Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Dove nascerai, Gesù?

Inserito il 24 Dicembre 2014 alle ore 11:42 da Plinio Borghi

È la domanda con la quale
ci interpelli ogni anno,
ma allo stato attuale
non sapremmo risponderti.
Il mondo in subbuglio,
le famiglie alla deriva non fanno
che turbarci e confonderci.
Fosse per me porrei la tua culla
a Peshawar e ti circonderei
di tutte quelle giovani vittime
della follia fratricida. Pure a casa di Loris proverei o nella cella
della povera madre presunta omicida;
in casa di tutte le madri mancate,
di quella ch’eliminò il figlio malato,
di donne uccise dal compagno lasciato.
Le tue culle distribuirei
nelle zone travagliate e brulle
infestate dall’ISIS, dove ancora
s’uccide in nome di Dio. Allora
potresti tornare in Palestina,
la tua terra tormentata e martoriata.
Ma la tua nascita è subito reclamata
dove la strage di studenti Yemeniti
ha sferzato famiglie o in Nigeria
dove cristiani e in genere credenti
sono in balia di esaltati perdenti.
E come trascurare la Liberia
da ebola tanto assalita e flagellata?
Un sollecito molto intrigante
arriva anche da Cuba, finalmente
liberata dall’embargo pesante
che l’aveva prostrata, resa indigente.
Però c’è anche un’Italia che t’aspetta,
da scandali, crisi e ruberie interdetta:
EXPO a Milano, a Venezia MOSE
e a Roma non son certo rose.
Se poi ci si mette il condizionamento
di un calo di fede, la paura
d’immigrazione incontrollata
e insicurezza tal da veder rifiutata
In classe del presepe la figura,
il quadro è completo. O Gesù,
troppa carne ho messo al fuoco
e temo d’averti confuso di più.
Forse mi suggerirai una soluzione
per la quale ci vuol poco:
“Comincia a farmi nascere
nel tuo cuore. Tutto il resto
farà l’amore”.

BUON NATALE!

La gioia di condividere

Inserito il 24 Dicembre 2014 alle ore 07:45 da Don Gianni Antoniazzi

Gli eventi di questi mesi intristiscono. Non è il caso di dimenticarli, ma di scoprire una speranza che illumini l’orizzonte oltre le fatiche quotidiane.

La strage dei bambini in Pakistan, la durezza delle condanne operate dall’Isis, le persecuzioni religiose in Nigeria, Siria, ma anche Egitto, Kenya e Iraq, le difficoltà amministrative della nostra città di Roma e di Venezia, sono solo alcune testimonianze di un fatica estrema nel tempo presente. Per non citare poi anche le innumerevoli difficoltà della vita personale di ciascuno. E dunque: perché celebrare il Natale con gioia, perché accettare ancora lo spirito di servizio? Perché aprirci agli altri con fiducia, se tanto forte è poi la crudezza dell’esistenza?

Parto dalle parole pronunciate dal nostro seminarista, Davide Rioda, durante la celebrazione penitenziale: “Il freddo di novembre è diverso da quello di marzo”. Il primo prelude all’inverno, il secondo alla primavera e lo si sopporta meglio. In questo momento l’esistenza può sembrare gelida. Chi però oggi celebra il Natale con fede comprende che quì c’è la garanzia di una perpetua primavera. Abbiamo una ragione per sperare e per vivere nel servizio agli altri. Non dimentichiamo in questi giorni chi sta male, chi ha meno, chi è nel lutto e chi nella solitudine.

