Quando le vacanze s-finiscono
Inserito il 16 Giugno 2013 alle ore 08:00 da Don Gianni AntoniazziSempre più le vacanze corrispondono alle necessità dell’azienda più che alle esigenze personali. Tuttavia, complice il calendario scolastico, il tempo dell’estate rimane per eccellenza di ferie e riposo.
La vacanza, abitudine ignota ai contadini di un tempo, sembra un imperativo della società contemporanea.
C’è un’industria importante legata al turismo e alcuni fanno anche debiti per le ferie. Di per sé “vacanza” viene dal latino vacans, cioè: essere sgombro, libero, senza occupazioni, ma per molti è un’esperienza angosciante verso posti esotici o località che conservano comunque gli stessi difetti della città.
In questo modo superficialità, inquietudini, fatiche e tormenti non trovano risposte, con l’esito di tornare alla propria abitazione più stanchi di prima.
La vacanza diventa sensata quando invece si riscopre la propria umanità, si evita la superficialità e si dona tempo allo spirito.
Enzo Bianchi scriveva: «non si tratta di consacrare la vacanza a straordinarie imprese di solidarietà e altruismo, ma di apprendere l’arte di una solidarietà quotidiana, attenta al “prossimo” che ci sta accanto».
La vacanza è l’arte di creare spazi vuoti dentro sé ove i fratelli possano trovare dimora ed abitare. È la capacità di nutrire lo spirito di bellezza perché il dono agli altri sia più ricco e maturo.
don Gianni