Se le pietre potessero parlare!
Inserito il 10 Aprile 2022 alle ore 09:50 da Plinio BorghiSe le pietre potessero parlare! Quante volte ci siamo imbattuti in esclamazioni di questo tipo, per i più disparati motivi, sia relativi a situazioni piacevoli che a disastri come quelli della guerra in corso, laddove la verità dei fatti è offuscata da vagonate di panzane. Mi ricordo che una domenica delle Palme siamo andati con la corale gregoriana a cantare nella bellissima quanto suggestiva abbazia di Follina, diffondendo per tutti i vetusti locali, prima del convento con la processione degli ulivi e poi nella chiesa, gli antichi canti tradizionali. Al finire della Messa l’anziano celebrante, prima della benedizione, ebbe a considerare: “Le pietre di questi ambienti avranno vibrato nel risentir risuonare le vecchie melodie!!!”. Non credo che tali espressioni si debbano liquidare come semplici iperboli o metafore: è invalso l’uso di dar parola a soggetti del mondo animale o vegetale, magari investendoli del nostro modo di fare, come anche il contrario. E Gesù, nel vangelo in lettura oggi nella liturgia della benedizione dell’ulivo, risponde ai farisei che infastiditi dal clamore lo sollecitavano a zittire i suoi osannanti: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. Era evidente la conferma che la sua era una Verità insopprimibile. Peccato che più tardi le stesse voci reclamassero a Pilato la sua crocifissione, ma sappiamo purtroppo che la nostra labilità umana ci rende inconsistenti, non ha nulla a che vedere con la solidità della pietra. Per fortuna sappiamo pure che il nostro Salvatore non demorde e continua a rinnovare il suo sacrificio perché ci vuole “pietre vive” (a proposito del “contrario” cui facevo riferimento più sopra) per edificare la sua Chiesa. Allo stesso apostolo Simone ha cambiato in questo senso il nome in Pietro e l’ha trasformato nientemeno che in pietra miliare, fondamenta su cui poggiare il progetto di salvezza. In questa settimana santa siamo quindi chiamati a vivere i vari momenti, il Triduo in particolare, come sprint finale di una Quaresima che dovremmo aver proiettato all’avvenimento che tiene in piedi tutto l’impianto della nostra fede: la Resurrezione. Al qual proposito anche di quel momento determinante la sola testimone fisica è una pietra, quella che chiudeva il sepolcro ed è rotolata per lasciar passare il Risorto. Non occorreva, il Signore ci poteva passare attraverso, come dimostrerà più tardi. Ma serviva una testimonianza. Ah, se quella pietra potesse parlare! Beh, oggi siamo noi, con la nostra fede, a darle voce.