Dio abita nel nostro tempo e lo ama. Il male che vediamo è del tutto provvisorio e destinato alla sconfitta: a trionfare sarà ciò che di buono abbiamo avuto il coraggio di seminare. Questo è l’augurio che estendo a tutti, credenti o meno, anche a nome dei confratelli sacerdoti, delle suore del monastero e dei cristiani di questa comunità.

don Gianni

Sospesa la Messa delle 7

Inserito il 24 Dicembre 2014 alle ore 07:11 da Redazione Carpinetum

Per ragioni di carattere organizzativo è prudente sospendere la S. Messa del mattino durante tutto il periodo Natalizio. I sacerdoti e il seminarista Davide non solo sono impegnati in tutte le attività che ci sono per i campi invernali, ma dovranno anche far fronte alle già numerose liturgie e ad eventuali funerali (Dio non voglia) che dovessero giungere in questo periodo.

Alle 7.30 celebreremo le lodi. La celebrazione della Messa alle 7 ritornerà puntualmente il 7 gennaio del 2015.

Lettera aperta del 28 dicembre 2014

Inserito il 24 Dicembre 2014 alle ore 07:08 da Redazione Carpinetum

Pubblicata lettera aperta del 28/12/2014. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Meditazioni in libertà… dalla liturgia all’attualità

Inserito il 21 Dicembre 2014 alle ore 12:16 da Plinio Borghi

Le madri che uccidono i loro pargoli stanno incorniciando quest’ultimo periodo d’Avvento in modo pesante ed estremamente contraddittorio, tanto abnorme che il più delle volte o pare abbiano rimosso il folle gesto o sono dichiarate incapaci di intendere e di volere. A queste si aggiungano quelle che ancora ricorrono all’aborto, malgrado le aumentate difficoltà “tecniche” di mettere al mondo figli. Per fortuna sono la stragrande maggioranza quelle che i figli non solo li accettano, ma pure li cercano in tutti i modi, tanto che si sono molto evolute le tecniche di fecondazione assistita e le adozioni. In tale contesto cade a fagiolo la riproposizione in questa quarta domenica del mistero dell’Annunciazione, ripreso pari pari dal primo capitolo di Luca: pura poesia che non mi stanco mai di leggere e approfondire, specie quando il Rosario del lunedì e del sabato lo mette in evidenza, ma ancor più in circostanze come quella di oggi, appunto. Maria è destinata ad essere l’anti Eva, l’aveva già detto Dio al serpente, come abbiamo ricordato l’8 dicembre. è sempre la figura che riscatta tutte le negatività che la nostra fragilità esprime: è la Madre per antonomasia. Eppure non era una situazione destinata ad essere tranquilla quella che avrebbe vissuto, dato il contesto sociale. Tuttavia Gabriele la tranquillizza nel suo turbamento e Lei non esita a mettersi a disposizione del grande e incomprensibile progetto di Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Non sapeva che sarebbe stato ancor peggio di quello che pensava. Comunque in tutte le fasi successive è stata all’altezza del compito, a partire dall’educazione di siffatto e difficile “Personaggio”. Bella forza!, potrebbe obiettare più di qualcuno, con tutte le autorevoli “tutele” che aveva Lei!… Considerazione sviante e blasfema, che non tiene conto di quanto il Creatore ci abbia messi ognuno sullo stesso piano e che non ci trascura: Gesù stesso un bel giorno dirà che nemmeno un filo d’erba perirà senza che il Padre lo voglia. Se poi consideriamo che si è pure fatto uomo come noi per amore… Pensiamoci, specie in questo periodo in cui siamo obnubilati da mille altre cose effimere. Anzi consideriamo che ci ha offerto una mano in più proprio attraverso la figura di Maria, alla quale possiamo ricorrere per un aiutino quando abbiamo la sensazione che le nostre piccole difficoltà siano insormontabili.

Lettera aperta del 21 dicembre 2014

Inserito il 19 Dicembre 2014 alle ore 19:51 da Redazione Carpinetum

Pubblicata lettera aperta del 21/12/2014.
Come sempre aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

A quando l’abolizione del Natale?

