Il mistero dei misteri
Inserito il 27 Maggio 2018 alle ore 10:03 da Plinio BorghiIl mistero dei misteri. Potrebbe così definirsi la Santissima Trinità, che oggi festeggiamo appena fuori dal tempo pasquale, ma del quale è mirabile corollario. Non fa neppure parte dei venti misteri contemplati nel Rosario, eppure potrebbe racchiuderli tutti, posto che ognuno termina con il “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”, che è la preghiera che risalta per eccellenza l’identità di Dio, uno e trino. Tutto sommato potremmo anche dire che non è poi questo mistero impenetrabile, tanto è percepibile nella sua essenza. Se abbiamo seguito bene tutta la liturgia del periodo appena trascorso, non ci è sfuggito come il ruolo delle tre Persone si sia alternato nelle rispettive caratteristiche ben distinte, ma senza risultare in alcun caso separato né sovrapposto l’uno all’altro. Il Padre che interviene per indicare in Gesù il suo Figlio prediletto nel quale si è compiaciuto; il Messia che compie il suo mandato di salvezza e nello stesso tempo si presenta come l’immagine concreta del Padre, che nessuno ha mai visto (chi vede me vede il Padre..); lo Spirito Santo che proviene da entrambi, che appare sotto forma di colomba, che viene prima promesso, poi alitato sugli apostoli dallo stesso Maestro, in virtù del quale conferisce loro tutti i poteri e che infine scende per infondere tutta la comprensione di cui c’era e c’è bisogno, all’insegna di una parola d’ordine che è la natura stessa del Dio che il Salvatore ci ha fatto conoscere: l’Amore. Il tutto quindi in un unicum talmente armonico da passare quasi inosservato, impercettibile, come tutte le cose che funzionano alla perfezione. Ecco, la Trinità come segno di armonia potrebbe essere un taglio particolare di contemplarla, per calarla poi nella nostra realtà terrena, specie di questi tempi, quando, oltre a continuare nei contrasti atavici che ci caratterizzano, stiamo facendo di tutto per minarla anche nella natura che ci circonda. È vero che il peccato dei nostri progenitori ha determinato la traumatica uscita da un’oasi di perfetta armonia, ma ciò non ci autorizza ad inseguire il sentiero dell’autodistruzione. Quando ci presenteremo al Giudizio, saremo interpellati anche su questo, oltre che sull’amore per il prossimo, che ovviamente discende dallo stesso principio. Allora stavolta invochiamo la Santissima Trinità, esempio di armonia per antonomasia, affinché ci riconduca e ci mantenga in un mondo quanto più vicino a quel Paradiso terrestre dal quale siamo partiti.