Barbarie contro la vita
Inserito il 22 Gennaio 2020 alle ore 15:35 da Don Gianni AntoniazziPensavamo che il tempo presente esprimesse una condizione di vita più civile che non in passato. Assistiamo invece a segni di regressione. Sono scontati se vengono da incivili, non da realtà autorevoli e organizzate
L’inciviltà si fa strada con segni che stordiscono. Qualche settimana fa, per ordine diretto del Presidente, gli USA hanno deciso la morte di Soleimani. Fu un gesto civile e morale? In un discorso trasmesso dalla CNN, Trump non parla di “pericolo imminente”, ma di “azione preventiva e di deterrenza”. Non fu dunque legittima difesa. Ha aggiunto: “Il nemico ‘meritava’ di morire perché era ‘malvagio’, diceva cose cattive sul nostro Paese; ha ucciso migliaia, centinaia di migliaia di persone, ma, soprattutto, migliaia di americani”. Poi il Presidente si stupisce della tecnologia americana che programma con precisione la morte e la mostra in diretta video.
Di certo l’opera di Soleimani va considerata come estremamente grave.
Basta però l’accusa di un presidente per decretare la morte di un uomo? Non era più consono un processo? Non era meglio sottoporlo al Tribunale Internazionale? Trump aveva annunciato: “Difenderò sempre il primo diritto nella nostra Dichiarazione di Indipendenza, il diritto alla vita”. Vale anche per il nemico o no?
La barbarie di cui parliamo, però, sta più in là. Con la morte di Soleimani è stato ucciso anche un suo luogotenente (pace all’anima sua), e insieme a loro anche sei uomini di scorta. Per costoro tutti hanno fatto silenzio. Chi ha emesso un giudizio di condanna o innocenza per loro? Io stimo il popolo USA, ma ha un governo di legge o di uomini impulsivi? Se poi una potenza avanzata può decidere in modo arbitrario che la morte di sei innocenti è niente, allora diventa difficile per i cittadini non agire per simulazione. Si entra nel puro arbitrio umano, che scalza ogni diritto.
don Gianni