Due modi di fare Pasqua
Inserito il 12 Aprile 2020 alle ore 10:00 da Plinio BorghiDue modi di fare Pasqua. Spostarla non si può, altrimenti finiamo col celebrare la Pentecoste il 15 agosto e l’Assunta a dicembre, al posto dell’Immacolata. E allora, tanto per vedere il bicchiere mezzo pieno, vale la pena di cogliere l’occasione di vivere siffatto momento storico e unico e di valorizzarlo al massimo, dandogli i connotati che si conviene, affinché non resti solo il ricordo di un virus che ci ha fatti prigionieri. Facciamogli quindi assumere tutta la positività spirituale e sociale che ci veda poi uscire non solo vittoriosi, ma cresciuti. Legati come siamo alle mai disattese tradizioni, capisco come non sia così facile reinventarsi su due piedi il percorso adeguato, specie per le persone più anziane. Secondo me è senz’altro utile seguire in Tv le varie funzioni che il Papa e il Patriarca hanno promosso, ma, per chi può ed è capace di farlo, è ancora più bello attivare i collegamenti messi in atto dalla parrocchia, perché li sentiamo più “domestici”, ma pure in quanto stimolo giusto per acquisire tanti passaggi liturgici altrimenti meno percepiti dato l’incalzare dei riti. Dovendo ridurre i vari momenti all’osso, infatti, senza la massiccia ed enfatica partecipazione fisica, si tende a fissare meglio l’attenzione sul contenuto, esaltato dallo sforzo che i celebranti compiono nel trasmetterlo. Sarebbe peraltro opportuno accedere dopo aver letto e meditato le varie letture. Io lo sto sperimentando, anche per ragioni operative dovendo scrivere in proposito con anticipo, e vi garantisco che il risultato è gradevole. Non è secondaria nemmeno la sensazione comunitaria che se ne ricava, specie a fronte del pizzico di nostalgia che si prova a non poter essere là tutti assieme. Va da sé che, nel riavviare, si spera presto, la vita abituale, saremo come minimo molto più entusiasti avendo sperimentato cosa ha voluto dire privarsene. Socialmente non è possibile fare gran che, dati i limiti perentori che ci sono imposti, e passerà ancora molto tempo prima che possiamo azzardarci ad abbracciarsi e a stringerci la mano. Può questa essere l’opportunità buona per riesaminare il modo col quale ci siamo sempre scambiati gli auguri, perché dobbiamo comunque formularli, magari rivedendo certi elenchi ridotti e approfittare per riallacciare rapporti sopiti. I mezzi di comunicazione ci agevoleranno tentativi, che magari di persona potevano imbarazzare di più. Così quando ne usciremo, malgrado l’isolamento, avremo allargato la cerchia sociale. Io intanto approfitto di questo consueto veicolo per augurare a tutti BUONA PASQUA!