Interpretare bene la legge…
Inserito il 12 Febbraio 2017 alle ore 11:55 da Plinio BorghiInterpretare bene la legge è sempre stato il tormentone di chi è chiamato ad applicarla e a farla rispettare. Non è facile: c’è chi si attiene strettamente al significato letterario del testo (spesso compromesso dai vari estensori) e chi pensa di affidarsi soggettivamente al buon senso, con il risultato dei molteplici esempi di contraddizioni, anche gravi, ai quali giornalmente assistiamo. I più scrupolosi, invece, cercano di cogliere lo spirito della norma e, per essere più oggettivi, si studiano gli atti (parlamentari) che l’hanno accompagnata nel suo iter, bypassando così gli eventuali svarioni (o le furbizie) di chi poi l’ha materialmente scritta. Se parlassimo poi di quanti, per la carica ricoperta, si sentono investiti dell’autorità di dire la loro a seconda della convenienza o dell’aria che tira, scopriremmo tante di quelle interpretazioni “creative” da far paura. E ciò sia in campo civile sia in quello religioso. Con la conseguenza che certe forme distorte di attuazione rischiano di innescare nuovi spunti del diritto quali la consuetudine e la tradizione (usi e costumi), dando incremento così alla già esistente confusione. Tranquilli, non siamo da soli nella storia a registrare il fenomeno. Il brano del vangelo di oggi (come gli altri di questo periodo) ce ne offre ancora dimostrazione. Gesù, con l’autorevolezza che gli deriva dall’essere Messia, si fa interprete “genuino” della legge, non solo, ma si perita anche di completarla, proprio al fine di toglierle incrostazioni e deviazioni accumulate nel tempo per le stesse ragioni citate prima. Con buona pace dei sacerdoti, degli scribi, dei farisei, dei sadducei e di quant’altri. “Vi è stato detto … e io vi dico …” è il motivo conduttore e per certi versi il Maestro appare addirittura più rigoroso, ma sicuramente a beneficio della chiarezza e fuori da ogni logica di contingenza o di compromesso. Anzi, introduce in modo più palese la vera chiave di lettura che è quella dell’amore e l’amore, si sa, sceglie sempre la strada giusta e non si presta a mediazioni inquinanti o stravolgenti (altrimenti non sarebbe amore). Nella colletta odierna si recita: “O Dio, che riveli la pienezza della legge nella tua giustizia nuova fondata sull’amore..”. Allora, abbiamo la fortuna di avere un interprete affidabile: appoggiamoci a Lui nel dubbio. Non ci appaia ostica la sua parola e preghiamo con l’ultimo verso del salmo responsoriale: “Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore”.