Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Saper dare una sterzata

Inserito il 29 Dicembre 2019 alle ore 09:50 da Plinio Borghi

Saper dare una sterzata in parecchie occasioni è fondamentale; per chi poi guida può diventare addirittura vitale. In questo periodo pre e post natalizio emerge una figura che di sterzate ha dovuto imprimerne molte: è quella a noi cara di Giuseppe, che questa domenica festeggiamo con tutta la Santa Famiglia. A partire da quando meditava di ripudiare Maria, che non era incinta di lui: invece ha accolto l’invito dell’angelo e subito l’ha presa comunque come sua sposa. Fino alla partenza dei Magi per la via del ritorno, il percorso è stato irto di ostacoli e abbiamo visto come si è adoperato per agevolare la nascita del divino Bambino. Tuttavia la tranquillità era destinata ad avere vita corta in quel nucleo speciale. Ora c’era Erode agitato e il nostro deve sterzare ancora e fuggire in Egitto, altro sito non molto ospitale, dove sarà costretto a organizzarsi per una sosta prolungata, in attesa del “contrordine”. Che finalmente arriva (altro cambiamento radicale): la strada del rientro ha il sapore del rimpatrio e lascia spazio a sogni di stabilità nella natia Giudea. Macché: lì un tale Archelao, figlio di Erode, sta ancora facendo “ucci ucci” e non è aria. Altra sterzata, immediato dirottamento verso la Galilea in quel di Nazaret. Non passerà molto che, di ritorno da Gerusalemme, Maria e Giuseppe dovranno effettuare un nuovo dietrofront improvviso perché Gesù s’era “perso” nel tempio a ragionare con i dottori. Gli evangelisti non ne raccontano altre, ma c’è da credere che la vita di siffatto Personaggio in casa abbia richiesto ancora qualche decisione repentina. E qui conta la parola chiave che fa scattare la molla di Giuseppe, la stessa che ha fatto scattare anche quella di Maria: “Eccomi”. Una parola che esclude qualsiasi indugio nel compiere la volontà del Padre e che l’ha resa in un attimo Colei che celebriamo il primo giorno dell’anno: Madre di Dio. Certe scelte, certe sterzate richiedono immediatezza e, specie quando riguardano la risposta al disegno divino, non possono essere tacciate di avventatezza, anzi, diventano fondamentali, come si diceva all’inizio, e per certi versi proprio vitali, perché danno alla vita stessa un senso. Il “senso”, diceva il nostro ex patriarca Scola nella prefazione della sua biografia, ha una doppia valenza: significato e direzione. Allora “Eccomi!” è una parola che dovrebbe entrare a far parte anche del nostro bagaglio di fede e non ci resta che prendere spunto da Giuseppe ed affidarci a Maria affinché ci insegni bene come usarla.

Lettera aperta del 29 dicembre 2019

Inserito il 27 Dicembre 2019 alle ore 20:27 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 29/12/2019. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Ss. Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Avere lo spirito dei Pastori

Inserito il 27 Dicembre 2019 alle ore 12:20 da Don Gianni Antoniazzi

Nei giorni fra il Natale e Capodanno è prezioso custodire lo stesso sentimento dei Pastori di Betlemme Da una parte la gioia e dall’altra la gratitudine per la nascita di un Salvatore che offre vita ad ogni uomo

I pastori occupavano il gradino più basso nella scala sociale d’Israele: ignoranti della Torah, erano considerati trasgressori cronici della legge. Tuttavia, accolgono l’annuncio dell’Angelo e per primi riconoscono la presenza di Dio nella carne del bambino. Danno testimonianza della loro fede a Maria e Giuseppe e fanno ritorno al gregge lodando Dio per le meraviglie compiute (Lc 2,16-20).

Nei giorni fra Natale e Capodanno questi sono atteggiamenti opportuni per ogni cristiano: la disponibilità a riconoscere la presenza di Dio nella fragilità dell’anno concluso, la gratitudine per le Sue opere della salvezza, la lode per il nuovo anno che ci sta davanti e per il dono del tempo da mettere a servizio dei fratelli. La fede porta sempre con sé gratitudine e festa.

La Messa di ringraziamento del 31 dicembre e quella di lode a Dio nel 1° gennaio continuano la preghiera del Natale con lo stesso spirito dei pastori.

don Gianni

Il programma ha funzionato!

