Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ormai alle Palme

Inserito il 14 Marzo 2024 alle ore 20:46 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica prossima, 24 marzo, inizia la Settimana Santa con la festa solenne delle Palme
La comunità cristiana rivive gli eventi e la grazia della Morte e Risurrezione del Signore Gesù.

Mentre l’età avanza, il tempo si fa più rapido: mi sembra di aver appena celebrato il Natale e già la liturgia propone le Palme e la Settimana Santa.

Riflettiamo dunque un istante sul tempo che scorre. Come sappiamo, le Palme cambiano data perché cadono a seconda della Pasqua. La Risurrezione si celebra nella prima domenica dopo la prima luna piena di primavera. Se, per esempio, la luna diventasse piena il sabato 21 marzo, la Pasqua sarebbe il 22 marzo, ovvero la domenica immediatamente successiva all’equinozio.

Per noi cattolici, dunque, la Pasqua oscilla tra il 22 marzo e il 25 aprile. I fratelli ortodossi, oramai numerosi nella nostra zona, fanno riferimento al “calendario giuliano” che ritarda le date di 14 giorni. Loro celebrano la Risurrezione tra il 4 aprile e l’8 maggio.

In queste date che incalzano c’è un dono di grazia. Nel tempo che passa, Gesù ci attende per rivestirci della sua vita. Durante la Quaresima abbiamo volto lo sguardo al deserto, luogo di incontro con Dio e di rinnovamento personale. Ora però, già con le Palme, l’aridità umana diventa un giardino pieno di verde.

don Gianni

La Via Crucis dei nostri giorni

Inserito il 6 Marzo 2024 alle ore 12:56 da Don Gianni Antoniazzi

Gesù non ha vissuto la sua passione soltanto nelle poche ore del Venerdì Santo. Lui è risorto “con i segni della croce”: è il modo per dire che Dio continua a condividere il dolore in ogni uomo. Non siamo soli.

La Quaresima ha le sue ricchezze.
Sottolineo la Via Crucis del venerdì alle 18:00. È un appuntamento caro alla tradizione. Dura 25 minuti. Chi vuole può restare in chiesa per la Messa successiva. In quella breve preghiera facciamo memoria dell’amore di Dio, perché ci sia chiaro che Lui continua a condividere le fatiche e i dolori di ogni persona. Ci considera suoi figli, non scappa dai nostri problemi, anzi, paga con noi la fatica, anche dei nostri sbagli.

Qualcuno, soprattutto fra gli intellettuali, sostiene che “Dio è morto” (Nietzsche) e assente dalla storia (Lévinas).
Da parte mia ho un’idea opposta. Non sarebbe difficile scrivere una Via Crucis coi drammi del nostro tempo: c’è la questione dell’Ucraina, dilaniata da potenti interessi, il dramma di Israele e di Gaza; le violenze nei poveri e la condizione dell’immigrazione. La Via Crucis moderna avrebbe le sue tappe anche in Occidente: per la nostra economia ogni anno 8 milioni di bambini muoiono di fame; con la nostra instabilità distruggiamo famiglie e togliamo ai figli la gioia di una vita serena; per la nostra superficialità e immaturità abbiamo una società triste, vecchia, grassa, indifferente a tutto. Dio ci perdoni. La lista sarebbe lunga.

Assente dalla storia non è Dio. Assente è l’uomo che non vede i problemi, ne parla, risolve poco, qualche volta fa peggio. Una preghiera nella Via Crucis ci aiuterebbe a crescere in maturità e consapevolezza.

don Gianni

Una comunità più green

Inserito il 28 Febbraio 2024 alle ore 20:35 da Don Gianni Antoniazzi

Più volte, in Quaresima, ritorna il tema del deserto: il suo valore sta nell’ascesi, nell’ascolto e nella conversione L’umanità, tuttavia, non può lasciare che il creato si trasformi in radura. I cristiani devono avere più cura del verde.

La cura dell’ambiente è un tema delicato. Riconosco che non tutti i cambiamenti climatici dipendono dall’uomo: nella storia del pianeta c’è sempre stata un’evoluzione.

