Cosa sorprende e cosa non più
Inserito il 16 Ottobre 2014 alle ore 16:11 da Don Gianni AntoniazziLa comunità di San Patrignano ha commissionato ad Euromedia Research uno studio per capire il rapporto fra giovani e dipendenze. Poche sorprese, ma qualcosa sbalordisce.
Non è detto che i sondaggi siano sempre lo specchio della realtà. Anzi. Per quel che vale, la comunità di San Patrignano, che di droghe se ne intende, ha commissionato uno studio sull’argomento, dal quale risulta che quasi il 40% dei giovani tra i 13 e i 30 anni considera l’uso di stupefacenti parte integrante del “divertimento”: dunque un fatto più che normale della propria vita. Ancora: un giovane su tre (fra i 25-30 anni), si droga per “uscire dalla noia”, mentre il 10% lo fa per “stare in compagnia”. In tutta sincerità non sono sorpreso. Forse pensavo peggio.
Quel che mi stupisce è che il 45% fra i 25 e i 30 anni (!) ritenga «il divertimento la cosa più importante della propria vita», e solo il 32% pensa a «progettare il futuro». A Eraclea, quando sono diventato prete, era normale che una persona sui 25 anni fosse sposata e avesse dei figli. Lo si chiamava uomo e donna. Quale futuro invece potremmo immaginare partendo dalle premesse attuali?
Altro fatto sorprendente è il rapporto dei giovanissimi con gli adulti. Il 43% dice che i genitori sanno, ma lasciano fare, mentre il 24,4% neppure si interessa delle scelte dei figli e dà completa libertà. È una scelta poco saggia: i ragazzi che oggi sono in difficoltà, domani saranno uomini fragili che suoneranno il nostro campanello di genitori anziani per domandare aiuto. E allora pagheremo il disinteresse odierno.
don Gianni