Inserito il 22 Dicembre 2019 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Il programma ha funzionato! La fase di avvio è conclusa. Abbiamo pregato che le nubi stillassero dall’alto la loro rugiada e la terra si aprisse per germogliare il Salvatore. Così sta avvenendo. Il cielo si è squarciato e la terra fecondata si è aperta al grande fenomeno: ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio, tutto secondo le scritture. L’angelo che appare a Giuseppe, racconta l’evangelista, le riprende per tranquillizzarlo, ma a noi non serve fare tanto i sofisti: il pacchetto che abbiamo acquistato (la fede) includeva tutto e lo Spirito Santo ci è già stato garante della sua comprensione. Ora, novelli Giuseppe, ci spetta il compito di “tutelare” i fatti e di consegnare al mondo questo evento che si rinnova e al quale, come credenti e cristiani, assistiamo in prima persona. Gesù, assumendo a tutti gli effetti la nostra natura umana, ne ha accettato anche le regole e le conseguenze, non potendosi pertanto sottrarre ai problemi contingenti che ciò ha comportato e comporta. Allora ci furono le peripezie, a cominciare dal posto in cui poter nascere e fino alla fuga in Egitto per Erode che lo voleva a tutti i costi eliminare, presumendo una concorrenza che non c’era. Oggi è ancora alle prese con l’incredulità, la diffidenza, la derisione, la persecuzione dei suoi seguaci e con i detrattori che lo vorrebbero “detronizzato”, perché dà fastidio la sua regalità e il trono su cui si è assiso: la croce. In trent’anni di vita nel nascondimento ha percorso tutta la strada della sua formazione in famiglia e fuori, come ciascuno di noi. Ha avuto anche le sue tentazioni e i suoi momenti di debolezza, come nell’orto del Getsemani, quando chiese al Padre di allontanare il calice amaro che aveva progettato per lui. Poi, tuttavia, ossequente al mandato, l’ha bevuto fino in fondo. Oggi la sua nascita dà la stura a tutto questo e “l’App natalizia” che abbiamo scaricato durante dell’Avvento ci aiuterà a seguirlo in questo percorso e a proiettare noi e gli altri nella sua evoluzione. Se l’applicazione è stata preparata e impostata correttamente, da questo momento entrerà a regime e produrrà frutto. Sennò il Natale ci passerà sopra la testa e ci ritroveremo frastornati dal carnevale e con la Quaresima alle porte senza uno strumento efficace e una base per affrontare il grande mistero della redenzione, che passa attraverso la morte e resurrezione del Salvatore. Ne abbiamo ben donde per augurarci con serietà e convinzione un BUON NATALE.

Lettera aperta del 22 dicembre 2019

Inserito il 18 Dicembre 2019 alle ore 18:08 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 22/12/2019. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Ss. Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Il Natale di Gesù è per tutti

Inserito il 18 Dicembre 2019 alle ore 16:53 da Don Gianni Antoniazzi

La comunità cristiana non ha l’esclusiva sul Natale. Cristo è venuto per tutti. Gli auguri sono rivolti ai credenti, ma anche a chi si sente lontano da Dio o in difficoltà con la Chiesa

Certo: qualcuno celebra il Natale come una ricorrenza laica, senza fede. Noi cristiani, invece, dobbiamo tornare a Gesù Signore che nasce per la nostra salvezza. Regali, pranzi, auguri, vacanze vengono dopo.

Capiamo però che il Natale non riguarda soltanto i credenti. Gesù si è fatto uomo per tutti: gli angeli si rivolgono ai pastori, esclusi dal popolo; alla grotta vengono i Magi, che non appartengono all’ebraismo; la famiglia di Nazaret si rifugia in Egitto, un tempo nemico del popolo.

Con la sua nascita Gesù offre a tutti speranza e salvezza. Chi di noi ha fede metta al centro Gesù senza diventare integralista: la festa ha molti volti e per tutti è aperta la porta della vita.

don Gianni

Il ragionevole dubbio

Inserito il 15 Dicembre 2019 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Il ragionevole dubbio che interviene in qualsiasi fase operativa è cosa buona e giusta, perché induce a una continua verifica di quanto si sta facendo. L’eccessiva sicurezza è foriera di errore, perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Inoltre, il dubbio ci costringe ad essere guardinghi, specie se c’è chi si diverte a perpetrare l’inganno. Nel campo dell’informatica ne abbiamo ben donde di filibustering fra hacker, fake news e leoni da tastiera. Anche sul piano intellettuale incontriamo imbonitori di ogni sorta; non parliamo poi di quello spirituale, se perfino Gesù, poche settimane fa, ci metteva in guardia dai falsi profeti, inclusi coloro che si sarebbero presentati spacciandosi per lui. Meglio allora qualche dubbio in più che restare buggerati. Anche Maria, dicevamo domenica scorsa, ha dubitato all’annuncio dell’Angelo Gabriele. Oggi, poi, abbiamo un esempio che suona quasi a contraddizione: Giovanni Battista, che pur conosceva bene Gesù, che ha sussultato nel ventre di sua madre quando ha ricevuto la visita di Maria, che l’ha indicato agli astanti quando Colui al quale non era degno di legare i calzari, si è presentato al battesimo sul Giordano, manda i suoi emissari a verificare se è proprio lui quello che deve venire o se dovevano aspettare qualcun altro. Il suo pare un eccesso di dubbio che rasenta un’incertezza negativa. Eppure ci insegna che analizzare e avere riscontro della verità, purché serva a fare un passo avanti nel percorso, non è mai eccessivo. Probabilmente è stato stimolato dal notare ancora qualche titubanza nei suoi seguaci, forse gli erano state riportate notizie distorte, tant’è che il Messia non risponde agli interlocutori dicendogli semplicisticamente: “Ditegli che sono io”, bensì mette in risalto i fatti, per dimostrare la loro corrispondenza alle scritture e alle profezie, e invita gli ambasciatori a riportarglieli. In termini teatrali si potrebbe dire che il Maestro ha retto la battuta, gli ha fatto da spalla. D’altronde conosceva bene Giovanni, tanto da tesserne subito dopo lodi sperticate. Attenti, però, noi che stiamo “smanettando” sull’App del Natale, alla sottolineatura finale: “Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Una qualifica che spetta a ciascuno di noi se sapremo cogliere la prospettiva insita nella comprensione totale di questa nascita che si rinnova, ci rinnova e ci garantisce. Fra poco ci siamo, ma se sapremo “lavorare” bene sarà solo l’inizio di una bella avventura.

