Legna da ardere e fede
Inserito il 24 Agosto 2022 alle ore 18:02 da Don Gianni AntoniazziLa crisi del gas spinge a cercare fonti alternative. Per scaldarsi qualcuno, anche da noi, usa la legna. Sembra oramai che quella da ardere sia introvabile. Eppure, basterebbe avere un po’ di cura in più.
Obiettivamente il titolo sembra singolare per un articolo di fondo su lettera aperta. Con poco sforzo però si chiarisce tutto.
Nei giorni scorsi Il Gazzettino ha segnalato a più riprese la mancanza di legna da ardere. Risulta che per l’inverno prossimo il pellet è diventato introvabile e chi ha un caminetto debba spendere quasi il doppio per buttarci dentro qualcosa. In Austria costerebbe meno ma è l’esportazione che è stata bloccata.
In realtà, chi cammina per i monti vede bene che la lega non è affatto finita anzi: per terra ci sono un sacco di alberi secchi e abbandonati. Sono ancora frutto della sciagura di Vaia.
Il problema è che nessuno ha voglia di andare a raccogliere quel materiale. Serve fatica per il trasporto, materiali adatti e tanta esperienza per tagliare e spaccare e accatastare la legna. I nostri montanari lo ripetono ormai come un mantra: con due sabati di lavoro straordinario a Luxottica si fa legna per un inverno.
La questione allora è che manca la cura dei boschi, manca la voglia di andarsi a cercare il materiale pur presente in natura. Manca la cura delle cose minime e si ritiene una perdita di tempo anche soltanto coltivare un orto visto che per pochi euro la frutta e la verdura sono garantite.
Su lettera aperta questo tema interessa poco se non fosse perché le stesse logiche si usano per la fede della gente. Rischiamo di avere poca cura per le persone e chi non ha una fede sviluppata secondo i criteri ufficiali rischia di essere abbandonato in mezzo “al bosco”. Si deve invece tornare con urgenza ad aver passione di tutti, così come il Signore ha fatto per tutto il suo gregge.
don Gianni