La benedizione per i defunti
Inserito il 31 Ottobre 2023 alle ore 18:36 da Don Gianni AntoniazziQuando ci rechiamo alle tombe dei nostri cari eleviamo la preghiera al Signore. Non è una memoria: chiediamo che essi siano avvolti dalla vita e dall’amore del Padre. La Pasqua ci assicura che è una speranza certa.
In alcuni piccoli cimiteri di montagna, all’ingresso, c’è un recipiente di acqua benedetta. Chiunque entra può prendere l’aspersorio, fermarsi a pregare e invocare la benedizione sulla tomba dei propri defunti. Un gesto pieno di fede ma anche dal valore profondamente umano.
Per noi latini “benedire” significa “dir bene” di qualcuno o, al più, invocare la protezione di Dio. Nella cultura semitica significava invece riempire di vita (viene da barà = “creare” o “moltiplicare” sottinteso “vita”). Dio benedice Adamo ed Eva ed essi generano l’umanità. Benedice Abramo perché sia padre e da lui venga una moltitudine di credenti. C’era la benedizione dei campi e del popolo perché avessero una fecondità piena (Gn 1,22; Dt 33,13; 2Sam 6,11 ecc…). Alla benedizione compiuta con fede era legato il dono della Pace messianica, cioè di un’esistenza piena.
Questo gesto, compiuto sui defunti, spetta anche ai laici ed è una preghiera, un’invocazione del tutto legittima. In questi giorni, mentre celebriamo la loro memoria, in chiesa distribuiamo piccoli contenitori di acqua benedetta. Chi lo desidera li prenda e ne faccia uso per la benedizione del Signore sulle tombe dei propri cari.
don Gianni