Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta del primo maggio 2022

Inserito il 27 Aprile 2022 alle ore 19:59 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta dell’1°/5/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Serve uno Stato laico

Inserito il 27 Aprile 2022 alle ore 19:43 da Don Gianni Antoniazzi

La fede cristiana promuove un ambiente civile, aperto, libero e sereno. I cristiani pregano per i governanti e collaborano al bene comune, ma non mescolano la fede con gli interessi di un partito

Durante il pranzo, don Mario ha mostrato un manifesto che gli era stato consegnato. Era la condanna del comunismo della curia di Piacenza (decreto Santo Uffizio 1949), espressa con linguaggio e mentalità a me sconosciuti (sono uscito dal seminario nel 1992 e il pianeta era ormai un altro). In quel foglio si legge la distanza fra la Chiesa italiana e il Partito di sinistra, a sostegno dell’allora Democrazia Cristiana. A tavola c’era anche don Vincenzo, che in America latina ha respirato un clima diametralmente opposto.

Poco dopo, alla televisione, si vedevano le immagini di Putin che ha partecipato alla Messa della Pasqua ortodossa. Ha ricevuto la “benedizione” del vescovo di Mosca e, a sua volta, l’ha ringraziato per la vicinanza alla Patria.

Queste alleanze fra “trono e altare” sono più frequenti di quanto s’immagini. Non aiutano in alcun modo la fede. Già nel 313, con l’editto di Costantino, la comunità cristiana è stata ferita: ha perduto la sua libertà, il suo entusiasmo, la sua carica profetica e la sua capacità di annunciare per intero il Vangelo. L’adesione al battesimo è diventato un atto formale per appartenere a Roma.

Noi cristiani abbiamo bisogno di uno governo laico nel senso più alto e nobile. Certo: non laicista, cioè non aggressivo a priori verso la fede, anzi disponibile a incontrare le varie sensibilità umane.

I cristiani, da parte loro, devono lavorare con passione per la politica, ossia per il bene comune. Ciascuno lo farà secondo la propria sensibilità e il proprio orientamento.

Grave però pensare che la comunità intera, la Chiesa nel suo insieme, possa stabilire un’alleanza con un singolo partito: ne scadrebbe la vita sociale e quella di fede.

don Gianni

Una botta di misericordia

Inserito il 24 Aprile 2022 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Una botta di misericordia vale certamente di più di mille rimbrotti e infinitamente più di qualsiasi rivalsa. Se poi arriva addirittura al posto di una vendetta da chi si ritiene parte offesa, il suo valore non ha prezzo. Tuttavia, come tutte le cose preziose, trovarla è di una difficoltà enorme. A volte ci accontenteremmo che fosse anche grezza, magari ostentata o interessata, piuttosto di niente. Lo so già che state immaginando assieme a me se fosse venuta a Putin, magari pensando in tempo che le cose sarebbero andate peggio di quel che supponeva oppure per un attacco di protagonismo che gli avrebbe fatto guadagnare punti ovvero per non imbarcarsi a una certa età in rogne logoranti. Non avremmo fatto certo gli schizzinosi e sappiamo quale immane tragedia si sarebbe evitata; una tragedia dai contorni ancora foschi e dall’epilogo sempre più imprevedibile. Oggi diventa difficile anche solo ipotizzare un gesto di misericordia: non manca solo la parte attiva, troppo orgogliosa e compromessa per cedere, ma pure la disponibilità di quella passiva a riceverlo. Mons. Bonini riporta questa settimana su “L’incontro” che nel mondo ci sono 59 focolai di guerra in attività, vale a dire più di un centinaio di Paesi che se le stanno dando di santa ragione per i motivi più disparati, ma nessuno tale da non poter essere rimosso o superato o che comunque si possa ritenere giustificativo degli effetti ripugnanti che innesca. Quanto siamo distanti dalla Misericordia divina che la liturgia di oggi si perita di riproporci! Il Padreterno, per come ci rapportiamo con Lui e fra di noi, ne avrebbe ben donde per essere tentato di lesinarla e invece insiste e non cede, ma non solo perché non ci vuole perdere e ci vorrebbe tutti salvi, non solo perché ci ha fatti così e conosce le nostre debolezze e i nostri limiti, bensì perché spera che in un modo o nell’altro anche noi, nel sentirci gratificati, ci rivolgiamo parimenti agli altri. A parole lo diciamo sempre nel recitare il Padre nostro, nei fatti non cediamo terreno nemmeno nelle questioni di poco conto. Il vangelo di oggi ci presenta il caso emblematico dell’apostolo Tommaso. Bella riconoscenza verso Chi ha sacrificato anche per lui la sua vita e gli è stato maestro convincente! Fossi stato io al posto di Gesù l’avrei lasciato sui tizzoni ardenti per parecchio tempo e invece il nostro Salvatore subito a fargli mettere il dito nel costato. Per fortuna l’atto di fede è prorotto senza altro indugio. E la nostra misericordia costerebbe poi così tanto?

