Allora siamo o no Charlie?
Inserito il 25 Gennaio 2015 alle ore 12:06 da Plinio BorghiAllora siamo o no Charlie? Dapprima sembrava che il sì fosse corale e non si sono visti cartelli che affermassero il contrario, a parte l’immediata presa di distanze della Le Pen. Poi l’emotività iniziale si è smorzata, il polverone si è abbassato e sono emerse via via posizioni differenziate, fino ad arrivare ai sacrosanti distinguo del Papa, il quale, tuttavia, è stato l’unico ad astenersi dal dire di non essere Charlie. Secondo me lo slogan non implicava affatto la condivisione del contenuto o dell’impostazione delle vignette, ma soltanto la difesa della libertà di espressione in generale. Come a dire: “Caro terrorista, se credi di zittirmi colpendo nella direzione che più t’infastidisce, sappi che siamo tutti Charlie”. Altra questione è quella del merito, sulla quale, senza dilungarmi, concordo in pieno con quanto diceva il nostro parroco la settimana scorsa: se la satira si riduce ad offesa gratuita (e ciò non solo nei confronti delle religioni, ma di chiunque) e non è costruttiva, è inutile e deleteria. Aggiungo che, a mio avviso, dovrebbe avere la capacità di mettere in evidenza le contraddizioni in cui ognuno di noi incorre rispetto al proprio credo o alle proprie idee, piuttosto che sbeffeggiare alla spicciolata chi la pensa diversamente, cosa molto più facile e comoda. Con tutto ciò, dissento da quel quotidiano inglese che, all’indomani dei fatti sanguinosi, si è permesso di pubblicare che “se la sono cercata” e da quelli che, nella stessa circostanza, si sono precipitati a mettere le mani davanti: tutto ciò è segno di debolezza e fa il gioco di chi ci vorrebbe soccombenti. Di contro, come vorrei che certe esibizioni di solidarietà si traducessero anche verso i Paesi dai quali non ce ne derivano particolari interessi economici, come la Nigeria! Oggi è la festa della Conversione di San Paolo e, nel contempo, la liturgia sia dell’una che della domenica ricorda la nostra chiamata e il nostro impegno precipuo: la testimonianza del Vangelo. Invochiamo San Paolo che interceda perché anche ai terroristi e ai prepotenti il Signore riservi il dono della folgorazione, sperando di non fare la fine di quel missionario che, imbattutosi in un leone e vistosi senza via di scampo, alzò gli occhi al cielo e pregò: “Signore, ispira a questa belva sentimenti cristiani!”. Il leone immediatamente s’inginocchiò e, levati gli occhi al cielo, disse: “Grazie, Signore, del cibo che anche oggi mi hai mandato”. …!