretti ad una fase riflessiva in situazioni alternative un po’ particolari (imprigionati), affinché nei periodi di riposo che ci apprestiamo a godere troviamo il modo, oltre al resto, di ravvivare anche la nostra fede.
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Inserito il 29 Giugno 2014 alle ore 08:02 da Don Gianni Antoniazzi
L’estate è un tempo favorevole per l’incontro ritemprante con la natura. Servono però
attenzione, intelligenza, responsabilità. Non possiamo ignorare questo valore.
C’è una solidarietà profonda fra l’uomo e il pianeta: se uno cade l’altro va dietro. Forse la Chiesa ha compreso lentamente la tutela del creato, valore fiorito in gruppi anche lontani dalla fede. Ora però ogni comunità cristiana comprende che Dio ci ha affidato il mondo perché fossimo custodi, fedeli interpreti della vita. Vediamo lo spreco, i segni di malessere e le patologie di una società fragile.
Talora, anche al Grest per bere un sorso fanno scorrere litri d’acqua. Ma le istituzioni fanno peggio. Ho visitato un’azienda agricola moderna. Produce biogas. Impiega tonnellate di gasolio per coltivare terreni, il raccolto va nella produzione di energia. L’Enel paga questa produzione una pipa di tabacco: tutto si regge per il contributo pubblico, che ha livelli da vertigine (soldi nostri).
E intanto distruggiamo risorse e maltrattiamo la natura. Ben diverso lo stile di Gesù. Egli ammirava la natura, ne conosceva i segreti. Le sue parabole narrano di uccelli, piante, grano e zizzania, pecore e gigli. Legato al creato al punto che il sole si è eclissato alla sua morte.
Nell’estate abbiamo l’occasione per dire che non si ama solo il fratello ma anche il creato come se stessi.
don Gianni
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Inserito il 27 Giugno 2014 alle ore 19:18 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online lettera aperta del 29/6/2014. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Ricordiamo che il fondo del parroco e le meditazioni vengono pubblicate la domenica, coerentemente con il giorno al quale sono dedicate e cui spesso fanno riferimento.
La settimana prossima grazie all’impegno di Davide, un volontario della Sagra, pubblicheremo uno speciale della Gazzetta dei Carpini con un ampio reportage sull’edizione 2014.
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Inserito il 22 Giugno 2014 alle ore 12:46 da Plinio Borghi
Il regalo più bello che mai Gesù avrebbe potuto farci è stato proprio quello di donarci il suo corpo e il suo sangue come cibo, attraverso il mandato conferito agli apostoli di fare per sempre memoria di quel gesto da lui compiuto nell’ultima cena. Questo succede ogni qual volta celebriamo l’Eucaristia e trova la sua espressione più significativa proprio il Giovedì santo. La festa odierna, la cui nascita risale al XIII secolo e che è stata consolidata dopo il famoso miracolo di Bolsena, punta ad esaltare gli effetti che l’assunzione del Corpo e del Sangue di Cristo producono: prima di tutto la “simbiosi” col Salvatore stesso, quindi la “comunione” (comune unione) di tutta la Chiesa e infine la garanzia della vita eterna, dove vivremo trasformati in unità di corpo e spirito. Il processo non ha nulla di innovativo che già non percepiamo sul piano umano: entriamo in simbiosi con quello che mangiamo, il modo di mangiare ci accomuna con tutti quelli che si nutrono come noi e gli effetti si vedono; se poi il nutrimento è anche spirituale è conseguente che spirito e corpo diventino tutt’uno per sempre. La bella Sequenza che recitiamo oggi riassume in toto queste aspettative, in sintonia con tutte e tre le letture: il “fenomeno” che è annunziato dai simboli (Isacco, la manna nel deserto, l’agnello pasquale), la comunione all’unico pane sottolineata da San Paolo (noi siamo, benché molti, un solo corpo) e la inderogabile necessità di questo cibo più volte ribadita da Gesù stesso: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Domanda: a quanti momenti della nostra vita dedichiamo la nostra attenzione spasmodica? Uno per tutti, e che ci accomuna parecchio, è il campionato mondiale di calcio in pieno svolgimento; ma ce ne sono ben molti altri. Eppure riguardano situazioni effimere, che danno sensazioni temporanee destinate a dissolversi all’indomani. Perché non riservare allora un trattamento almeno analogo all’Ostia consacrata che vedremo passare in processione o non recarci di quando in quando a ricevere stimoli propulsivi ponendoci in contemplazione del tabernacolo, che racchiude l’essenza della nostra vita? Il Santo curato d’Ars l’ha sempre fatto e ci garantisce che è vero: non occorre parlare, limitiamoci ad ascoltare Lui e lasciamoci coinvolgere dal desiderio di nutrircene.
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Inserito il 22 Giugno 2014 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
Dante scrisse della sua città: “Fiorenza mia, (…) a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili”. (Purgatorio VI)
“Firenze mia, non giunge a metà novembre quello che tu tessi a ottobre”.
