Manifesti e manifestazioni
Inserito il 10 Gennaio 2016 alle ore 12:05 da Plinio BorghiManifesti e manifestazioni sono sempre stati un veicolo per portare alla conoscenza degli altri notizie, proposte, situazioni e avvenimenti o coinvolgerli in problematiche particolari. Se ne curano meticolosamente grafica e riuscita, perché maggiore è l’effetto e più ampia è la partecipazione, meglio arriva a destinazione il messaggio che si intende lanciare. Per questo la liturgia del periodo natalizio si conclude con una settimana dedita a due momenti particolari e fondamentali per l’avvio del progetto di salvezza: l’Epifania e il Battesimo di Gesù. Nel primo la nascita del Messia, pur così tanto preconizzata, si concretizza nell’essere portata a conoscenza del mondo, sulla scia dei Magi. Nel secondo emerge la vera natura dell’unto dal Signore: umana, quando si sottopone come tutti al battesimo impartito da Giovanni, e divina, quando in quel momento lo Spirito Santo scende su di lui in forma di colomba e il Padre lo proclama come Figlio, nel quale si è compiaciuto. Una conferma palese, se ce ne fosse stato bisogno, della sostanza Trinitaria di Dio. I riti delle due feste, le letture, i salmi responsoriali, le collette, sono tutti ordinati a fornire il dovuto risalto a questi importanti momenti. A tal proposito, proprio nel giorno dell’Epifania si fa luogo al “manifesto” dell’”Annunzio del giorno di Pasqua”, centro di tutto l’anno liturgico e dalla quale scaturiscono tutti i giorni santi. Sembra di primo acchito un esercizio pleonastico, perché sono notizie predeterminate e che pertanto già conosciamo, ma in realtà lo scopo non è il calendario, quanto l’evidenziare il percorso della salvezza che trova nella morte e nella resurrezione del Cristo il perno, il fulcro dal quale prendono origine e senso tutti gli altri giorni “santi”. Bello e significativo anche il passaggio della prima lettura di oggi, dal libro del profeta Isaia: “Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere..”. È un invito esplicito a dare continuità ai grandi annunci che abbiamo ricevuto, a vivere la fede in modo “maschio”, senza remore, se vogliamo che a tutti i popoli della terra arrivi la buona novella e possano adorare il Signore, come recita il salmo responsoriale dell’Epifania. Non è solo questione di obiettivi e di mandato a essere missionari, ma di coerenza. Altrimenti l’aver costruito tutti i nostri presepi rimane un fatto meramente esibizionistico.