È vero, tuttavia, che mai come negli ultimi 80 anni c’è stata una folle accelerazione nel riscaldamento del nostro pianeta dovuto principalmente alla nostra vita sconsiderata. Di questo passo, l’umanità potrebbe anche condannare sé stessa.

Purtroppo, nei secoli scorsi, leggendo malamente la Genesi, è passata l’idea fra i cristiani che il genere umano avesse il “dominio” sulla natura, una sorta di potere dispotico. Da decenni, invece, si è chiarito che la Scrittura ci domanda di custodire la vita e di completare nel creato il progetto del Padre: quello che porta alla bellezza.

Ogni comunità cristiana deve tenere a cuore l’ambiente.
Anche in parrocchia, dunque, sono state messe in pratica alcune attenzioni in tal senso. Mi hanno chiesto di elencare i passi compiuti e lo faccio volentieri nelle pagine di lettera aperta del 3 marzo 2024: sono il frutto della volontà di molti e li elenco solo per sostenere la sensibilità di tutti perché il lavoro comune raggiunge risultati che da soli sarebbero inimmaginabili.

don Gianni

 

Certificati dal Brasile

Inserito il 21 Febbraio 2024 alle ore 20:39 da Don Gianni Antoniazzi

Da anni la segreteria della parrocchia risponde a chi, dal Sud America, chiede il certificato di battesimo di un nonno o bisnonno emigrato da oltre un secolo. Che forse i nipoti stiano tornando a vivere qui?

I sindaci veneti di alcuni piccoli paesi di montagna si lamentano per le continue richieste di certificati anagrafici. Succede così: 150 anni fa, molti veneti hanno cominciato ad emigrare in Sud America. Oggi il Brasile conta una popolazione di 210 milioni di persone. Fra questi vi sono 30 milioni di discendenti italiani e i veneti sarebbero la metà. In un anno 12mila brasiliani, discendenti di emigrati italiani, hanno domandato ai comuni veneti la cittadinanza, facendo piombare nel caos i tribunali della Regione (Gazzettino 19/2). Secondo qualcuno i discendenti degli emigrati di un tempo stanno per rientrare nelle nostre terre.

Piano. Questa parrocchia è fra quelle che conservano documenti antichi che risalgono a prima del 1570. Da anni qualcuno del Sud America chiede il certificato di battesimo dei progenitori. L’obiettivo è chiaro: dimostrare le origini italiane. Nessuno però è mai tornato a vivere a Mestre o a Carpenedo. Tutti cercano la cittadinanza italiana ma, come insegna bene don Vincenzo, lo scopo è quello avere in mano un passaporto europeo. Il vero sogno non siamo noi, ma la possibilità di muoversi nel pianeta più liberamente, grazie al documento emesso dall’Europa. Qualcosa di analogo succede per gli immigrati dal Nord Africa: cercano di entrare in Italia con l’obiettivo però di giungere negli altri Paesi europei.

Non montiamoci la testa: i sudamericani che guardano da queste parti non vedono gente ricca di speranze. Restiamo umili: non saremo invasi, questa gente ha più vita di noi.

don Gianni

Abbassare i prezzi a Carpenedo

Inserito il 15 Febbraio 2024 alle ore 12:28 da Don Gianni Antoniazzi

La Quaresima è un cammino spirituale che coinvolge anche la vita quotidiana. Siamo chiamati ad una conversione che dia più vita al nostro territorio. Faccio una proposta di economia circolare.

Negli anni ’70 questa zona era abitata da parecchie coppie di giovani con figli piccoli. Al tempo, una palazzina di tre piani ospitava circa 25 persone. I tempi sono cambiati e oggi quelle palazzine accolgono più o meno 8 persone. Sono dati che prendo dalla benedizione delle famiglie. Ogni 6 appartamenti ce n’è in media uno vuoto, di solito ai piani più alti; due o tre alloggi sono occupati da un solo inquilino, magari avanti negli anni (anche oltre gli 80); mediamente, ogni 6 alloggi, si trova una coppia con figli. Bisogna anche tener presente che tanti anziani stanno guardando se altrove ci sono strutture più confortevoli, pensate per loro.

