La Festa del Lavoro
Inserito il 26 Aprile 2023 alle ore 20:06 da Don Gianni AntoniazziLa Festa del Lavoro (1° maggio) è legata alla vita di fede. I cristiani sanno che l’attività umana non è un peso o una maledizione, ma esprime la personalità di ciascuno ed edifica il bene secondo il Vangelo.
San Benedetto, nella sua regola, scrive che: “I monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani, così come han fatto i nostri padri e gli Apostoli” (cap 48). Il santo abate scrive per i religiosi ma le sue indicazioni valgono per i laici.
In effetti, il lavoro non è una maledizione, ma una parte costitutiva della vita. Certo, l’esistenza è più ampia di ogni nostro impiego ed è necessario un grande equilibrio perché non accada mai che il lavoro diventi oppressivo: si lavora per vivere e non viceversa.
C’è poi da fare i conti con la fragilità umana, graffiata dalla pigrizia. Quando si apre la porta all’ozio, ogni impegno, per quanto lieve, appare gravoso. Così qualcuno prova a vivere senza lavorare. La sua vita allora risulta incompiuta e sterile. Nessuno, infatti, può realizzarsi se non donando qualcosa.
Anche San Paolo usa parole dure: “Chi non vuol lavorare neppure mangi” (2Tes 3,7-12).
Per questo risulta distante dal Vangelo qualunque tipo di intervento, anche dello Stato, che permetta alle persone di esonerarsi dal compiere un’opera.
Com’è bella invece la Costituzione italiana quando dice che la nostra vita civile è fondata “sul lavoro” (art 1).
don Gianni