Inserito il 29 Luglio 2012 alle ore 07:59 da Don Gianni Antoniazzi
Il sacerdote più giovane che nell’ultimo biennio ci ha aiutati in parrocchia viene trasferito a Santa Barbara. Al momento nessuno prenderà il suo posto e Carpenedo perderà il cappellano.
A settembre don Stefano va a S. Barbara. Tutti ne sono al corrente: abbiamo dato l’avviso alle S. Messe di domenica scorsa, è stato scritto su Gente Veneta, sono girate le mail e, per gli appassionati di social network, la cosa è andata su Facebook. Al momento sarà cappellano di quella comunità ma col tempo ne diventerà parroco. Il Signore lo accompagni. Noi lo sosteniamo. Ha lavorato qui generosamente, ha creato legami, ha curato i chierichetti, la catechesi, ha risolto svariate questioni.
Il suo spostamento fa parte della vita del prete che poco alla volta assume responsabilità maggiori e diventa “padre” di una comunità.
Il problema, per noi, sta nel fatto che non sarà sostituito da alcuno per mancanza di vocazioni e perché vanno privilegiate comunità più bisognose.
È anche colpa nostra: negli anni ’50, la parrocchia ha ricevuto dalla diocesi anche 6 cappellani insieme. In più qualche prete la domenica si è sempre aggiunto per celebrare le messe. Poche invece le vocazioni nate qui. Due soltanto negli ultimi 50 anni: un sacerdote per la diocesi e uno per le missioni.
Certo, in 7 anni ci sono stati fin troppi cambi: don Armando, don Paolo, don Robert, don Marco, don Luigi, don Danilo, don Renato e padre Lino e ora don Stefano. Lo riconosco: Carpenedo avrebbe bisogno di stabilità e di un vicario parrocchiale: tanti, troppi gli impegni e le attenzioni da avere per uno solo. Ma sangue dai muri non se ne tira fuori, e la coperta della diocesi è troppo stretta. Ho già chiesto di avere il diacono che verrà ordinato prete l’anno prossimo. Ma mi hanno risposto che è già stato assegnato. Mi hanno proposto un sacerdote del Marcianum, di quelli che vengono dall’estero per il dottorato. Una presenza ricca, significativa. Ma a noi serve un servizio 24 su 24, uno che si dedichi alla gente, non uno che sta sui libri per la tesi.
Stando così le cose si riduce il mio tempo. Dovrò valutare a quali impegni diocesani rinunciare. Così pure chi in parrocchia cerca discussioni sterili o fomenta problemi inutili dovrà fare un passo indietro. Resta fermo il principio che la comunità cristiana non è portata avanti dai preti ma dallo Spirito di Dio. La nostra parrocchia sa di contare sulla sua incessante azione.
don Gianni Antoniazzi
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Inserito il 27 Luglio 2012 alle ore 16:47 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
Come sempre, se volete discuterne i contenuti potete farlo commentando questo post. Ogni messaggio, positivo o di critica costruttiva, sarà tenuto in considerazione!
Pubblicata anche la Gazzetta dei Carpini in cui da questa settimana inizia un ampio reportage sul Grest 2012 che ci accompagnerà lungo il mese di agosto.
Abbiamo poi espanso il reportage fotografico della Sagra 2012 inserendo le immagini della premiazione del 3° concorso fotografico organizzato in favore del Gruppo Missioni.
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Inserito il 23 Luglio 2012 alle ore 15:12 da Don Gianni Antoniazzi
Dato in Gosaldo il 21 luglio 2012
Cari amici, vi scrivo dalla montagna.
Nel mattino sono saliti i giovani del campo superiori. Nel pomeriggio sono scesi i ragazzi di seconda e terza media.
Vi prego di accogliere le mie parole con fede nel Signore.
Alle 11 di questa mattina mi ha chiamato mons. Mario Ronzini, delegato ad omnia del patriarca e mi ha comunicato che don Stefano è stato chiamato ad esercitare il suo servizio sacerdotale in un’altra comunità parrocchiale della diocesi: la chiesa di S. Barbara di Mestre.
A settembre egli prenderà servizio nella sua nuova comunità, ove sarà coadiuvatore del parroco don Gianfranco Pace, e con l’andar del tempo, diventerà poi parroco a sua volta.
Ci rallegriamo con lui per questo nuovo incarico ove potrà compiere altri passi di servizio nel nome del Signore.
Allo stesso tempo però esprimo una certa preoccupazione per la nostra parrocchia. Al momento infatti ci è stato detto che non sarà più possibile inviarci un altro giovane sacerdote che si occupi in particolare della pastorale dei ragazzi e dei bambini: troppo poche le vocazioni per far fronte a tutto.
Mentre prego il Signore perché la nostra comunità continui a crescere nella fede raccomando a voi di sostenere don Stefano in questo passaggio significativo, e chiedo al Signore il dono di nuove vocazioni al sacerdozio.
