Buon Natale, Carpenedo
Inserito il 25 Dicembre 2011 alle ore 06:18 da Don Gianni Antoniazzi“Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dan-domi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”. (S. Agostino)
Da pochi mesi sono qui, il primo Natale a Carpenedo e, senza dimenticare il passato, già mi sento parte di una cara famiglia.
In questo giorno Santo si capovolgono molte convinzioni. Siamo abituati a pensare che Dio sia assente dalla storia.
Il Natale ci ricorda che semmai l’assente è l’uomo. Dio il suo posto l’ha preso e continua a tenerlo fra gli ultimi. L’uomo, oggi come allora, non si accorge della presenza divina: umile, dimessa, ma potente ed efficace. Non basta. Talora abdica alle proprie responsabilità, abbandona il fratello bisognoso, dà spazio all’odio, dimentica l’amore e si assenta dal suo ruolo.
Ci siamo abituati al fatto che Dio conta, in tutti i sensi: è potente, per definizione, e viene per misurare i fatti della storia.
A Natale invece è Lui che viene a farsi contare dall’uomo: la sua famiglia, ubbidiente al censimento, va e fa registrare il bambino. È, dunque, al nostro servizio fin dal principio.
E un ultimo fatto c’è da notare. Anch’esso è un piccolo rovesciamento. Il Natale era una preziosa trovata pubblicitaria. Qualcuno scriveva che da un punto di vista commerciale, se non ci fosse stato lo si sarebbe dovuto inventare. Ebbene sembra che l’aspetto economico si stia riducendo.
Sempre più “chi non ha imparato a trovare il Natale nel cuore, non lo trova sotto un albero” (Charlotte Carpenter). E sembra che i discepoli del Signore Gesù tornino a cercare in questa festa il dono della presenza di Dio, il suo conforto, la sua pace. Le parole di San Paolo siano l’augurio per Carpenedo: “Rallegratevi con i lieti e piangete con chi piange”.
don Gianni