Inserito il 19 Dicembre 2014 alle ore 18:58 da Don Gianni Antoniazzi

Da alcuni anni a questa parte, i segni del Natale creano scompiglio nelle scuole e negli ambienti pubblici. Qualcuno discute se togliere la festa. In Belgio un primo passo.

Un presepio nella scuola di Bergamo ha sollevato un vespaio di polemiche perché il 30% dei bambini non è cristiano.

In Belgio, da quest’anno, le autorità pubbliche dovranno sostituire gli auguri natalizi con quelli per le «Vacanze d’inverno», mentre a Pasqua ci saranno gli «Auguri per le Vacanze di primavera». Primo passo in un’Europa che probabilmente imporrà vincoli simili a tutti gli Stati membri. Un modo per esiliare le radici cristiane. Corsi e ricorsi storici, direbbe Giambattista Vico: nella rivoluzione francese i giacobini vietarono le feste religiose sostituendole con ridicole celebrazioni alla natura. La pagliacciata durò forse 20 anni, anche meno. Scrivo dunque alcune opinioni.

Primo: spero che il Natale fatto di sprechi, consumi esasperati, frivolezze, canzoncine vuote e regali nauseabondi venga dimenticato. Mi piacerebbe una celebrazione per cristiani credenti.

Secondo: tante volte è vecchio chi non ha più un padre. L’Europa si conferma vecchia, non solo nel commercio, ma più ancora nell’animo: non vuole un Padre con sé; e figli di nessuno si sta male che mai. Bella figura! Accanto ad un Papa così fresco viene da impallidire.

Terzo: laddove ci fossero differenze di religione, di valori, di regole, l’Europa preferisce il vuoto piuttosto che una ricca diversità. E da sempre il vuoto crea morte.

Quarto: in nome di una fede estremista alcuni paesi musulmani calpestano la libertà religiosa. E allo stesso modo, in nome di una tolleranza arrabbiata, l’Europa uccide i segni del cristianesimo. Sennonché, la stessa Europa sta nutrendo terroristi che, scappati in oriente,  combattono contro i nostri cittadini. Siamo arrivati allo stesso clima inconsistente, futile e insulso da fine Impero. Da parte mia buon Natale a tutti, e con piena convinzione.

don Gianni

Meditazioni in libertà… dalla liturgia all’attualità

Inserito il 14 Dicembre 2014 alle ore 12:27 da Plinio Borghi

Le trasmissioni radiofoniche o televisive non s’interrompono quando noi chiudiamo l’apparecchio, tanto è vero che, se ci dimentichiamo di accendere in tempo, la parte di programma già trasmesso è persa (fatti salvi i congegni moderni che consentono forme di recupero). Riflettendoci, mi è tornato in mente quando, da piccoli, si andava dietro all’apparecchio radio, per noi, o a quello televisivo, per i nati dopo il ’53, per vedere dov’era il personaggio che stava parlando. Altri tempi, che farebbero ridere a crepapelle i bambini moderni, nati con lo smartphone in mano e le cuffiette sulle orecchie. C’è tuttavia nella storia di tutti, anche di chi è vissuto molto prima che inventassero aggeggi rice-trasmittenti, un protagonista che sta lanciando costantemente un messaggio importante e che “buca” tutti i video: Giovanni Battista. Noi lo collochiamo prevalentemente nel periodo natalizio, ma in effetti non s’interrompe mai, tant’è vero che l’evangelista Marco, come abbiamo sentito domenica scorsa, apre il suo Vangelo proprio con questa figura, quasi a significare che è lui che dà il “segnale” per contattare e capire Gesù stesso. Addirittura oggi vediamo che taluno lo confonde (o finge di farlo) con lo stesso Messia ed egli ad insistere che è solo colui che gli apre la strada, strada che va percorsa se vogliamo introdurci al vero e unico Maestro e rispondere alla sua chiamata. Certo, sta a noi stabilire il contatto, dove, quando e come vogliamo: la libertà che ci ha data non consente nemmeno a Gesù di venirci a gridare nelle orecchie. “Temo il Signore che passa”, diceva Sant’Agostino ed il nostro Patriarca domenica scorsa, citandolo, chiariva che il Signore non passa una sola volta o una volta tanto, ma continuamente e Giovanni continua incessantemente ad annunciarlo ed a spiegarci il modo per poterlo incontrare. Se però non seguiamo le istruzioni o non ci mettiamo per tempo in contatto, rischiamo di perdere un’occasione propizia. Per questo la Chiesa dedica un periodo forte al richiamo verso questo incontro, che è il Natale, e vuole che ci approcciamo con gioia, come si proclama all’introito della Messa di oggi, lasciando i musi lunghi a chi pensa solo a mangiare, alle tasse o ai regali. Ma attenti, la nostra dev’essere una gioia vigile e consapevole, ché non corriamo il rischio di addormentarci col sorriso sulle labbra ed il telecomando inutilizzato in mano!

