Perché celebrare Pentecoste?
Inserito il 19 Maggio 2012 alle ore 19:25 da Don Gianni AntoniazziSenza lo Spirito la vita di Gesù sarebbe stata un fallimento in mano a undici uomini chiusi nel cenacolo. È lo Spirito che solleva e dà forza.
Qualcuno vede nel Nuovo Testamento due chiese: quella di Pietro, fondata sulla gerarchia dei ruoli (apostoli, discepoli, battezzati) e quella di Paolo, democratica, dove ciascuno ha un proprio carisma a beneficio di tutti. La prima sarebbe la chiesa pasquale, fondata sul Capo degli apostoli che per primo entra nella tomba del risorto. La seconda sarebbe la chiesa di Pentecoste, ove lo Spirito viene donato a tutti in egual modo. Non credo a questa netta distinzione ma riconosco che in Italia trascuriamo il mistero di Pentecoste, festa dei talenti di ognuno.
C’è un secondo passo. Qualcuno, anche fra noi, trova nella diversità una fatica. Essa è invece un’occasione per crescere. è lo Spirito di Pentecoste che unisce i figli di Dio diversi fra loro e tutti capiscono il linguaggio degli altri. Anche questo è un dono da chiedere nella liturgia di domenica prossima.
Terzo. Intorno a noi la crisi sta peggiorando. In modo particolare i giovani risentono di un orizzonte futuro ormai apparentemente chiuso. È l’esperienza vissuta dagli apostoli nel cenacolo prima del dono dello Spirito. Fra 7 giorni invochiamo l’energia e l’entusiasmo dello Spirito per una società più capace di speranza.
Da ultimo. Si avverte anche nella chiesa un momento di stanchezza. Non parlo certo del patriarca Francesco che spende parecchie energie. C’è però un’opinione di sfiducia verso l’istituzione. Solo lo Spirito ci può guarire e restituirci una Chiesa che sia non di santi ma di perdonati.
don Gianni