Lettera aperta del 24 aprile 2022

Inserito il 20 Aprile 2022 alle ore 19:44 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 24/4/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Le celebrazioni pasquali

Inserito il 20 Aprile 2022 alle ore 19:32 da Don Gianni Antoniazzi

A Pasqua si è rinnovato il dono di grazia che ci riconcilia col Padre e ci rende comunità di fratelli. Stavolta abbiamo avuto anche due battesimi di adulti e due di bambini. Facciamo il punto alla luce della fede

Abbiamo celebrato le Palme, la Settimana Santa e la Pasqua. È importante lasciare traccia di quanto si è fatto e utile riferire qualche opinione personale.

Anzitutto c’è stato il segno di una forte ripresa. Dopo due anni scanditi dal Covid abbiamo per esempio consegnato alle famiglie il segno dell’ulivo benedetto. Questo gesto è stato compiuto con passione e allegria. È stato gradito da chi lo ha ricevuto e ha riempito il cuore di chi ha l’ha organizzato e portato a termine.

È stata ripresa la Via Crucis. È stata una liturgia del tutto diversa dal passato: prima della pandemia sembrava un rito stanco, quasi obbligatorio o ripetitivo. Quest’anno è stata realizzata con grande passione, guidata dai laici e condotta dal canto corale di tutti. Una sorpresa che ha dato molto conforto.

Anche durante il Triduo, appuntamento più prezioso, la partecipazione è stata qualitativamente del tutto diversa dal passato e insieme anche numerosa. Le celebrazioni in chiesa sono state solenni.

Pesa un po’ l’assenza di parecchi giovani. Dobbiamo lavorarci. È uno dei compiti che c’è stato consegnato dall’assemblea. Tuttavia, non possiamo certo lamentarci delle assenze, anche perché in questi giorni di ferie molte famiglie hanno profittato per fare una breve vacanza (più che in passato!): in molti c’è stato il desiderio di muoversi.

In genere, comunque, sembra di aver visto una marcata adesione alla fede. Va segnalato che fino a prima della pandemia, in occasione delle feste pasquali, molti parenti che abitano lontano rientravano a Carpenedo. Quest’anno non è stato così. La Messa di mezzogiorno ne è stata la prova.

don Gianni

Una Pasqua controversa

Inserito il 17 Aprile 2022 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Caro Gesù,
quest’anno speravo finalmente
di viver la tua Pasqua con la mente
sgombra da problemi e restrizioni
che pandemia ci pose in condizioni
di non poter godere appieno. Invece
il moto di gioia che ci sembrava
d’aver colto dalle aperture concesse
s’è tosto offuscato per l’assurdo
e immotivato scoppio in Ucraina
di una guerra assurda e devastante.
Lo so che tutti i conflitti son reietti
e che i confronti armati son negletti,
ma qui il rito della sopraffazione
nato con Caino mette apprensione
alla tua umanità intera. In un istante
nasce spontanea la domanda
già rivolta quando il Covid seminava
milioni di vittime: perché il Padre
consente tutto questo? Siamo figli,
ingrati, corrotti, peccatori, disattenti,
omissivi d’amore col prossimo,
ma pur sempre tuoi fratelli che ha
voluto riscattare e affrancare
con la tua morte.
Eppur la Bibbia è ricca d’interventi
di Dio a favore del suo popolo!
Non voglio adire l’interferenza
peccando così di presunzione,
ma anelo un epilogo come quello
riservato a Mosè sul mar Rosso
e riproposto in lettura nella Veglia
pasquale: l’esercito del faraone era
grande e potente, ma il Signore lo è
stato di più. Non può avverarsi ora?
Oppure quella Pace che elargivi
a piene mani, che tanto evocavi
e che il Papa sta perorando oggi
è destinata a restare pura utopia?
Potevamo pensarci prima, è vero.
Sono anni che regna il subbuglio
in quella zona travagliata, e noi
guardavamo altrove, a interessi
del rispettivo orticello. Avremmo
dovuto essere noi il veicolo
di una politica di pace radicata,
duratura, inseguita convintamente.
O Gesù,
confondi le menti dei guerrafondai,
di chi si accanisce sul fratello
invece di andargli incontro e aiutarlo;
non lasciarci pure stavolta rivivere
la Resurrezione in modo monco,
senza quella sensazione di pace
che ci fa sentire redenti e creditori
e che allarga il cuore nell’augurare
al fratello con gioia e con amore:
BUONA PASQUA!!!

