Delusioni: tarpano le ali o fanno crescere?
Inserito il 22 Luglio 2012 alle ore 07:46 da Don Gianni AntoniazziNon ci sono solo fallimenti economici. Le esperienze più gravi sono le delusioni che vengono dal rapporto con chi doveva aiutarci.
È inevitabile: la vita di ciascuno è cadenzata da fastidiose delusioni. Mosè, per esempio, ne subì in gran numero.
Deluso dalla famiglia che l’abbandonò nelle acque del Nilo, concluse la sua giovinezza con un fallimento bruciante, allontanato dalla corte del Faraone.
Fu così provato dalle difficoltà da scegliere il lavoro solitario del pastore. Era balbuziente e per parlare coi potenti aveva bisogno della mediazione di Aronne: immaginiamo la sfiducia nelle proprie capacità. Più volte il popolo, liberato dalla schiavitù, lo contestò e si oppose al Dio che lui annunciava come salvatore: ricordiamo il voltafaccia del Sinai, di Massa e Meriba, le incessanti proteste.
Chiamato a condurre Israele nella Terra Promessa patì in questo caso l’ultima sua delusione: egli stesso non vi poté entrare ma la vide solo da lontano.
Eppure, al posto di protestare e chiudersi in una rabbia furiosa, profittò di queste esperienze per capire la propria fragilità ed affidarsi completamente al volere misterioso del suo Dio.
Così vale per ciascuno. C’è una delusione per se stessi, per la propria famiglia e comunità, per la politica e il lavoro, per lo sport e le amicizie. Riconosciamo che nulla ci soddisfa fino in fondo e ogni esperienza non restituisce quello che promette. Quando sopravviene lo scacco, allora ci troviamo in quello stato di attesa e di vigilanza che fu di Mosè per 40 anni.
Egli lasciò che la delusione, il dolore, la rabbia venissero a galla; non mascherò questi stati d’animo e non cercò vuote autogiustificazioni. Intuì che nella sua vita c’era il vuoto e lasciò che Dio lo riempisse di sé. E la delusione fu per lui una grande crescita.
don Gianni Antoniazzi