Nella speranza di rivederci presto.
don Ganni Antoniazzi, Parroco
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Inserito il 22 Luglio 2012 alle ore 07:46 da Don Gianni Antoniazzi
Non ci sono solo fallimenti economici. Le esperienze più gravi sono le delusioni che vengono dal rapporto con chi doveva aiutarci.
È inevitabile: la vita di ciascuno è cadenzata da fastidiose delusioni. Mosè, per esempio, ne subì in gran numero.
Deluso dalla famiglia che l’abbandonò nelle acque del Nilo, concluse la sua giovinezza con un fallimento bruciante, allontanato dalla corte del Faraone.
Fu così provato dalle difficoltà da scegliere il lavoro solitario del pastore. Era balbuziente e per parlare coi potenti aveva bisogno della mediazione di Aronne: immaginiamo la sfiducia nelle proprie capacità. Più volte il popolo, liberato dalla schiavitù, lo contestò e si oppose al Dio che lui annunciava come salvatore: ricordiamo il voltafaccia del Sinai, di Massa e Meriba, le incessanti proteste.
Chiamato a condurre Israele nella Terra Promessa patì in questo caso l’ultima sua delusione: egli stesso non vi poté entrare ma la vide solo da lontano.
Eppure, al posto di protestare e chiudersi in una rabbia furiosa, profittò di queste esperienze per capire la propria fragilità ed affidarsi completamente al volere misterioso del suo Dio.
Così vale per ciascuno. C’è una delusione per se stessi, per la propria famiglia e comunità, per la politica e il lavoro, per lo sport e le amicizie. Riconosciamo che nulla ci soddisfa fino in fondo e ogni esperienza non restituisce quello che promette. Quando sopravviene lo scacco, allora ci troviamo in quello stato di attesa e di vigilanza che fu di Mosè per 40 anni.
Egli lasciò che la delusione, il dolore, la rabbia venissero a galla; non mascherò questi stati d’animo e non cercò vuote autogiustificazioni. Intuì che nella sua vita c’era il vuoto e lasciò che Dio lo riempisse di sé. E la delusione fu per lui una grande crescita.
don Gianni Antoniazzi
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Inserito il 20 Luglio 2012 alle ore 18:45 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio. Nell’archivio si trova anche il numero della scorsa settimana, regolarmente pubblicato ma per sbaglio non annunciato qui sul blog.
Come sempre se volete discutere i contenuti di Lettera Aperta potete commentare questo post. Ogni messaggio, positivo o di critica costruttiva, sarà tenuto in considerazione!
Aggiornamenti anche per la Gazzetta dei Carpini.
Nello scorso numero abbiamo pubblicato il fotoreportage della camposcuola dei ragazzi delle elementari a Gosaldo. Questa settimana è il turno delle immagini del camposcuola dei ragazzi delle medie dove si son vissute anche… grandi sfide sportive!
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Inserito il 15 Luglio 2012 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
Stiamo come nell’autobus delle ore di punta: schiacciati gli uni sugli altri, chiusi ciascuno nel proprio mondo, allontanati dalle nuove tecnologie.
In poco tempo i mezzi di comunicazione ci hanno aperto frontiere impensabili anche solo fino a 40 anni fa. Con i computer, la rete, e i moderni cellulari si è connessi ovunque e si possono mandare e ricevere documenti, informazioni, immagini, messaggi, telefonate, video, ricerche, informazioni anche complesse in qualunque posto ci si trovi. Se da piccoli avessimo letto queste righe ne saremmo rimasti sorpresi e avremmo pensato: “che fortuna, chissà quante amicizie si costruiscono in questo mondo”. Ma, di fatto, ci troviamo più soli.
Mi vengono in mente 2 problemi.
Quando stiamo in compagnia con qualcuno abbiamo sempre l’occhio rivolto al cellulare e volentieri vi leggiamo i contenuti e rispondiamo alle chiamate. L’incontro con la gente reale è più fragile, superficiale e vuoto.
Seconda cosa: quando abbiamo l’occasione di stare per conto nostro subito ci leghiamo ad uno di questi strumenti infernali e ci mettiamo a giocare (col pretesto del lavoro s’intende).
Al rovescio: per conoscere se stessi, per comprendersi occorre raccogliere le forze, andare a fondo nella nostra intimità. Questa sacra “solitudine” è la prima necessità. Non parlo qui dell’isolamento frutto di pigrizia ed egoismo, ma del bisogno di stare soli con se stessi, e di prendere le distanze dalla fatica ingombrante dei fatti quotidiani: soprattutto dall’apprensione e dall’ansia che ci schiacciano. Se c’è vero silenzio, c’è la possibilità di ascoltare il Diverso (Dio, fratello che sia), che non si impone ma parla ugualmente. La vita interiore ha bisogno di queste dimensioni. Sono un processo di gravidanza dal quale fiorisce poi la libertà personale e la capacità piena di stare con gli altri. I mass media moderni ci allontanano da questa intimità e trasformano il nostro tempo in un deserto. Continueremo a lungo su questa strada? Dovremo trovare un equilibrio. Ricordo che 30 anni fa ci fu una morbosa attenzione per gli orologi al quarzo. Tutti ad esibire gli ultimi modelli. Oggi i nostri giovani quasi non l’indossano più. C’è da sperare che accada una cosa analoga e si torni ad usare il cellulare solo per il lavoro. Lo volesse Dio.