Lettera aperta di Pasqua 2022

Inserito il 13 Aprile 2022 alle ore 20:48 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 17/4/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Buona Pasqua

Inserito il 13 Aprile 2022 alle ore 20:32 da Don Gianni Antoniazzi

La celebrazione Pasquale è il centro della fede. L’augurio rivolto ai credenti, ma valido per tutti, non può che essere la prima parola pronunciata da Gesù risorto nel Cenacolo: shalom

Il Cero Pasquale è simbolo del Risorto. Gli antichi ammiravano questa struttura maestosa per il tempo, prodotta in cera d’api. La sua fiamma costante e la luce intensa erano segno di una vita permanente.

Negli ultimi tempi, qui in parrocchia, si è chiesto a qualche artista di decorare questo segno e, quest’anno, l’immagine di Claudio Trevisan (pubblicata sulla copertina di lettera aperta del 17 aprile 2022, NdR) è significativa. Vi è raffigurata la croce che esprime la condizione umana e l’amore di Cristo.

Sul versante umano spesso ci troviamo a vivere da crocifissi. È frutto delle nostre scelte. Sul versante divino, Cristo che ci ama desidera stare là dove noi ci troviamo. Anzi: sale in croce al posto nostro. Sul Cero c’è poi una colomba con un ramo d’ulivo. È segno di shalom, di pace, cioè di una vita felice, gioiosa, ricca di soddisfazione. È il dono del Risorto per gli uomini.
Tutta l’immagine del Cero è composta di rettangoli multicolori, quasi un puzzle costituito dalle diverse identità umane. Nel suo insieme, il Cero acclama che la luce viene da chi si spende per gli altri. Chi invece non vuole consumarsi risulta inutile.

L’augurio di Pasqua è quello di trovare pace nei rapporti, seguendo poco per volta l’itinerario suggerito da questo “segno” solenne.

don Gianni

Se le pietre potessero parlare!

Inserito il 10 Aprile 2022 alle ore 09:50 da Plinio Borghi

Se le pietre potessero parlare! Quante volte ci siamo imbattuti in esclamazioni di questo tipo, per i più disparati motivi, sia relativi a situazioni piacevoli che a disastri come quelli della guerra in corso, laddove la verità dei fatti è offuscata da vagonate di panzane. Mi ricordo che una domenica delle Palme siamo andati con la corale gregoriana a cantare nella bellissima quanto suggestiva abbazia di Follina, diffondendo per tutti i vetusti locali, prima del convento con la processione degli ulivi e poi nella chiesa, gli antichi canti tradizionali. Al finire della Messa l’anziano celebrante, prima della benedizione, ebbe a considerare: “Le pietre di questi ambienti avranno vibrato nel risentir risuonare le vecchie melodie!!!”. Non credo che tali espressioni si debbano liquidare come semplici iperboli o metafore: è invalso l’uso di dar parola a soggetti del mondo animale o vegetale, magari investendoli del nostro modo di fare, come anche il contrario. E Gesù, nel vangelo in lettura oggi nella liturgia della benedizione dell’ulivo, risponde ai farisei che infastiditi dal clamore lo sollecitavano a zittire i suoi osannanti: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. Era evidente la conferma che la sua era una Verità insopprimibile. Peccato che più tardi le stesse voci reclamassero a Pilato la sua crocifissione, ma sappiamo purtroppo che la nostra labilità umana ci rende inconsistenti, non ha nulla a che vedere con la solidità della pietra. Per fortuna sappiamo pure che il nostro Salvatore non demorde e continua a rinnovare il suo sacrificio perché ci vuole “pietre vive” (a proposito del “contrario” cui facevo riferimento più sopra) per edificare la sua Chiesa. Allo stesso apostolo Simone ha cambiato in questo senso il nome in Pietro e l’ha trasformato nientemeno che in pietra miliare, fondamenta su cui poggiare il progetto di salvezza. In questa settimana santa siamo quindi chiamati a vivere i vari momenti, il Triduo in particolare, come sprint finale di una Quaresima che dovremmo aver proiettato all’avvenimento che tiene in piedi tutto l’impianto della nostra fede: la Resurrezione. Al qual proposito anche di quel momento determinante la sola testimone fisica è una pietra, quella che chiudeva il sepolcro ed è rotolata per lasciar passare il Risorto. Non occorreva, il Signore ci poteva passare attraverso, come dimostrerà più tardi. Ma serviva una testimonianza. Ah, se quella pietra potesse parlare! Beh, oggi siamo noi, con la nostra fede, a darle voce.

Lettera aperta del 10 aprile 2022 (Domenica delle Palme)

Inserito il 6 Aprile 2022 alle ore 20:47 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 10/4/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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