La corruzione…
Inserito il 6 Luglio 2014 alle ore 12:29 da Plinio BorghiLa corruzione, di primo acchito, mi dà la sensazione di qualcosa che si logora, si sfalda, marcisce; non solo in senso materiale, come un corpo ormai in decomposizione, ma anche morale, culturale, spirituale. Quante volte abbiamo sentito censori inveire contro la corruzione dei costumi, il disfacimento dell’integrità morale, il degrado del livello culturale e così via? E Gesù stesso non apostrofa i farisei e gli scribi con l’epiteto di “sepolcri imbiancati”, così intendendo che, al di là delle apparenze, erano marci dentro? Pensieri che mi assillano particolarmente in questi giorni, mentre sto seguendo l’evolversi dei fatti legati agli scandali dell’Expo di Milano prima e del “Mose” a Venezia poi, ma in particolare quest’ultimo, perché mi tocca più da vicino, perché coinvolge persone più note (parecchi di loro li conosco sin dai tempi in cui si sono affacciati alla politica) e perché si è infiltrato prepotentemente nelle istituzioni pubbliche. A prescindere da chi alla fine sarà giudicato più o meno colpevole, resta la sostanza dei fatti: la decadenza di ogni valore sociale, morale e umano, la percezione che tutto e chiunque si possa comprare. Ciò pesa ancor più in un momento in cui al popolo vengono chiesti sacrifici per salvare il salvabile, mentre chi lo rappresenta e lo dovrebbe tutelare non solo sperpera, non solo se la spassa alla grande col frutto dell’inganno, ma si ingegna pure per affinare gli strumenti che gli permettano da un lato di sfuggire e dall’altro di allungare i tempi di funzionamento del meccanismo perverso, innescando giri di appalti e ammanigliamenti vari. E noi continuiamo a pagare due volte: per le tangenti e per i lavori che non finiscono mai, con la speranza che almeno li facciano bene, cosa di cui dubito (il mancato affiancamento del tunnel al Mose e la tardiva richiesta in merito la dice tutta). Se questo e il risultato nel diventare grandi e sapienti, bene ha fatto Gesù a ringraziare il Padre, Signore del cielo e della terra, perché ha nascosto loro la lieta novella e l’ha rivelata ai piccoli, come ci ricorda il vangelo di oggi. Purtroppo sono anche duemila anni che San Paolo continua a proclamare invano che non siamo sotto il dominio della carne, ma dello Spirito. Gesù conclude, per chi lo segue, che il suo giogo è dolce e il suo peso leggero. Mi auguro che quello dei corrotti sarà ben amaro e pesante e intanto elevo con i nostri padri latini il perenne lamento: “O mores, o tempora!” (che costumi, che tempi!).