Perché non fare un voto?
Inserito il 28 Gennaio 2021 alle ore 10:20 da Don Gianni AntoniazziQui non si tratta della situazione politica: “lettera aperta” deve mantenere uno sguardo alto. Ragioniamo sul fatto che, di fronte agli ostacoli più gravi, i cristiani del passato facevano un “voto”. Oggi facciamo silenzio.
Domenica scorsa una persona mi ha chiesto di fare un “voto” al Signore per la fine della pandemia. Attenzione, perché le parole vengono da un’intelligenza formata, concreta, disponibile al servizio, poco abituata alle frivolezze. Mentre discorreva, quel tale continuava a sanificare la chiesa col disinfettante: sapeva come si combatte il Virus.
La questione è profonda. C’è stima per la scienza e la sua efficacia: ci mancherebbe. Da sola, però, non basta. Vediamo le speculazioni intorno al vaccino: come potremo guarire se qualcuno resta senza farmaci? Guardiamo la politica: il Paese avrà una ripresa se le guide sono “indurite”? Osserviamo l’economia: nel pianeta cresce il capitale dei ricchi e aumenta il numero dei bisognosi. Potremo restare in salute fra gente indigente? Oltre alla scienza serve la conversione al Vangelo. Allora forse guariremo.
Non sarebbe giunto dunque il momento di fare un voto ufficiale al Signore perché risani le nostre intelligenze? Venezia, in passato, più volte ha percorso questa strada. Erano tutti stupidi? Siamo forse più maturi di loro? Se pensiamo alla nostra condizione politica, sociale, economica e religiosa avremmo soltanto da imparare.
Su questo tema del “voto”, le nostre guide spirituali e politiche fanno un silenzio assordante. Pare che in tutti sia tramontata la fede. Sembra importante “parlare” solo di questioni sociali. Sarebbe scandaloso ammettere che i nostri vecchi furono saggi? Non solo saggi, ma anche furbi: la costruzione di un tempio riattivava il lavoro, muoveva i mercati, faceva pubblicità, attirava i curiosi, mostrava ai commercianti la salute della città. Povera Italia.
don Gianni