Santi Patroni: dal dire al fare
Inserito il 17 Giugno 2020 alle ore 14:44 da Don Gianni AntoniazziIl 19 giugno era anche la festa dei patroni Gervasio e Protasio, due giovani che hanno rinunciato a tutto per il Vangelo e nel fiore dell’età hanno affrontato il martirio. Esempio concreto di una fede non verbosa
Comunque la si voglia interpretare, la vita di Gervasio e Protasio risuona di una concretezza scandalosa. Non hanno parlato del Vangelo. L’hanno semplicemente messo in pratica. Quando i loro genitori furono uccisi per la fede in Cristo, non pensarono alla vendetta. Al rovescio: decisero di attuare in modo radicale i consigli di Gesù, distribuendo i beni ai poveri. Quando la durezza della persecuzione si fece aspra non si nascosero dietro un paravento di idee teologiche, adatte ad ogni circostanza e capaci di giustificare l’equilibrio di ogni scelta. Decisero che sarebbe stato un onore offrire la vita per Cristo e così andarono incontro al martirio. Loro che avevano molto da perdere fecero il possibile per rendere concreto e credibile il Vangelo.
Siccome venerdì 19 giugno, nella giornata della loro memoria, il calendario liturgico prevede quest’anno la celebrazione del Sacro Cuore di Gesù, ricorderemo i nostri Patroni alle S. Messe di domenica 28 giugno. La celebrazione delle 10:45 sarà all’esterno, in patronato.
Credo fermamente che la nostra povera Italia abbia grande bisogno di concretezza: il linguaggio del governo e dell’opposizione diventa credibile se accompagnato da una fattiva ricerca del bene comune. Anche la nostra fede deve trovare strade per la realizzazione quotidiana. Il Vangelo, infatti, funziona come una partitura: se ne può discutere quanto si vuole, ma solo la musica suonata rende merito all’autore. Solo il Vangelo vissuto fa risplendere Cristo Signore che opera fra noi.
don Gianni