Bisogna rompere la catena
Inserito il 19 Luglio 2017 alle ore 15:40 da Don Gianni AntoniazziFra sacerdoti avvertiamo un clima pesante sia a livello sociale sia nelle comunità cristiane e in diocesi. Una monaca di clausura riferisce la sua opinione serena e indica quale potrebbe essere la soluzione alle tensioni
Ho raccontato a una monaca di clausura il clima generale che si respira in città, anche a livello di fede. Gli ultimi spostamenti di sacerdoti hanno fatto emergere ulteriori fragilità sia per il numero che per la robustezza del clero.
La monaca pur non dotata di eccessiva cultura possiede saggezza da vendere. Ha ricordato che già Papa Benedetto XVI segnalava il nemico di Cristo dentro la Chiesa. Anche Paolo VI vide
“il fumo di satana” in seno alla comunità cristiana. Allo stesso modo, fra i 12, Pietro rinnegò e Giuda tradì.
Secondo la monaca il “tentatore” usa maldicenze, tensioni e proteste “interne” per incatenare quei cristiani che seguono la logica del mondo. Gesù chiede invece di stare dietro a lui. È sufficiente che anche uno solo accetti il Vangelo e già un anello si sgretola e la “catena” non stringe più.
La monaca osservava che Gesù non ha fatto calcoli: ha percorso vie sconvenienti, fino al Calvario, così ha tolto il laccio della morte.
Condivido questo ragionamento. Mi piacerebbe attuarlo se ne fossi capace. La Chiesa di Venezia ha bisogno di qualcuno che accetti il Vangelo fino in fondo e non segua le durezze del mondo. Ne basta uno perché si spezzi la rabbia e torni uno spiraglio di pace anche nelle realtà tormentate.
don Gianni