Lettera aperta del 14 dicembre 2014

Inserito il 12 Dicembre 2014 alle ore 18:36 da Redazione Carpinetum

Pubblicata lettera aperta del 14/12/2014. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Asilo 100 su 100 e lode

Inserito il 12 Dicembre 2014 alle ore 17:47 da Don Gianni Antoniazzi

Senza sminuire professionalità e passione di altre scuole, plaudo al “Centro infanzia Germoglio” per i risultati ottenuti. Decisivi i fatti dell’ultima settimana.

Nel 2011 nessuno “toccava” volentieri la questione dell’asilo: neanche il Consiglio Pastorale. Soltanto Renzo Jester, conti alla mano, continuava a ripetere che serviva un intervento rapido ed energico.

Gianfranco Sperandio diede un aiuto per qualche tempo. La sua grave malattia lo arrestò rapidamente, ma rimase l’idea che qualcosa si potesse ancora fare. In quei mesi a Venezia mancava il Vescovo. Un paio di responsabili della Curia proposero con forza di accorpare il nostro asilo con un altro della zona. Insistevano parecchio, ma non abbiamo ceduto: l’altra struttura portava con sé un ulteriore debito di 230.000 euro (non me lo dicevano, ma queste erano le voci). Con la minaccia di chiudere anche la nostra realtà, ci lasciarono in pace.

Nel frattempo la “vecchia” direttrice, Lina Tavolin, accettò di tornare a darci una mano. Davanti non c’era solo lo scoglio amministrativo, ma anche un’ispezione regionale. Senza il punteggio adeguato avremmo perduto ogni contributo pubblico.

Cambiammo dunque la direttrice e tornò Lina. Insegnanti, educatrici e personale di servizio accettarono la sfida: la loro passione professionale e la loro stabilità tenace fu la molla per continuare spediti.
Primo obiettivo, già raggiunto, fu quello di mettere il bilancio in sicurezza. Ristabilito un Tfr, completo e per tutti, il bilancio fu portato in acque sicure. Ogni anno è stata anche accantonata una cifra per eventuali lavori di restauro sull’immobile.

Restava da affrontare l’ispezione regionale. L’appuntamento era per giovedì scorso. Cinque anni fa il Germoglio aveva ricevuto 65 punti su 100. Ebbene, grazie all’impegno straordinario di questi ultimi anni, la Regione ci ha dato ora 100 punti su 100, con menzione di lode ufficiale per il lavoro svolto. L’ispezione non ha controllato solo strutture, igiene e sicurezza, ma anche la qualità della cucina, la professionalità della proposta educativa, la formazione e i requisiti del personale, persino la possibilità di un parcheggio e la distanza da fonti inquinanti. Insomma tutto.

Commossi, dobbiamo dir grazie prima alle famiglie che ci hanno affidato i figli, poi a chi si è sacrificato per questo risultato e infine esprimere un plauso al personale che conduce quest’opera d’arte.

don Gianni

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