Non è difficile immaginare, dunque, che nei prossimi 10 anni, a Carpenedo, potrebbero liberarsi oltre 300 appartamenti. Che costo avranno allora quegli immobili sul mercato? Non ci dovremo scandalizzare se dovessero perdere buona parte del valore. Certo arriveranno turisti, studenti e qualche straniero, che, tuttavia, neanche adesso riescono a saturare il mercato, figuriamoci quando gli appartamenti disponibili saranno parecchi.

Torniamo ai nostri giorni. Qui tanti mantengono alto il prezzo dell’appartamento e non vendono, “in attesa di tempi migliori”. Secondo il mio modesto parere, e lo scrivo solo per la vita del quartiere, più andiamo avanti e peggio sarà. Forse è arrivato il momento di abbassare i prezzi: le giovani coppie potrebbero tornare a Carpenedo e saprebbero tener vivo il territorio oltre che conferirgli valore. È una proposta di “economia circolare” per la Quaresima… per andare verso una Pasqua con più vita, anche nel territorio. Pensiamoci con libertà, di certo non è un argomento di fede.

don Gianni

Una Quaresima serena

Inserito il 8 Febbraio 2024 alle ore 17:23 da Don Gianni Antoniazzi

Mercoledì 14 febbraio inizia il cammino di digiuno e penitenza per rinnovare la nostra persona e celebrare la Pasqua di Risurrezione. Il primo passo è abbandonare la tristezza che ci tiene inchiodati.

Mercoledì prossimo, 14 febbraio, ha inizio la Quaresima. Celebriamo l’imposizione delle Sacre Ceneri alle 17:00 (per bambini, ragazzi e famigliari), alle 18:30 e 20:45 (liturgia della Parola).

Ci vengono proposti digiuno, preghiera e carità per giungere rinnovati alla Pasqua. Sia chiaro: non si tratta di un cammino triste, ma sereno, di speranza e di gioia. Il figliol prodigo era contento di tornare a casa e lì ha trovato festa. Zaccheo, pieno di gioia, scese dall’albero per cenare con Gesù e cambiare vita. I documenti di papa Francesco, scritti per la conversione della Chiesa, hanno sempre un titolo pieno di allegria: Evangelii gaudium (24 novembre 2013), Amoris laetitia (19 marzo 2016), Gaudete et exsultate (19 marzo 2018), Laudate Deum (2023) ma anche Veritatis gaudium (8 dicembre 2017) e l’inno Laudato si’ (24 maggio 2015). Bello anche il libro “ti auguro il sorriso per tornare alla gioia” (2020).

In effetti ogni progresso, pur faticoso, riempie il cuore di letizia. Se la Quaresima fosse interpretata solo come una serie di divieti, non andremmo da alcuna parte. Se in essa, invece, riconosciamo una proposta che ci fa cantare il cuore, allora andremo lontano.

don Gianni

Madonna di Lourdes

Inserito il 1 Febbraio 2024 alle ore 12:22 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica prossima, 11 febbraio, ricorre la memoria della Madonna di Lourdes. Giovanni Paolo II ha associato a questa data anche la festa del Malato. La nostra parrocchia ha una lunga devozione legata a questi eventi.

Il fatto: l’11 febbraio 1858 la Madonna apparve per la prima di 18 volte a Bernardette Subirous nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi. Le apparizioni di Lourdes vennero ufficialmente riconosciute dal vescovo di Tarbes il 18 febbraio del 1862. Lourdes è meta incessante di circa 5 milioni di ammalati che invocano protezione e conforto. Sono circa una settantina i miracoli di guarigione giudicati inspiegabili e riconosciuti dalla Chiesa. Ben più numerose sono le conversioni.

La fede: so bene che la Salvezza viene dalla Pasqua di Cristo e dal dono del suo Spirito, non dalle apparizioni del 1800. Su quelle siamo liberi di credere o meno. Ogni domenica, Pasqua della settimana, rinnoviamo la Redenzione: l’Eucaristia umile, ordinaria, celebrata insieme e talora disprezzata è la base della vita di fede.

