Ricominciamo da tre
Inserito il 9 Gennaio 2022 alle ore 10:02 da Plinio BorghiRicominciamo da tre. No, tranquilli, non ho alcuna intenzione di riesumare il già troppo supercitato Massimo Troisi e il suo film del 1981. Solo che la botta mi è venuta per associazione d’idee quando, in questa fase di chiusura delle festività natalizie, sono andato a leggermi l’antifona al Magnificat del giorno dell’Epifania: Tribus miracolis. Essa si rifà ai tre miracoli che la liturgia accomuna nella manifestazione di Gesù, nel suo rivelarsi per quello che è. Pur essendo i fatti ben a distanza di tempo fra loro, costituiscono un tutt’uno nella loro funzione di sostanziare la presenza fra noi del Messia, la cui venuta abbiamo appena celebrato. Ne abbiamo parlato ancora, ma non è male ricordare il principio generale che “il venire a conoscenza dei fatti” riveste la stessa importanza dei fatti stessi: la loro ignoranza equivale a come se non fossero mai accaduti. Perciò l’Epifania va celebrata alla pari del Natale: i Magi rappresentano il mondo che cerca il Salvatore e lo trova grazie alla stella che li guida fino a Betlemme. E questo è il primo miracolo. Il secondo lo stiamo celebrando oggi: il Battesimo di Gesù nel Giordano. I cieli si aprono di nuovo e la voce del Padre, accompagnata dalla “corporea” discesa dello Spirito Santo sotto forma di colomba, lo proclama suo Figlio e se ne compiace. È una doppia rivelazione: la realtà della Trinità e il progetto di salvezza già in atto. Son passati trent’anni nel nascondimento, ne potevano passare benissimo altrettanti, ma ora i tempi erano maturi. Più tardi, alle nozze di Cana, ci pensa Maria a innescare “anzitempo” il terzo miracolo, avanzando al Maestro una richiesta che non poteva rifiutarle: la trasformazione dell’acqua in vino (e pure buono!). “Donna, non è ancora giunta la mia ora”, le aveva appena risposto il Figlio. Lei lo dribbla rivolgendosi direttamente ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Oltre al miracolo, siamo al varo di due strumenti di fede ineludibili e imperituri: saremo salvi solo mettendo in pratica quanto il Redentore è venuto a dirci e il ruolo d’interceditrice della Madonna. Perché Gesù ha ceduto se non era la sua ora? Non lasciamoci fuorviare dall’idea che fosse tutta una manfrina, quasi un gioco delle parti, ma non cerchiamo nemmeno di capire: è un mistero, che il Santo Rosario comprende fra quelli della Luce, nel quale si completa il processo della manifestazione. Dopo non sarà più come prima. A noi spetta il compito di prenderne atto e di viverlo.