Lettera aperta del 15 dicembre 2019

Inserito il 11 Dicembre 2019 alle ore 19:09 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 15/12/2019. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Ss. Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Cercare le orme di Dio

Inserito il 11 Dicembre 2019 alle ore 18:26 da Don Gianni Antoniazzi

Dio ci viene incontro in modo vero. Diventa allora importante imparare e riconoscere i suoi passi. Servono occhi puri e cuore grande. Ciò che occorre all’innamorato quando guarda alla persona cara

Il Natale rinnova la venuta del Signore. Per incontrarlo è necessario mettersi in cammino. I Magi hanno fatto il proprio. Per seguire i segni del cosmo hanno lasciato la propria terra; per ubbidire alla Scrittura sono usciti da Gerusalemme; prima ancora di incontrare Gesù avevano il cuore pieno di speranza: “Gioirono al rivedere la stella”. Non conoscevano il percorso: l’hanno compreso solo lungo il cammino. Non hanno mai perso la fiducia. Per incontrare Gesù che nasce serve lo stesso animo. È necessario un cammino, non sempre lineare. Ciascuno ha le proprie orme da seguire. C’è il rischio di sedersi accanto ai sacerdoti del tempio: gente pronta a dare risposte, ma incapace di muovere un passo nella vita. È una tentazione per tutti perché è facile restare seduti sulle proprie pre-comprensioni. Chi vive così a Natale celebra una festa vuota.

don Gianni

Scaricare l’applicazione e usarla

Inserito il 8 Dicembre 2019 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Scaricare l’applicazione e usarla non sempre e non per tutti si rivela un’operazione semplice: dipende da quanto sia articolata, dalla datazione e dall’efficienza del pc di cui si dispone, nonché dalla preparazione acquisita da chi opera. Talora è opportuno alleggerire un po’ l’hard disk di una serie di appesantimenti vari che un uso poco accorto può aver indotto, ma anche qui va posta attenzione a non intaccare elementi che incidono sul corretto funzionamento dei programmi. La via più tranquilla può essere il ricorso a un tutorial. L’App del Natale, di cui si parlava domenica scorsa, non presenta particolari difficoltà e ha come supporto un “tutorial” di tutto rispetto che è il Vangelo stesso, il quale, oltretutto, non si limita a svolgere solo la funzione di manuale di istruzioni, ma si avvale pure di “video”, cioè di riferimenti esplicativi inequivocabili sul piano interpretativo. Uno è il Giovanni Battista, che ci guida nel disporre la nostra anima (il nostro “hard disk”) ad accogliere in modo proficuo l’arrivo di Gesù. Quanti orpelli e storture accumulati ci opprimono e ci impediscono una visione corretta! Sono le colline da abbassare e i sentieri da raddrizzare, per ottenere una visione chiara su un percorso più scorrevole e meno defatigante. Giovanni non si è messo a predicare in città e sontuosamente vestito, bensì nel deserto, coperto dal minimo e nutrito con l’essenziale, come ce lo descrive Matteo, l’evangelista che ci accompagnerà nel percorso di quest’anno da poco iniziato. Fare deserto per vederci chiaro diventa un passaggio indispensabile. L’altra figura che interviene a guidarci ad applicazione scaricata è Maria, che proprio oggi festeggiamo come Immacolata Concezione e che ci accompagnerà fino all’evento. Dio l’ha prescelta, ma nemmeno Lei conosceva il suo stato particolare; eppure ci offre una password eccezionale: disponibilità. Senza di questa, che comporta apertura d’animo, coraggio, generosità di cuore, non accederemo mai ad un Natale completo, che è preludio di redenzione. Certo, il dubbio non va escluso, anzi, serve a tenerci in guardia e alla ricerca (lo vedremo domenica prossima). Anche Maria l’ha espresso, sulla base delle sue esperienze, ma l’Angelo Le ha fugato ogni incertezza, perché a Dio nulla è impossibile: la gravidanza di Elisabetta lo sta a dimostrare. Stiamo dunque navigando spediti e in completa sicurezza, ma attenzione a non scordare la parola chiave: disponibilità.

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