Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta del 2 gennaio 2022

Inserito il 29 Dicembre 2021 alle ore 19:06 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 2/1/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Il dono del tempo

Inserito il 29 Dicembre 2021 alle ore 18:55 da Don Gianni Antoniazzi

Il passaggio al nuovo anno non è soltanto una convenzione. In questi giorni diventiamo consapevoli dell’importanza del tempo: passato, presente e futuro sono il filo rosso che unisce la vita di ciascuno.

Il tempo è la nostra casa. Lì si svolge la vita. Quando il tempo finisce si conclude anche l’esistenza. È la condizione più importante nella quale ci troviamo. Il tempo è decisivo: più dello spazio. Ce ne rendiamo conto quando siamo malati e dicono che ci resta poco tempo a disposizione. È l’unica realtà che non si può né vendere né acquistare.

Di frequente, in questi ultimi decenni sentiamo la frase: “Non ho tempo”. È il risultato di quest’epoca che ha accelerato i ritmi quotidiani e ha frammentato l’esistenza in innumerevoli scadenze e impegni. Quando diciamo di non aver tempo, riconosciamo che esso ci domina e non siamo noi a condurlo. Ammettiamo di essere poveri e non di non saper gustare la vita. Riconosciamo, anche davanti a noi stessi, che stiamo male perché sono troppe le esperienze che vorremmo compiere e troppo poca l’esistenza a disposizione. Una vita intera ci scappa dalle mani: avremmo voluto essere eternamente giovani per gustare il mondo con gli occhi dell’entusiasmo e invece constatiamo di invecchiare fin troppo in fretta.

L’unico modo per dilatare il tempo è provare a donarlo. Badiamo bene: non si tratta di assecondare i capricci altrui e metterci a disposizione per qualunque richiesta. No: il dono del proprio tempo va fatto con cura e intelligenza, per cercare il bene autentico degli altri. Quando viene donato, allora il tempo si dilata e si trova lo spazio per fare molto. Provare per credere.

Questo è un augurio per il 2022: imparare a dilatare i giorni, le settimane e i mesi offrendoli per il bene dei fratelli.

don Gianni

Una forte esplosione di vita

Inserito il 26 Dicembre 2021 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Una forte esplosione di vita si percepisce quest’anno col Natale, per le circostanze che concorrono a determinarla, oltre all’evento in sé che basta e avanza per trasmetterla. Ogni nascita fa luogo a questa sensazione, perché è garanzia di continuità, di ripresa, di evoluzione. Figurarsi quella del Salvatore che, non è mai eccessivo ripeterlo, non stiamo ricordando ma vivendo. A rinforzo di tale clima, ci troviamo a ridosso anche la festa della Santa Famiglia, che senz’altro rende più tangibile il contesto nel quale Dio ha voluto collocare il progetto di salvezza dell’umanità: quale miglior riferimento può avere la nascita del Figlio se non quello di una Madre che ha dimostrato tutta la sua disponibilità e di un padre affidabile come Giuseppe? Senza contare che l’immagine che se ne ricava, come abbiamo più volte considerato, non è quella di una super famiglia, bensì quella di un normalissimo nucleo riscontrabile in qualsiasi tempo, anche moderno. Basta vedere il vangelo di oggi, che riporta l’episodio del ritrovamento di Gesù al tempio, dove stava discettando con i dottori: ordinaria apprensione e conseguente rimprovero trovano ferma risposta rivendicativa da parte del giovane quasi adolescente, come sarebbe successo a tutti, però non in modo dirompente. Qui il figlio torna a casa con i genitori e riprende a vivere a loro sottomesso, mentre la madre, con la sensibilità che ogni madre possiede, serba queste cose nel suo cuore, come rileva e non per la prima volta l’evangelista. Sono messaggi che ogni volta queste feste lanciano per spronarci a non complicarci la vita, da un lato, e dall’altro a non lasciare nemmeno che le cose ci scivolino sulle spalle. Un altro contributo al fenomeno vitale stavolta ci è offerto anche dagli alti e bassi della pandemia: privi di ogni altra divagazione e scottati dalle restrizioni passate, abbiamo scoperto che passare l’evento rispolverando la sua vera e originale valenza diventa un bel dono che in passato o avevamo relegato in fondo alla graduatoria o affrontavamo con eccessiva ritualità. Oggi stiamo riscoprendo sia la bellezza di poter partecipare alla liturgia, sia quella di apprezzare lo stare in famiglia, ormai unica risorsa di “evasione” apprezzabile. Il Natale che diventa “bene rifugio” sotto ogni aspetto. Stona che in questa esplosione di vita il pubblico dibattito sia preso da problemi come il suicidio assistito, ma tant’è. Speriamo che porti il consiglio giusto UN BUON, SANTO E FELICE NATALE!

