Girare il mondo in TV
Inserito il 18 Gennaio 2015 alle ore 11:56 da Plinio BorghiGirare il mondo in TV è indubbiamente interessante. Sono i programmi che seguo più volentieri, perché mi aprono finestre inimmaginabili su realtà che nemmeno i più abili pennaioli saprebbero adeguatamente descrivere. Gli spunti che ricevo mi fanno conoscere cose nuove e mi stimolano ad approfondire taluni aspetti conosciuti in modo soltanto superficiale. Tuttavia, sarebbe improprio affermare che in tal guisa si è viaggiato stando seduti in poltrona: recarsi poi sul posto e coinvolgere oltre al cuore e alla mente tutti i cinque sensi che abbiamo a disposizione è tutt’altra cosa. Non solo, ma seguire poi le trasmissioni che ti ripropongono luoghi già visitati e sapere che sei stato proprio lì è un’emozione unica. D’accordo, non tutti possono o vogliono dedicarsi a certe avventure e per costoro va bene anche la poltrona, ma almeno il desiderio di esserci, liberare la mente e la fantasia verso quelle mete sono condizioni minimali, altrimenti è tempo perso passivamente, come per tanti altri prodotti televisivi di scarso spessore. Mi sono riaffiorati questi pensieri, che, avrete capito anche in altre circostanze, mi coinvolgono alquanto, proprio esaminando la liturgia di oggi, la quale peraltro è l’altra faccia della medaglia di quanto si esponeva la settimana scorsa: il Battista indica dunque a due suoi discepoli l’Agnello di Dio e questi prendono a seguire Gesù. Erano stati di fatto spinti a cercarlo, volevano farlo e sostanzialmente l’avrebbero anche trovato, ma quando il Messia si gira e chiede loro cosa volessero, essi rispondono: “Maestro, dove abiti?”. Li prende l’impulso (comune anche a noi quando conosciamo persone nuove e interessanti) di saperne di più. E qual è il modo migliore per approfondire la conoscenza? Quello di recarsi sul posto, anzi, nel luogo più personalizzato e intimo che è la dimora. Gesù lo sa e si limita a rispondere in modo molto stringato: “Venite e vedrete”. Quei due, data l’ora, si sono poi fermati ed è bastato per metterli in grado di acquisire una certezza (quello era proprio il “Cristo” tanto atteso) e per trasferirla ad altri, contagiandoli. L’indirizzo per tutti è: volere, ricercare, trovare, approfondire, divulgare e coinvolgere. Se ci limitiamo ad osservare, la salvezza rimane una chimera e il Salvatore un’immagine scialba su di un santino, destinato a scolorire.