Le celebri parole della Divina Commedia pensate per la Firenze del 1200 calzano per la nostra Venezia attuale. Che amarezza constatare la fragilità di molti passaggi politici, sempre che i giornali ci riportino correttamente i fatti. E che sconforto sentire la rabbia della gente quando invece il Vangelo ci ammonisce che nessuno è perfetto davanti a Dio e se non ci convertiamo periremo tutti allo stesso modo. Cominciamo dunque ad essere attenti prima alle nostre colpe. Lasciatemi solo una considerazione. Orsoni ha concluso con una condanna a 4 mesi e la condizionale. Dunque: perché mai una gogna mediatica in tutta Europa? Per 4 mesi? E perché i magistrati gli hanno dato gli arresti preventivi se in pochi giorni Orsoni ha poi dimostrato la leggerezza di molte accuse? È proprio vero che a nessuno oramai interessa né il processo, né l’esito finale né tantomeno la verità. è fondamentale vincere il processo mediatico. Per la fama e qualche voto si è disposti a svendere la giustizia.
don Gianni
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Inserito il 19 Giugno 2014 alle ore 23:54 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online lettera aperta del 22/6/2014. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Ricordiamo che il fondo del parroco e le meditazioni vengono pubblicate la domenica, coerentemente con il giorno al quale sono dedicate e cui spesso fanno riferimento.
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Inserito il 17 Giugno 2014 alle ore 14:52 da Redazione Carpinetum
Il 16 giugno, durante l’ultima serata della sagra, si è svolta come da programma l’estrazione dei biglietti della lotteria.
Pubblichiamo sul sito web parrocchiale l’elenco dei biglietti vincenti e relativo premio.
Ricordiamo che i premi si ritirano in segreteria da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30.
Grazie a quanti hanno partecipato, alla sagra e alla lotteria!
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Inserito il 15 Giugno 2014 alle ore 12:43 da Plinio Borghi
La disinvoltura è un termine che, di per sé, sarebbe da ritenersi positivo, se non ne fosse preponderante l’uso negli aspetti più negativi del nostro comportamento. I fatti che a valanga stanno travolgendo in questo periodo figure istituzionali e istituzioni stesse sono la riprova di ciò: più che lo scandalo per le ruberie, che in taluni settori sembra un rito scontato (se così non fosse non servirebbero organi di controllo), più che lo stupore per il livello macroscopico raggiunto (tale da far impallidire il ricordo ancora vivo di “mani pulite”), si diffonde un senso di sconcerto proprio per la disinvoltura con la quale si è fatta man bassa di soldi pubblici e di cifre cospicue. Sconcerto che si accentua vieppiù perché gli avvenimenti ci toccano da vicino, guastando la già fragile e travagliata immagine di Venezia agli occhi del mondo intero e colpendo uomini e ambiti per certi versi vicini alla Chiesa veneziana. Mi si obietterà con la solita cantilena che nulla va dato per scontato fino alla dimostrazione definitiva della verità mediante la condanna passata in giudicato, ben sapendo che per allora la forza reattiva dei sentimenti che oggi proviamo si sarà ormai smorzata. Io mi sento di ribadire che se fosse vero anche un decimo delle accuse mosse o si arrivasse a non poterne sostenere alcuna, rimane il fatto che il sistema che si è (volutamente) messo in atto lascia spazio a questo e ben altro, a causa della presenza di meccanismi sofisticati e perversi. Concordo a tal proposito con l’aperta denuncia che il celebrante della Messa vespertina della vigilia di Pentecoste ha pronunciato a San Marco, laddove, dopo aver parlato della necessità della nostra contiguità con lo Spirito Santo, per essere costantemente illuminati nel nostro cammino di fede, ha affermato che coloro che hanno infangato la nostra Città hanno evidentemente perso questo riferimento e si sono allontanati lasciandosi trascinare dalle più allettanti perversioni del maligno. Se così non fosse, lo si dimostri cominciando a far pulizia e a rinnovare profondamente sia in sede burocratica che politica. Il mistero della Trinità che oggi festeggiamo, appunto perché ha le sue radici nel sublime amore che lega in una sola Sostanza le tre Persone, sia lo strumento per agevolare un radicale rovesciamento dei presupposti che stanno alla base dei nostri rapporti sociali.
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Inserito il 15 Giugno 2014 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
I fatti del Mose sono come tempesta sul vigneto del nostro comune.
Anche in Europa le notizie hanno avuto un’enfasi dolorosa per la nostra condizione.
Da una parte c’è fiducia nella magistratura e in questi inquirenti preparati e onesti. Dall’altra parte resta la presunzione di innocenza per chi non è condannato nei vari gradi di giudizio. Bisogna ricordare che in passato alcuni “mostri” si sono poi rivelati “angeli”. In momenti scuri del passato si è messo al rogo gente innocente e si è gridato “untore” a chiunque fosse in aria di sospetto. Vogliamo fare la stessa cosa oggi?
Occorre dunque prudenza e tempo perché la verità si faccia strada. Sono state dunque fuori luogo le urla di chi, anche lunedì in consiglio comunale, ha gridato accuse gratuite e chiesto la testa di tutti. Quelle scene ci hanno ridotto a gente senza personalità e saggezza civica. Bisogna poi distinguere la parte dal tutto. Se l’indagine riguarda il sindaco non significa che tutti siano inquinati. Anzi: il consiglio comunale meriterebbe più sostegno di prima, perché oggi è più faticoso il servizio di chi guida il bene comune. Basta dunque con questa indiscriminata caccia alle streghe.
Da ultimo. In un mare tempestoso servono uomini dal polso fermo. Già la crisi economica frena gli investimenti, anche dall’estero. Se si aggiungesse un’ulteriore crisi politica il nostro territorio andrebbe alla mercé del più furbo. È facile pensare che tanti avvoltoi stiano seduti al capezzale di Orsoni. Sia nell’opposizione che nella maggioranza ci sarà chi fa i conti per vendemmiare ora qualche voto in più. Ma a che prezzo? Venezia non ha bisogno di altri scossoni. Al contrario: è il momento in cui dovremmo serrare le fila. Ci sarebbe altrimenti un vero e proprio scempio nelle nostre già povere realtà comunali.
don Gianni
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