Lettera aperta del 26 dicembre 2021

Inserito il 22 Dicembre 2021 alle ore 21:02 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 26/12/2021. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Il Natale ci fa uomini

Inserito il 22 Dicembre 2021 alle ore 20:36 da Don Gianni Antoniazzi

È un piccolo travaglio scrivere gli auguri di Natale. Le frasi tradizionali sono cosparse di zucchero e luoghi comuni. La fede cristiana guarda più in alto: la consolazione vera nasce dalla visita di Dio.

Purtroppo, anche questo Natale sarà vissuto in emergenza. In effetti si respira un po’ di tensione. Per esempio: questa mattina (lunedì 20 dicembre) due pensionati, in un istante, sono arrivati ad insultarsi pesantemente appena fuori da una banca di Mestre. Il dissapore è nato perché uno non avrebbe rispettato la precedenza dell’altro.

Ricordiamo allora i principi del Vangelo. In ogni persona c’è pur sempre una realtà animale, che svolge la sua parte. Nessuno nasce già compiuto. Chi incontra la rabbia diventa ostile, secondo il celebre “homo homini lupus” (T. Hobbes). Se però il Re della Pace viene a visitarci, e vediamo la sua presenza sulla nostra strada, la sua compagnia ci umanizza.

Il Natale celebra Gesù che cammina accanto a noi, assume le nostre fragilità. La sua voce ci rende persone autentiche, anzi, Figli del Padre. Non è un principio solo teologico. È un annuncio vero che rasserena, così come è stato per i due di Emmaus. Con Lui si vince la crisi, l’animale che portiamo dentro si ammansisce, camminiamo in letizia.

Questo è dunque l’augurio, pur umile, che la nascita di Cristo ci renda del tutto umani.

don Gianni

L’attesa per noi volge al termine

Inserito il 19 Dicembre 2021 alle ore 09:55 da Plinio Borghi

L’attesa per noi volge al termine, ma la liturgia ci propone un fatto che la precede: la visita di Maria alla cugina Elisabetta. Sembrerebbe un fatto distonico e che forse avrebbe potuto trovare la sua più consona collocazione subito dopo l’Immacolata, quando l’evangelista descriveva l’annunciazione. Invece, e credo non sia fortuito, è in perfetta sintonia con le conclusioni che abbiamo tratto domenica scorsa: la gioia della prospettiva si coglie attraverso l’apertura agli altri con generosità e solidarietà. Sono proprio le ragioni per cui la giovane Donna incinta, che il moderno buon senso indurrebbe alla calma e al riposo per agevolare il procedimento della sua gravidanza, allora si mise in moto e percorse con mezzi di fortuna la bellezza di oltre 150 chilometri per andare ad accudire la parente ormai al sesto mese di gravidanza e non certo tanto giovane, come le aveva rivelato l’Angelo. Non si può definire una passeggiata, peraltro fra le montagne di Giuda. Fu comunque il preludio di un ruolo che la Madre del Salvatore avrebbe poi mantenuto per sempre: quello di esserci “aiuto” nelle difficoltà e non solo materiali. È altresì la dimostrazione concreta che l’occhio di riguardo nei confronti del prossimo non richiede grandi azioni di protagonismo o di eroismo, ma solo gesti semplici e pratici di estrema efficacia. Per noi, oggi, l’occasione è buona anche per consolidare la fede sulle circostanze dell’incarnazione: l’incontro fra le due cugine è prorotto in quel dialogo che è alla base delle due preghiere più belle che rivolgiamo alla Madonna: l’Ave Maria (che inizia col saluto stesso dell’Angelo) ed il Magnificat, un inno all’enorme e stravolgente potere che scaturisce dalla disponibilità. Ed è appunto su tale atteggiamento che fa leva l’evento cui stiamo per assistere: la disponibilità rende fecondi e di conseguenza ricettivi. In questa domenica, cantando l’Antifona d’ingresso, noi sollecitiamo i cieli ad aprirsi e a far piovere il Giusto (rorate caeli desuper et nubes pluant justum), però sappiamo benissimo che se la pioggia trovasse il terreno arido non avrebbe modo di penetrare e di provocare l’effetto naturale che le compete e cioè di far germogliare. Nessun fenomeno può realizzarsi se noi non ci apriamo al progetto di salvezza (aperiatur terra et germinet Salvatorem) e Maria è la dimostrazione di questo intervento di scambio. Se ne deduce che non c’è Natale se non con la concomitanza attiva di entrambi gli atteggiamenti. Predisponiamoci all’accoglienza.

Lettera aperta del 19 dicembre 2021

Inserito il 15 Dicembre 2021 alle ore 17:03 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 19/12/2021. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Il Natale chiede la nostra Fede

Inserito il 15 Dicembre 2021 alle ore 16:51 da Don Gianni Antoniazzi

Si avvicina il Natale. La festa, nata nei primi secoli per una fede profonda, si sta trasformando in un appuntamento pagano. I credenti hanno la gioia di viverla come un incontro di Salvezza.

