Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Credere nella resurrezione…

Inserito il 10 Novembre 2013 alle ore 12:24 da Plinio Borghi

Credere nella resurrezione non è cosa facile, anzi, penso sia uno degli ostacoli maggiori da superare anche per uno che si accosta con una certa apertura alla verità che noi proclamiamo, figuriamoci per un miscredente! Tuttavia anche i materialisti confidano in una continuità oltre la vita terrena, sostenendo che ognuno di noi ha innescato un cambiamento in questo mondo e continuerà a riciclarsi, magari attraverso le opere che ha prodotto. Di converso, tutte le religioni e le filosofie hanno sempre rifiutato l’idea che un uomo possa esaurire con la morte la sua esistenza, tanto  che si va dalla prefigurazione di una sorta di energia che continui la nostra presenza nel cosmo alla reincarnazione ciclica, in meglio o in peggio a seconda del nostro comportamento, fino a ipotizzare una forma di “illuminazione” che ti stabilizza nel nirvana. Nessuno ha però mai osato tanto da ipotizzare una vita eterna e addirittura il ricongiungimento del corpo all’anima. Con l’aggiunta, spiazzante, di offrire in anteprima la “prova” di tutto ciò mediante l’incarnazione, la morte e la resurrezione dello stesso Figlio di Dio. Diciamocelo francamente: quanti tra di noi stessi hanno un’idea chiara di tutto ciò? Non parlo di comprensione, perché sempre di misteri si tratta, bensì di condivisione corretta dei fondamentali della nostra fede. Se ne sentono tante sul Paradiso, sul Purgatorio e sull’Inferno, proprio da chi dice di crederci davvero, che viene il dubbio di assomigliare proprio a quei sadducei che il vangelo di oggi ci descrive, i quali, non credenti nella resurrezione, provocano Gesù con la domanda: chi ha avuto più mogli o mariti, con chi si ricongiungerà nell’aldilà? Mistificante, ma noi non siamo da meno se non usciamo dai nostri schemi e non ci proiettiamo in una realtà in cui saremo completi e appagati della conoscenza di quel Padre che, sottolinea San Paolo, è fedele a noi anche se noi non lo siamo a Lui. Impariamo dai sette fratelli descritti dal libro dei Maccabei, che hanno preferito la morte, convinti della resurrezione, piuttosto che rinunciare alla fede. Gesù stesso conclude: “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. Abbiamo bisogno di altre controprove per avere le idee un po’ più chiare?

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