don Gianni Antoniazzi
Inserito in L'editoriale di don Gianni | Commenti disabilitati su Isolati come dentro una bolla
Inserito il 8 Luglio 2012 alle ore 07:55 da Don Gianni Antoniazzi
Nella foto: il battistero dove, per tanti secoli le generazioni di Carpenedo hanno ricevuto il sacramento della fede. Desideriamo metterlo in evidenza per marcare il rapporto con Dio che tutti ci unisce.
Nel prossimo anno pastorale 2012-2013, ad ottobre, siamo invitati a riflettere sulla fede. La proposta nasce dal Papa ed è stata accolta
nella nostra diocesi dal Patriarca e da chi, con lui (anche don Danilo), cura la programmazione pastorale.
Desidero esporre due fatti.
Il primo. La sacrestia che ha bisogno di essere sistemata. Ne ricaveremo uno spazio adatto anche alla preghiera durante l’inverno. All’ingresso, ci sarà una modesta pedana per i diversamente abili. Accanto facciamo una semplice struttura in legno ove posizionare il battistero in marmo nel quale per tanti secoli hanno ricevuto il battesimo le generazioni passate.
Sabato 28 settembre dalle 16.00 alle 21.45, ci sarà un incontro per coloro che in parrocchia hanno un compito educativo (quanti cioè si sono compromessi in qualche modo con la fede: la Comunità educante). Lavoreremo sul tema: “Ricchezze e difficoltà nella nostra esperienza di fede”. Saremo aiutati da una coppia di sposi di Venezia che introduce l’argomento. Ci sarà poi uno spazio per la discussione in gruppi, uno per la sintesi, un momento per la cena e la preghiera comune dopo cena. Lo diciamo fin d’ora perché tutti i responsabili dei gruppi della parrocchia possano fare i conti e partecipare compatti.
don Gianni Antoniazzi
Inserito in L'editoriale di don Gianni | Commenti disabilitati su La Chiesa propone l’anno della Fede
Inserito il 6 Luglio 2012 alle ore 16:11 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
Se volete discuterne i contenuti potete farlo commentando questo post. Ogni messaggio, positivo o di critica costruttiva, sarà tenuto in considerazione!
Da questa settimana riprende anche la pubblicazione della Gazzetta dei Carpini. Iniziamo con un servizio dedicato al cantiere sul tetto della chiesa. Nelle prossime settimana pubblicheremo le immagini dei campi estivi a Gosaldo e a seguire una selezione di foto tratte dalle tre settimane di GREST!
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Inserito il 1 Luglio 2012 alle ore 07:58 da Don Gianni Antoniazzi
Nel periodo estivo molte parrocchie organizzano campi in montagna, pellegrinaggi o esperienze spirituali. Per lunga tradizione la nostra propone campi per i bambini, i ragazzi e i giovani.
Da sabato 30 giugno fino all’8 settembre ci saranno i campi estivi per ragazzi, giovani e scout della parrocchia. Questo il calendario: il 30 giugno inizia il campo elementari, poi quello di 1a e 2a media, quindi salirà la 2a e 3a media e di seguito il turno dei giovani delle superiori fino al 28 luglio. Il 29 inizia il campo di gruppo scout che si conclude l’11 agosto. Alla fine del mese saliranno in montagna i chierichetti. Tutti i campi, tranne quello scout, saranno fatti nella splendida casa di Gosaldo alla quale sono legate le più belle memorie di tanta nostra gente.
Durante il periodo estivo un sacerdote resterà sempre in parrocchia (durante il campo di gruppo Scout ci saranno don Armando e don Fabio che ringraziamo). Per le cose gravi e urgenti la segreteria ha sempre il modo per raggiungere il parroco.
Da una parte siamo grati agli animatori, ai cuochi e a coloro che, insieme a loro, danno una mano per queste attività: rinunciano alle proprie vacanze per mettersi a disposizione dei nostri ragazzi. Il Signore li ricompensi.
Secondo. Per i responsabili il campo estivo non è propriamente una “vacanza”. Al rovescio, una responsabilità più gravosa e un impegno persistente. L’incidente di questi giorni dimostra che si deve restare vigilanti per dare alle famiglie una garanzia completa.
Terzo. La parrocchia organizza volentieri queste attività per la crescita umana e cristiana dei ragazzi. Non certo per arricchirsi. Anzi: da una parte confidiamo che le famiglie capiscano quanto cerchiamo di abbassare la retta. Dall’altra invitiamo di cuore tutti a partecipare, anche chi eventualmente non potesse dare proprio nulla. Il Signore non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto.
don Gianni Antoniazzi
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