Cosa possiamo pensare di lei?
Inserito il 14 Luglio 2013 alle ore 08:00 da Don Gianni AntoniazziSabato 29 giugno è morta Margherita Hack, una fra le personalità italiane più significative. Le dedico la copertina perché ne ho stima ed ammirazione. Non era credente. Cosa pensare?
Margherita Hack, astrofisica, è stata un eminente emblema della cultura italiana nel mondo. Ha dimostrato preparazione, serietà, coraggio razionale e tenacia nella ricerca anche se qualche volta si è lasciata strumentalizzare per pretesti politici.
Veronesi l’ha definita icona del pensiero libero e dell’anticonformismo. Di padre protestante e madre cattolica si dichiarava atea e fu presidente onorario dello UAAR (unione atei agnostici razionalisti). Ha dovuto lottare non poco con questa povera Italia che da principio non l’ha propriamente compresa e spesso l’ha ostacolata. Con fatica le sono state riconosciute le doti di ricercatrice e scienziata rigorosa e audace.
L’ho stimata, non poco, anche se mi sono sempre chiesto il motivo di una così forte opposizione alla religione. Per lei la ragione era alternativa alla fede: l’una escludeva l’altra. Vi era per lei un principio fermo che provo a semplificare in questo modo: è vero quello che può essere verificato e comprovato. Convinzione che sta alla base delle “scienze esatte”. Principio che mi ha sempre affascinato e sradica molte pre-comprensioni. Un principio che però non è stato verificato. Semplificando molto: chi ha detto che sia vero solo ciò che si può verificare?
La scienza è una sorta di isola nella quale tutti ammettiamo come vere le cose riproducibili in laboratorio. Bisogna però ammettere che vi sono realtà, pur vere, che però non possono essere verificate: per esempio gli affetti, le speranze, la fiducia, la serenità, la gioia. I valori più profondi che ci rendono uomini. Sono realtà che accogliamo come intuizione dell’essere, ma che non possono essere dimostrate.
Fra queste c’è anche la fede e il rapporto con Dio. Non si tratta di una verità che possa essere imposta. Anzi: è legittima la posizione di coloro che pensano il rovescio. Ma a rigor di logica non è corretto dire che i credenti siano lontani dalla ragione: anzi se usata con rigore essa lascia aperto il passo della fede che, quando è compiuto, si mostra congruo alla vita.
don Gianni