Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Essere prodighi…

Inserito il 6 Marzo 2016 alle ore 12:08 da Plinio Borghi

Essere prodighi, tutto sommato, potrebbe costituire anche una dote, se la nostra prodigalità fosse frutto di una mirata messa in circolazione delle nostre risorse; che possono essere di natura economica, ma anche professionale, culturale, morale e via dicendo. Se il giovane ricco avesse accolto l’invito di Gesù a vendere tutto ciò che aveva e a darlo ai poveri, per poi mettersi alla sua sequela, sarebbe passato sicuramente per prodigo. Invece la “qualifica” è toccata al protagonista della parabola di oggi. Così il figliol di cotanto padre è diventato emblema dello sperpero, inquinando quel po’ di buono che l’esser prodigo poteva rappresentare. E finché butti ai pesci del tuo, passi, ne pagherai le conseguenze; ma quando diventi oltremodo generoso con i beni altrui la musica cambia, perché a pagare siamo noi. Qui il tema diventa di estrema attualità e abbraccia tutti i settori della vita sociale, con particolare evidenza a quello della cosa pubblica, dal quale ci deriva un ampio florilegio di atteggiamenti, che vanno dal non fare il proprio dovere fino agli alti livelli di corruzione. In mezzo ci stanno i timbratori di cartellino altrui, gli assenteisti cronici, tutti gli evasori fiscali piccoli e grandi, i millantatori, gli amministratori incapaci, quelli capaci ma allegri e di una fantasia creativa inesauribile, i politici e via dicendo. Purtroppo il vizio s’insinua non poco anche nel sindacato, laddove si svende la pelle dei lavoratori, e nel volontariato, quando si approfitta di tutto quel che passa per trarne un più o meno consistente tornaconto. La parabola in argomento intanto ha assunto il nome del “Padre misericordioso”. Probabilmente si è voluto mettere in risalto quello che per noi è l’atteggiamento più inatteso e problematico, come riammettere all’eredità chi l’ha già scialacquata, e siamo più somiglianti al fratello maggiore, che non riesce a digerire l’entusiasmo del genitore. Malgrado tutto, otterremo noi altrettanta misericordia? Sì, è vero, la Misericordia di Dio è infinita e il Giubileo in corso lo sottolinea, ma c’è alla base la voglia di alzarsi (come ha fatto quel figlio ingrato) e cambiare decisamente rotta? È fondamentale. Nel racconto non risulta che il padre parta alla ricerca del figlio, però gli corre incontro non appena lo vede tornare. Infatti, nel salmo responsoriale si recita: “Il Signore è vicino a chi lo cerca”. C’è sempre da riflettere sulla qualità del nostro pentimento.

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