Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Siamo esterrefatti…

Inserito il 23 Febbraio 2014 alle ore 12:29 da Plinio Borghi

Siamo esterrefatti di fronte all’escalation della sopraffazione e della criminalità, per la quantità dei casi e la loro modalità. La gratuità di certi gesti efferati non ha motivazioni, nemmeno le più turpi e becere. La nostra razionalità può concepire assalti in grande stile per rastrellare il caveau di una banca o gli arredi preziosi di una villa, ma un massacro barbaro e truculento per quattro spiccioli, una letale aggressione per un po’ di sesso, una devastante spedizione punitiva per gelosia o per eliminare barboni e stranieri scomodi, un femminicidio solo come affermazione della propria pseudo superiorità, un bullismo sempre più pesante anche fra ragazzine, le adolescenti che spacciano o si vendono per droga, i bambini che si pestano per un cellulare, ecc., ecc., è troppo anche per una fervida e distorta immaginazione. Qualcuno potrebbe obiettare che fatti del genere sono sempre esistiti e che è solo il livello di informazione ad essere cresciuto. Non è vero. È vero invece che un tempo solo in certi ambiti e da certe categorie di persone ci si poteva aspettare fenomeni analoghi, ma la gran parte della gente comune viveva con discreta tranquillità, frutto di una società moralmente strutturata e basata su principi generali scontati, non necessariamente legati a fattori religiosi. La deriva ha origine proprio dal progressivo sgretolamento di questi principi, magari a causa di un’evoluzione distorta di cultura e benessere. E qui torna a fagiolo la buona novella di duemila anni fa, sempre viva e attuale anche in questa nostra realtà. È un messaggio che invita a porgere l’altra guancia, a lasciare anche il mantello a chi ti ruba la tunica, ad amare anche il proprio nemico. Dice: “Ma ad essere remissivi ci si rimette sempre!”. No, la nostra cultura cristiana è nata da stuoli di martiri, Cristo in testa, e i grandi trasformatori sono sempre stati i pazienti, come Buddha, e i non violenti, come Gandhi. San Paolo oggi ci dice che noi siamo tempio di Dio e che se ci distruggiamo eliminiamo anche Lui, per cui “Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”. È impellente lavorare sulla nostra presunzione e sul nostro egocentrismo, se vogliamo aspirare ad una società normale.

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