Digiuno e astinenza hanno ancora un senso?
Inserito il 14 Febbraio 2016 alle ore 11:35 da Plinio BorghiDigiuno e astinenza hanno ancora un senso? Beh, per quanto riguarda il digiuno da cibo direi che è proprio di moda, anche se per cause di forza maggiore più che per scelta: tra chi non arriva a fine mese per crisi varie, tra chi si sottopone a diete massacranti per abusi precedenti o questioni di salute, tra chi fa da sempre l’igienista o il vegano e chi si dedica ad imprese sportive particolarmente impegnative, direi che la pratica è piuttosto diffusa. Certo, ci sono anche quelli che s’abbuffano ad ogni piè sospinto, incuranti della salute, agevolati da un discreto benessere economico e incentivati dai mass media che dedicano ampio spazio alla cucina; se poi ci aggiungiamo le sagre e i banchetti etnici, nonché l’Expo di Milano, il quadretto è completo. In tale contesto, perde di significato spirituale anche l’astinenza, concetto già allargato dalle carni ad ogni cibo pregiato. Allora come possiamo valorizzare questo tempo di Quaresima per rafforzare lo spirito in vista del centro della nostra fede, che è la Pasqua? Chiaro che l’ottica va spostata verso altri aspetti dei quali la nostra società occidentale e moderna è ghiotta: cinema, tv e spettacolo in genere; automobili, elettrodomestici e congegni elettronici sofisticati e in continuo aggiornamento; abbigliamento costoso e superfluo, nonché evasioni turistiche di vario genere; bere, fumare e vizi vari, sempre nocivi. Tanto per citarne alcuni, taluni dei quali irrinunciabili anche da parte di chi non ha nemmeno i soldi per mangiare. Vogliamo misurarci con noi stessi? Vogliamo concretamente, senza ostentazioni, come ci suggeriva Gesù stesso nel vangelo del mercoledì delle ceneri, dimostrare che teniamo alla Risurrezione? Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: un clic e ci asteniamo dall’oggetto di maggior interesse. Un doppio clic e ci mettiamo a digiuno per un po’, arricchendo il nostro spirito di altre attenzioni più proficue, magari una buona lettura. Torniamo alle origini. Affidiamoci allo Spirito Santo. è lo Spirito che, dopo essere sceso sul Salvatore nel Giordano, lo guida nel deserto per digiunare e non solo dal cibo. “Non di solo pane vive l’uomo”, dirà al diavolo tentatore, il quale insisterà su questioni di possesso, di potere, di esibizionismo, tutte cose che tormentano anche noi, altrimenti non rincorreremmo con ansia beni fasulli. Gesù, è ovvio, non cade, ma ci dice ancora una volta che fa bene liberarci ogni tanto di orpelli ingombranti e offuscanti.