Un carattere distintivo…
Inserito il 17 Novembre 2019 alle ore 10:00 da Plinio BorghiUn carattere distintivo del nostro essere cristiani è o dovrebbe essere proprio il modo con il quale affrontiamo la vita, nel bene e nel male, in ogni sua fase, compresa la morte, che ne fa parte integrante ed essenziale. Noi dovremmo muoverci sempre con un occhio rivolto al fine ultimo, che è il “dopo”, e da quello assumere tutti gli atteggiamenti e le direzioni conseguenti. Un po’ come fa l’artigliere che, per sparare verso un obiettivo, deve crearsi il cosiddetto “falso scopo” sul quale costruire le coordinate. La settimana scorsa abbiamo ragionato sull’essere testimoni di speranza, ma ciò non può limitarsi a una dichiarazione di principio, pronti a cadere nella disperazione più plateale non appena sentiamo puzza di bruciato. Dobbiamo muoverci di conseguenza, dimostrando nei fatti che la nostra speranza è vera, convinta e solida. Se tutto va bene non è molto difficile, ma se le cose si mettono male, se incontriamo difficoltà nella gestione del quotidiano, nel lavoro, nella salute, nella presenza di grave pericolo, fosse anche quello di morire, scatta la prova del nove. Il che non significa non avere paura né di non manifestarla, fa parte della nostra debolezza umana ed è una buona arma di salvaguardia, ma occorre essere pronti a correggere il tiro e ad aggrapparci all’ancora della nostra fede, affrontando le cose nella consapevolezza che in ogni caso siamo diretti altrove e quindi con calma e determinazione. D’altra parte, il quadretto “edificante” che ci fa Gesù sul vangelo di oggi circa le disgrazie che investiranno l’umanità non lascia spazio a nulla di peggio. Di più, ci mette anche in guardia dai falsi profeti che si spacceranno per Lui, che in ogni circostanza vorranno indicarci altre strade da percorrere per uscirne indenni. E se li snobbiamo, ci combatteranno e ci provocheranno per metterci alla prova e allora la nostra forza trarrà linfa da quella fede che ci ha forgiato e da quella speranza proclamata come certezza. Eh, si dirà, lo spirito sarà anche forte, ma è la carne che continua ad essere debole! Come saremo in grado di reggere alle controversie? Ancora una volta il nostro Maestro (e futuro Giudice) ci rassicura: “Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”. E conclude: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. Qui purtroppo c’è da superare la mina vagante della pigrizia. Sappiamoci regolare.