Abbiamo perso la lettura
Inserito il 17 Agosto 2017 alle ore 20:12 da Don Gianni AntoniazziSecondo l’Istat gli italiani prendono in mano un giornale o un buon libro sempre di meno. I più giovani lo fanno per stretta necessità e preferiscono testi brevi. C’è più qualcuno che consulti la Scrittura Divina?
Secondo le ricerche (Istat) nell’ultimo anno la metà abbondante degli italiani non ha letto neppure un testo. La situazione peggiora al Sud e per i maschi. La tecnologia non aiuta: Internet è occupata da immagini, video e musica mentre la scrittura sta diventando marginale. Anche i brevi sms potrebbero cedere il passo ai messaggi vocali, più semplici da comporre.
Stiamo dunque tornando analfabeti. Pensiamo alle conseguenze per la fede. Il Cristianesimo è la “religione del libro”, ma chi prende più in mano la Bibbia? Secoli prima di Cristo, quando ancora Venezia era una palude, gli ebrei di 12 anni dovevano saper leggere e scrivere a memoria la Torah. Rispetto a loro siamo regrediti.
In linea generale la lettura nutre la mente, approfondisce i pensieri, apre lo sguardo. Un libro spalanca gli orizzonti quanto un viaggio. Per noi credenti c’è di più. L’ignoranza della Scrittura non è solo incomprensione del passato letterario e artistico. Il Dio di Abramo parla attraverso la natura, agisce attraverso i fatti quotidiani, ma chiede di essere riconosciuto attraverso la lente della Bibbia, così che l’ignoranza della Scrittura diventa ignoranza di Dio (S. Ignazio).
Come possiamo capire le nostre vicende se non abbiamo nel cuore le parole di Cristo? Costa poco leggere un Vangelo: quello di Marco domanda un’ora e mezzo al massimo. Perché non provare?
don Gianni