Defunti: compagni di cammino
Inserito il 23 Ottobre 2019 alle ore 13:52 da Don Gianni AntoniazziI nostri cari che hanno varcato la soglia del tempo non sono persi. Ci sono accanto nel cammino
di tutti i giorni. Bisogna capire in quale modo ci stanno vicini e come possiamo dialogare con loro.
Secondo il Vangelo, la morte non è la conclusione di tutto, ma il passaggio a un’esistenza completa. Saremo partecipi della vita del Risorto. Non andremo in un luogo fisico: spazio e tempo sono pur sempre limiti. Saremo compiuti e trasfigurati, in una situazione di affetto completo. Nessuno mancherà in quell’abbraccio. La comunione sarà piena anche fra vivi e defunti. Un genitore continuerà ad essere parte della vita dei figli e viceversa. Si tratta di un legame autentico, forte e maturo.
Questo rapporto però non si sviluppa secondo la causa e l’effetto, ma nell’intimità del bene. Vale a dire: non si può interrogare un defunto e aspettare la sua risposta. Le parole umane non sono sufficienti per chi vive di eternità. Coi defunti, però, si può stabilire una comunione vera nell’amore, come nel caso di due innamorati: si vogliono e si amano al punto da guardarsi negli occhi senza rompere il silenzio.
Più viviamo nell’amore fraterno come Cristo ci ha insegnato, più saremo uniti ai nostri cari. Questo annuncio che sgorga dal Vangelo non è razionale, cioè dimostrabile con esperimenti di laboratorio, ma è del tutto ragionevole, nel senso che corrisponde all’esperienza provata.
don Gianni