La situazione: la gente arriva a Cristo per innumerevoli strade, anche diverse da quelle previste nella “teologia” ufficiale. Non è giusto avvilire chi cerca Cristo, anche con modi che non corrispondono alle nostre attese. Dunque: se la Messa della domenica è giustamente il punto di riferimento, domenica 11 febbraio intendiamo onorare comunque la Vergine Maria alla quale molti si rivolgono col titolo di Madonna di Lourdes. Alla fine di ogni celebrazione andremo alla “grotta” per fare la preghiera di affidamento, soprattutto dei malati. I teologi raffinati storceranno il naso? Pazienza: prima o poi impareranno che la buona battaglia della fede si combatte su tutti i fronti e si vince con le armi più diverse. don Gianni

Europa e pace: parole

Inserito il 24 Gennaio 2024 alle ore 16:00 da Don Gianni Antoniazzi

I conflitti in Ucraina e Israele sono alle porte d’Europa. Noi li guardiamo, quasi da spettatori. Annunciamo azioni diplomatiche ma non abbiamo l’autorevolezza necessaria per qualche risultato.

Ci sono conflitti sanguinosi alle porte dell’Europa. Le “autorità” dell’Unione annunciano di continuo azioni diplomatiche. Tuttavia, per valutare quanto sia autorevole la “parola” europea, basta un esempio (cfr Strauss): i 10 comandamenti sono formati da 274 vocaboli (nell’Ebraico meno), la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti da 300, le disposizioni europee sull’importazione di caramelle sono un documento di 25.911 parole. Il lettore capisce da solo che il linguaggio europeo è privo di spessore.

Il problema non sta nella nostra forza militare – tra l’altro spendiamo più degli USA – e neppure nella politica estera. È una questione interna: ci manca personalità, senso di appartenenza, una storia comune, una visione d’insieme: basta considerare la questione dei migranti, quando ogni Stato ha dato spazio all’egoismo nazionale (Liliana Segre).

L’espressione europea è poco più di una ranocchia. Una rana però che, nel linguaggio, vuol gonfiarsi come un bue e, oltre alla brutta figura, rischia spesso di scoppiare. Tutti ammirano la nostra arte, sono incantati dalla ricchezza culturale passata… ma la situazione attuale non fa battere il cuore a nessuno.

Se l’Europa guarda attraverso l’Atlantico vede l’aquila americana, ma quando gli altri guardano verso di noi vedono solo la parte posteriore di uno struzzo.

don Gianni

Il nostro Centro Infanzia

Inserito il 17 Gennaio 2024 alle ore 20:07 da Don Gianni Antoniazzi

In questo periodo dell’anno le famiglie decidono sulle scelte scolastiche dei figli. Chi ha bambini molto piccoli guarda anche quali strutture possono svolgere il servizio Nido. Noi presentiamo “Il Germoglio”.

Grazie a Dio la parrocchia di Carpenedo ha un Centro Infanzia con scuola materna e nido. È il frutto del lavoro di generazioni intere che si sono alternate per sostenere questo servizio e renderlo poco per volta un’eccellenza del territorio.

“Il Germoglio” conta oltre 110 anni di attività. C’è anzitutto il nido con più di 50 posti e 10 dipendenti. È accreditato dalla Regione Veneto con controlli periodici raggiungendo sempre i migliori standard qualitativi e il massimo punteggio. Dal lunedì al venerdì accoglie bambini dai 12 mesi fino ai tre anni, con qualche eccezione. La giornata inizia alle 7:30 del mattino e offre un orario flessibile: c’è la possibilità di un tempo breve con il pranzo; c’è il part-time fino alla merenda; c’è poi l’offerta del tempo pieno che copre le famiglie fino alle 16:00 del pomeriggio e, se i genitori trovassero qualche intoppo nella giornata lavorativa, è data l’opportunità di tenere i figli custoditi fino alle 17:00 o anche oltre. L’offerta include sempre un progetto educativo con attività ludico-formativa, sia al mattino che al pomeriggio (compreso l’inserimento dell’inglese). In genere, dopo il pasto, i bambini riposano nella stanza dedicata alla nanna per circa due ore. Al momento, del risveglio le educatrici si dedicano alla loro cura e igiene personale, in attesa della merenda pomeridiana.