Quante cose sono cambiate sul Natale. Negli anni ’70, ad Eraclea, c’era l’usanza di fare il presepio in ogni casa. Le statue erano realizzate in modo fantasioso, con materiale umile o con sagome di carta; i piccoli rinnovavano il muschio; un adulto pensava alla grotta. La famiglia si raccoglieva per inaugurare l’opera e pregare insieme. Non c’era un pranzo particolare: la vigilia era di digiuno. La Messa nella Notte era per le famiglie “in centro”. Per tutti gli altri c’era quella del giorno dopo: chi non ci andava era additato. Si stava diffondendo allora la novità dell’albero con stelle filanti. I più ricchi vi mettevano luci. Il parroco non approvava queste usanze di sapore nordico. I regali si facevano per San Nicola (6 dicembre), Santa Lucia (13 dicembre) o per la Befana (sera del Pan e Vin 5 gennaio). La Nascita di Gesù era circondata di preghiera. In quell’occasione il volto di Dio era più Evangelico: spesso preti e laici (!) invocavano castighi sui peccatori. A Natale Dio diventava mite, ricco di misericordia, accogliente.

Da quel tempo lontano tutto è cambiato. Il Natale è una tappa laica e commerciale, svuotata di Cristo. La “minaccia” riguarda l’ambito dei regali: guai a dimenticarli. La fede è un corollario o uno scandalo, a seconda. Il mistero di Cristo che si fa uomo affinché ogni persona sia figlia di Dio è ignorato: semmai si parla di buoni sentimenti. L’Unione Europea non c’entra: siamo noi cristiani ad aver esiliato il Vangelo. Decidiamo se tornare a Cristo o volgere lo sguardo altrove.

don Gianni

Siamo ancora capaci di vera gioia?

Inserito il 12 Dicembre 2021 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Siamo ancora capaci di vera gioia? Sembra una domanda alla Marzullo. Qualcuno potrebbe dire che se ce n’è un valido motivo goderne è conseguente; qualche altro, più riflessivo, si chiederebbe: “Cos’è la vera gioia?”. A questo punto ognuno potrebbe sciorinare una serie di esempi e di tesi per sviluppare concetti a suffragio sia dell’uno che dell’altro aspetto della questione, che tuttavia, per il fatto stesso che si sia posta, rimane. Lo stravolgimento di tanti aspetti della nostra vita ordinaria ha alterato anche quelli che un tempo si potevano definire sentimenti spontanei, normali: l’esempio più banale di gioia che di norma si adduceva era quello di una madre in attesa del proprio bambino. Oggi si parla di stupore (se magari non era voluto), di disappunto (se il sesso è diverso da quello desiderato), di apprensione (per il dubbio di non essere in grado di farcela), di ansia (per un mondo che non piace), e così via, senza contare le reazioni di rifiuto. Allo stesso modo succede anche per gli altri fatti della vita meno importanti. Le gradite sorprese, poi, sono scemate del tutto perché si tende in linea di massima a programmare ogni cosa, per cui la gioia si trasforma al massimo in euforia temporanea se tutto va liscio o in soddisfazione se c’è una continuità. E qui è già insita una tesi sul secondo aspetto: salvo casi rari, non abbiamo più la capacità di provare la vera gioia, quella di accettare la vita per quella che è, di viverla giorno per giorno come un dono, affrontando le avversità come una sfida e di sorprenderci delle cose belle che ci riserva, a cominciare dalla più scontata come quella della salute. Oggi l’Avvento ci propone due “metodi” di gioia: quello di Maria Immacolata, che si affida totalmente al suo Signore che le stravolge l’esistenza (bene ha fatto il liturgista ad aprire la Messa con l’Antifona tratta da Isaia “Esulto e gioisco nel Signore, l’anima mia si allieta nel mio Dio..”), e quello di questa terza domenica, cosiddetta “Gaudete”, che ci invita a stare allegri nell’attesa, perché non c’è nulla di ansioso, in quanto la nostra speranza nella venuta del Messia è già certezza. Il messaggio arriva proprio da San Paolo nella seconda lettura, ma anche il vangelo non è da meno, quando suggerisce ai postulanti di Giovanni Battista una serie di atteggiamenti per sentirsi in pace con sé stessi e con Dio. In buona sostanza è aprendosi agli altri con generosità e solidarietà che ci creiamo quella tranquillità che sola può essere foriera di vera gioia.

Lettera aperta del 12 dicembre 2021

Inserito il 9 Dicembre 2021 alle ore 10:48 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 12/12/2021. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

« Articoli precedenti