“Botta e risposta”
Inserito il 3 Novembre 2019 alle ore 10:01 da Plinio Borghi“Botta e risposta” è una locuzione per significare un confronto acceso, che non concede spazio al benché minimo intervallo. È classica dei battibecchi, ma anche a teatro la si rileva positivamente in chi ha la battuta pronta e, incalzando, non lascia cadere la tensione dello spettatore. Le sacre scritture stesse ci offrono più esempi in tal senso: Samuele, per dirne uno, quando sente la voce che lo chiama e risponde prontamente “Eccomi!”; gli apostoli, quando Gesù li chiama a diventare pescatori di uomini e non frappongono indugio ad abbandonare le reti e a seguirlo. Oggi, poi, il vangelo ci offre una scena speciale: il Maestro si rivolge a Zaccheo, che s’era annidato sul sicomoro per vederlo passare, e si autoinvita a casa sua. Scatto immediato di questo pubblicano incallito e altrettanto immediata conversione. C’è un minimo comun denominatore in queste reazioni: la predisposizione. Non ci può essere prontezza se in qualche modo non si è preparati. Così è per un confronto, per una recita, per uno stato d’animo, per una mente aperta, per una disponibilità acquisita in un rapporto maturo, per la curiosità stessa. Zaccheo era lontanissimo dall’epilogo che lo avrebbe reso protagonista quel giorno, ma la voglia di sapere, di conoscere era tanta da arrampicarsi su una postazione strategica per poter vedere questo Messia che avanzava, come fosse un agguato. A questo punto Colui che è “venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”, come dirà a chi lo contestava per le sue frequentazioni, sorprenderà il curioso con quell’invito perentorio. Questi, però, non fugge, anzi, sorpreso ma felice si mette subito a disposizione. Botta e risposta. Altre chiamate hanno al contrario richiesto più tempo, come quella di Paolo sulla via di Damasco o dello stesso Anania, inviato dal Signore a guarirlo dalla cecità. Non c’era alcuna predisposizione agli eventi e la risposta non poteva essere pronta. Il fatto che il risultato sia stato comunque grandioso non deve però trarci in inganno e favorire un’eventuale posizione attendista: sarebbe un atto di presunzione, anche perché non siamo tutti San Paolo e men che meno sulla via di Damasco. Se da un lato è vero che a cercarci è Gesù, dall’altro ci corre l’obbligo di essere preparati e predisposti, per non perdere l’immediatezza in un’occasione che potrebbe rivelarsi irripetibile. Il nostro rapporto col Salvatore dev’essere sempre di botta e risposta. L’incertezza potrebbe torcersi contro.