Nel Centro Infanzia “Il Germoglio” c’è poi la grande scuola materna. Conta di 4 sezioni per un totale di circa 120 bambini. È facile descrivere questa struttura perché corrisponde ai requisiti previsti anche dalla scuola pubblica e conosciuti ovunque da decenni. L’asilo è infatti, in tutto e per tutto, una scuola paritaria, promossa, tra l’altro, col massimo punteggio. Vi sono insegnanti qualificate che seguono con gioia i bambini. Tutte partecipano a corsi di aggiornamento e si distinguono per i risultati educativi.

Questa è ancora una delle poche scuole con una cucina e dei cuochi interni certificati. La struttura del Centro Infanzia si fa garante per la qualità del cibo, e riesce ad offrire alimentazione differenziata anche in base alle necessità dell’ultimo momento. Ampie stanze pavimentate con materiale isolante e gioiosamente arredate accolgono i bambini per i loro giochi. Unica struttura della zona, offre tre spaziosi giardini esterni ove i bambini stanno volentieri durante la bella stagione ed hanno modo di giocare anche nelle giornate invernali soleggiate. La collaborazione con le famiglie è continua.

Frequentando il nido c’è la garanzia di poter entrare poi alla materna (ove ci sono sempre più richieste dei posti disponibili), comprendendo anche un progetto di continuità nido-materna per far conoscere ai piccoli la realtà della scuola futura, agevolando il successivo passaggio.

don Gianni

Carnevale e radici religiose

Inserito il 10 Gennaio 2024 alle ore 17:05 da Don Gianni Antoniazzi

Dopo l’Epifania inizia il tempo di “carnevale” che culmina nelle feste del Giovedì e Martedì Grasso, prima dell’inizio della Quaresima. Il periodo di trasgressione è celebre a Venezia, ma imbarazzante per la fede.

Parliamo del Carnevale perché, se Dio vuole, il 4 febbraio (fra 15 giorni) lo festeggeremo con bambini e giovanissimi. La festa ha radici lontane: la troviamo nella civiltà egizia, greca e poi romana. Il rapporto col Vangelo non fu facile. Solo nel 1468 papa Paolo II, amante delle feste e della buona cucina, volle indire solennemente il Carnevale nella città di Roma mettendo fine a secoli di ostilità.

La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne), o forse carnem vale (carne addio) e indicava il banchetto prima della Quaresima. Fin dal principio, però, questo era concepito come un periodo di trasgressione: ci si maschera il volto, se ne combina di cotte e di crude, si ride, si mangia, si beve, si balla, si scherza su tutto e su tutti, salvo diventare serissimi quando si fanno i conti. Sì, perché il Carnevale è (anche) un grosso affare.

Secondo i dati Cna del 2017, in Italia si fatturano 200 milioni di euro: al primo posto Venezia, con 55 milioni, poi Viareggio (26 milioni), Ivrea (2,5 milioni), e gli altri. Da segnalare solo questo: nella nostra città, il Carnevale è a uso di fotografi, poco più.

Non condanno la festa, per quanto in alcune parti del mondo (come in Brasile) sia del tutto trasgressiva. Anche Gesù ha partecipato a banchetti e danze del tempo, al punto da essere chiamato “mangione e beone”, amico dei pubblicani e dei peccatori (Mt 11,19).

Noi non ci vergogniamo di dire che domenica pomeriggio, 4 febbraio, faremo festa. Anzi. Abbiamo l’ardire di chiedere ai genitori di darci una mano e di lasciare in segreteria il nome di chi fosse disponibile. Questo perché la fede non limita, ma compie anche la gioia della persona.

don Gianni

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