Dare tutto per scontato…
Inserito il 15 Marzo 2015 alle ore 12:03 da Plinio BorghiDare tutto per scontato è molto pericoloso perché induce a due effetti parimenti superficiali: non darsi pena di approfondire e non godere appieno. Ciò vale sia per gli aspetti positivi sia per quelli negativi. Prendiamone uno per tutti: l’amore di madre. Quante volte lo abbiamo analizzato? Quante volte ci siamo fermati a considerarne l’intensità, la fatica, i frutti, la negazione di sé stessa, l’ansia per la nostra salute, l’impegno per la nostra educazione e così via? Abbiamo assaporato la carica di questo amore o ce ne siamo invece assuefatti fino ad accorgercene solo quando ci è venuto a mancare? Se ponessimo analoghi punti di domanda su qualsiasi altra situazione che diamo per scontata, ci accorgeremmo di quante non siano tali o comunque meriterebbero un minimo di approfondimento, proprio per renderci veramente conto di quel che abbiamo o per prendere le dovute distanze. Si dice che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere. Può essere, ma quanto è bello anche essere oggetto di attenzione, sentirsi amati, vezzeggiati, coccolati! Quant’è bello sapere che quello che fai è apprezzato, che quello che dai è gradito, che non passi mai inosservato, che sei al centro dei pensieri di qualcuno! Ebbene, riportiamo tutte le considerazioni di cui sopra nel nostro rapporto con Dio, proprio alla luce della frase centrale del vangelo di oggi: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto”. È una delle verità che la nostra fede dà per scontata, ma siamo noi adusi a soffermarci su questo grande gesto d’amore, pensato fin dai tempi del nostro peccato originale? Ci rendiamo conto di come il Padre non abbia posto limiti alla sua dedizione per noi? Gliene siamo grati cominciando dal saper godere a fondo di questa attenzione fino a dimostraglielo con la nostra adesione alla Parola? San Paolo ci ricorda che Dio è ricco di misericordia e che, malgrado le nostre colpe, ci ha salvati. Va bene, ma è bene anche rileggere la prima lettura e ricordarsi di come s’è arrabbiato con il suo popolo fedifrago e traditore. Ne aveva ben donde, ma non diamo per scontato che anche la nostra tiepidezza non lo abbia ad irritare. La differenza è che noi non avremo tempo per sederci lungo i fiumi di Babilonia e piangere. Diamo ora spazio ad un sussulto di ripresa.