Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Credo la Chiesa Santa

Inserito il 12 Ottobre 2016 alle ore 21:16 da Don Gianni Antoniazzi

Qualche mese fa il Patriarca aveva accennato alle future collaborazioni pastorali. Giovedì 6 ottobre ha convocato i sacerdoti in Basilica a San Marco e ha indicato responsabili e compiti

I vescovi cercano soluzioni per annunciare il Vangelo con i pochi preti disposti a vivere fra la gente. Il Patriarca Francesco sta proponendo con forza le “collaborazioni pastorali” perché in futuro sia possibile guidare le parrocchie con passo uniforme. Noi siamo in collaborazione con San Paolo di via Stuparich, la Santissima Trinità e la Madonna del Carmelo alla Favorita. Da poco è stata aggiunta anche San Pietro Orseolo in viale don Sturzo. Il Patriarca avrebbe chiesto a me di esserne responsabile, a me che mai avrei voluto trovarmi in un percorso così complesso e pieno di fatiche. Vedo la vita di alcuni preti sul litorale con due o tre parrocchie: corrono come trottole eppure nessuno è contento perché tutti vorrebbero che il proprio orticello fosse il primo.

Qui esprimo tutta la mia fede nello Spirito di Dio che parla attraverso il Vescovo e sono disposto al sacrificio per rispettare questo principio. A suo tempo la nostra parrocchia non ha ben compreso la mancanza del cappellano e ha continuato a chiedere che il sacerdote rimasto lavorasse per due. In futuro questa comunità ricordi che da più di 60 anni non dà un prete per la diocesi e quindi accolga almeno l’idea di non averne uno tutto per sé.

don Gianni

Una gratitudine molto… gretta

Inserito il 9 Ottobre 2016 alle ore 11:14 da Plinio Borghi

Una gratitudine molto… gretta contraddistingue in generale i nostri rapporti, compresi quelli con Dio. Di converso siamo molto prodighi di rivendicazioni, di convinzioni che tutto ci sia dovuto, di preci e suppliche quando vorremmo più attenzione e di recriminazioni quando le cose non vanno nel verso giusto: ovvio che se il colpevole non è nel nostro entourage, a farne le spese in prima battuta è proprio il Padreterno. Per fortuna il nostro Creatore è molto paziente e misericordioso, conosce di che pasta siamo fatti e glissa sulle nostre reazioni scomposte. Quel che però lo infastidisce e non sopporta, e ce l’ha fatto capire in mille modi, è l’indifferenza, la tiepidezza (nell’Apocalisse fa dire a Giovanni che i tiepidi li rigetta dalla sua bocca). Oggi ci è offerta un’altra di quelle occasioni: dieci lebbrosi lo implorano e vengono guariti mentre si accingono a presentarsi, su invito di Gesù stesso, ai sacerdoti, ma uno solo e per giunta samaritano torna indietro a ringraziare. Il Maestro non ha agito per ottenere riconoscenza, non sarebbe nella sua logica, ma ciò non toglie che gli fosse dovuta. Infatti, la sua reazione sembra quasi stizzita: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?” Qui segue una frase che indica il tipo di gratitudine al quale saremmo tenuti, quando le cose ci vanno bene e invece diamo tutto per scontato: “Non si è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?” La nostra grettezza è proprio così: non ringraziamo nemmeno quando otteniamo qualcosa su richiesta, figuriamoci in presenza di tutto ciò che ci deriva gratuitamente. Peccato che la vera salvezza non dipenda tanto dallo stato di salute o di benessere quanto da come ne saremo riconoscenti. Tant’è vero che l’epilogo dell’episodio di oggi è nella frase di congedo del Messia: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato!” Se ne deduce che agli altri nove non sia stato concesso altrettanto. Va da sé che la lode a Dio non si esprime solo a parole, bensì a gesti concreti, suggeriti dallo stesso Vangelo, senza bisogno di lambiccarci il cervello per stabilire priorità. Per vincere la ritrosia, cominciamo intanto a renderci conto che tutto nella quotidianità è un dono, anche i disguidi, e magari rispolveriamo in apertura di giornata quella bella e semplice preghiera che ci è stata insegnata da piccoli: “Vi adoro, mio Dio, vi amo con tutto il cuore. Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte …”.

