Perché a 47 anni si lascia questa vita?
Inserito il 20 Novembre 2011 alle ore 07:53 da Don Gianni AntoniazziLunedì scorso al funerale di Pierpaolo Favaretto il celebrante ha meditato sulla consacrazione di vita, scelta da Pierpaolo con la moglie. Nel pomeriggio una persona sorprendente, incontrata durante la benedizione delle famiglie, mi chiedeva risposte più chiare sul senso della morte di un uomo a 47 anni, con moglie e 4 figli. Scrivo la mia opinione.
Ho perso il padre, e alcuni giovani amici. Non ho mai puntato il dito contro Dio. A mio parere il male viene dall’uomo che usa male i talenti. Spendiamo soldi in stupidaggini e trascuriamo la sostanza. Per esempio: un calciatore di serie A costa quanto la ricerca sui tumori in Italia per un anno intero.
Troppe intelligenze e troppe energie sono impiegate per far divertire (videogiochi) e troppo poco per far guarire. Non solo: l’uomo ha contaminato il suo ambiente. E ne porta le conseguenze anche quando si dimentica dei propri crimini (Chernobyl farà male per secoli). Noi siamo l’esito di soprusi, violenze, carestie, ingiustizie da secoli. Scelte nostre, non di Dio. Semmai Lui rispetta la libertà dell’uomo, e paga le conseguenze con la croce del Figlio. Quando qualcuno soffre, accanto c’è il Crocifisso. Questo il mio parere.
E ancora: che senso ha la morte di un giovane? E di un padre che lascia 4 figli? Se la morte è la fine, tutto perde valore. E infatti: perché distinguere fra bene e male, lottare e soffrire, se poi ogni sforzo finisce nel mare indistinto del nulla?
L’uomo invece sa di confidare sulla vita di Dio oltre questa esistenza. E di questo sono certo quanto della realtà intorno a me. E sarà una gioia piena, anche se non so come descriverla.
don Gianni
E’ anche vero che Dio ha destinato un tempo ben preciso per compiere attraverso di noi un suo progetto, tempo che Egli soltanto conosce. Quando pensiamo che una morte sia eccessivamente prematura, sicuramente il progetto era concluso (anche in natura il ciclo della vita è differenziato ma ben definito) e probabilmente includeva anche la prova da parte nostra, la famiglia dell’interessato in primis. Purtroppo ci accorgiamo di questo solo alla morte del giusto…