Tanta pancia ma poco cervello
Inserito il 20 Luglio 2016 alle ore 18:22 da Don Gianni AntoniazziLa scorsa settimana a Fermo c’è stato l’omicidio di un nigeriano. Tutti hanno condannato senza appello l’italiano, autore del gesto. Pare adesso che i fatti siano andati diversamente
La morte del nigeriano Emmanuel, l’immigrato richiedente asilo, ucciso da un ultrà a Fermo, ha sollevato l’indignazione generale. Sono giunti diversi testi con la preghiera di pubblicarli su “lettera aperta”. Esprimevano la ferma condanna dell’italiano e parole di esaltazione per il nigeriano.
In effetti da principio la vicenda era stata diffusa con toni commoventi. Emmanuel e la moglie Chiniary dopo tragiche peripezie erano giunti in Italia, ma l’arrivo in questa terra ha segnato la fine delle loro speranze. Un 39enne di Fermo, Amedeo Mancini, avrebbe insultato la donna chiamandola “scimmia africana”. Il marito sarebbe intervenuto e l’italiano avrebbe ucciso Emmanuel a pugni e calci, colpendolo anche con un cartello stradale. Indignazione generale e condanna unanime del web per la nostra barbarie.
In seguito però le indagini hanno cambiato questa ricostruzione fatta dalla moglie. Sei testimoni oculari smentiscono le parole della vedova. Il famoso “cartello stradale” sarebbe stato preso e usato dal nigeriano non dall’italiano. Amedeo Mancini, l’ultrà con precedenti violenti, sarebbe stato pestato per diversi minuti, anche dalla moglie di Emmanuel. Forse ci sarebbero altri nigeriani nella scena… Alla fine Amedeo Mancini avrebbe reagito, ma con un solo colpo, purtroppo ben assestato e mortale. Tutto va detto col condizionale perché nulla viene ancora confermato dalle autorità competenti.
Prima di pubblicare testi di sdegno o solidarietà, prima di accusare gli uni o gli altri, aspettiamo l’esito delle indagini che accerteranno i fatti e le responsabilità di ciascuno. Il resto appartiene alla pancia di Internet che, nel fare commenti, si lascia condurre da paure, precomprensioni e sentimenti più che dal ragionamento e dai fatti.
don Gianni