Lettera aperta del 9 ottobre 2016

Inserito il 5 Ottobre 2016 alle ore 20:16 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 9/10/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Portare la Fede a tutti

Inserito il 5 Ottobre 2016 alle ore 19:53 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica prossima, 16 ottobre, si celebra la 90ª Giornata missionaria mondiale. Avremo con noi Padre Vincenzo che poi subito partirà per il Brasile. Sosteniamo la sua opera

Domenica 16 ottobre celebreremo la novantesima Giornata mondiale delle missioni. Se per noi la fede è una gioia dobbiamo imparare ad offrirla con lo stesso entusiasmo e la stessa gratitudine anche a ogni persona che incontriamo.

Questa è la missione: non si tratta di fare proseliti in giro per il mondo, perché il Signore ama tutti e ne siamo certi. Se però vediamo che il Vangelo dà un senso alla nostra vita e ci rende contenti e pieni di speranza, se capiamo che Gesù è un compagno di cammino vero e prezioso, non una semplice idea del passato, un mito o un simbolo, allora ci viene voglia di offrire agli altri la stessa ricchezza.

C’è poi anche la questione della carità. Si tratta di sostenere la vita e le opere di chi consacra tutta la sua esistenza in mezzo agli ultimi. Desideriamo raccogliere anche un’offerta per Padre Vincenzo, che in questo ultimo mese è stato in mezzo a noi. Di solito vive nel Rio delle Amazzoni, in un luogo sperduto dove raggiunge i suoi villaggi con ore e ore di viaggio in barca. Le offerte di questa domenica andranno a lui e per le necessità della sua gente.

don Gianni

Madre Teresa di Calcutta

Inserito il 2 Ottobre 2016 alle ore 11:33 da Plinio Borghi

Madre Teresa di Calcutta, come ci ha suggerito di continuare a chiamarla Papa Francesco anche dopo la sua canonizzazione, fra i moniti che ci ha lasciato c’è anche quello famoso e bellissimo che si riassume in due parole: anche se ti criticano mentre stai facendo ciò che è giusto, vai avanti e continua a farlo. Guai se lei si fosse fermata sotto la caterva di critiche che le sono piovute da fuori e da dentro la Chiesa! Critiche che non difettano ancor oggi di incremento, perché santi così danno fastidio e la memoria delle loro opere, che mettono sotto accusa tutta la tua pigrizia e la tua ignavia, è troppo recente per non sentirne il peso. San Paolo oggi riprende in sostanza lo stesso argomento e dice a Timoteo: “Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro”. Credo che il problema più grosso che stiamo vivendo come cristiani, soprattutto nel nostro opulento occidente, sia tutto qui: nella migliore delle ipotesi temiamo di dimostrarci tali e nella peggiore ci vergogniamo di esserlo. Per fortuna non abbiamo ancora perso del tutto la consapevolezza del “buon deposito dello Spirito Santo che abita in noi” (sempre S. Paolo) e siamo anche in grado di vedere le cose che saremmo tenuti a fare, ma ci manca il coraggio. Cadiamo così in balia degli avvenimenti quotidiani, affrontiamo il flusso di migrazioni improvvisando di tutto, fuorché un’accoglienza degna di questo nome, subiamo l’aggressività degli altri, che si rendono conto del nostro ventre molle e ne approfittano, reagiamo in un modo scomposto, che nulla ha a che vedere con la forza che ci deriverebbe dalla nostra fede, in grado di vincere il mondo, come recita il salmo responsoriale di oggi. Non siamo nemmeno più quei servi “inutili” richiamati dal vangelo, perché non facciamo quello che siamo tenuti a fare. La prima lettura, in linea con l’argomento, conclude così: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”. Non mi verrete a dire che i jihadisti, mentitori e fanatici, han l’animo retto e che noi siamo destinati a soccombere!? Certo che se l’arma più forte che possediamo è spuntata, ci resta ben poco margine per vincere. È ora di rivedere il nostro blando e superficiale comportamento e ciò a prescindere dai motivi contingenti. Facciamo intanto come gli Apostoli oggi e diciamo al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Chissà che almeno un pallido granellino di senapa non cominci timidamente a far capolino.

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