Il sostentamento…
Inserito il 14 Giugno 2020 alle ore 10:00 da Plinio BorghiIl sostentamento è il minimo comun denominatore richiesto da tutti gli aspetti che sono propri della nostra natura e delle azioni che li accompagnano. Il più immediato su cui porre l’attenzione è quello fisico, verso il quale abbiamo dei doveri imprescindibili per la nostra sopravvivenza. Pensiamo al tempo che dedichiamo a nutrirci ed ai vari obblighi che mettiamo in atto per farlo, a partire dal lavoro per guadagnare la pagnotta fino alla minuziosa ricerca d’ogni forma gradevole per mangiare volentieri (caliamo pure un velo pietoso su tutte le invadenti rubriche cartacee e audio televisive dedicate al cibo e alla cucina), e abbiamo già dimensionato il problema. Se poi allarghiamo l’ottica a qualsiasi nostro interesse turistico o sportivo avremmo la conferma che provvedere all’adeguato sostentamento è la prima cosa che teniamo a garantirci: nello zainetto per una semplice escursione non manca il posto per il panino e la bibita! Un altro problema che in questa fase ci sta particolarmente preoccupando è l’economia e la miriade di provvedimenti messi in atto per sostenerla sono lì a confermare una priorità che sfida persino il pericolo del contagio: il disastro sociale che incomberebbe è innegabile e più micidiale del corona virus. Lo stesso titolo al sostentamento lo rivestono quindi la mente, la cultura, l’istruzione, la salute e via dicendo e infine, non ultimo, lo spirito, la forza del quale, adeguatamente corroborata, stimola e rivaluta anche tutti gli altri aspetti. Oggi la liturgia pone alla nostra attenzione ciò che ne costituisce l’alimento per eccellenza: il Corpo e Sangue di Cristo. Ce n’era proprio bisogno? Non ci sono in ciascuna celebrazione della S. Messa la Parola a rafforzare la nostra fede e l’Eucaristia di cui ci cibiamo, in comunione con i fratelli, esigenza ineludibile se vogliamo uno spirito saldo e determinato a raggiungere il proprio compimento nella vita eterna promessa? È vero, ma c’è anche bisogno d’una testimonianza forte in tal senso: chi frequenta la Messa è già “conquistato” alla causa e, di contro, il mondo ha bisogno di segnali forti per comprendere e uscire dalla propria indifferenza. Non a caso a certe ricorrenze sono legati momenti particolari, come nella fattispecie è sempre stata la tradizionale “processione del Corpus Domini”. Le parole che Gesù proclama ai Giudei increduli sono la chiave che racchiude il messaggio da amplificare: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Forte e chiaro.