La sensazione di benessere…
Inserito il 16 Marzo 2014 alle ore 13:24 da Plinio BorghiLa sensazione di benessere è un obiettivo a cui tutti in qualche modo tendiamo, anche se ci dobbiamo accontentare di brevi momenti legati o alle azioni giornaliere che soddisfano i nostri sensi o a quei periodi nei quali riusciamo a staccare la spina in modo mirato. Nemmeno le ferie sono più sufficienti, visto che spesso sono caratterizzate da super attivismo, fatica, ansia e stress. Figurarsi i problemi che ogni giorno ci assillano sempre più! Spesso siamo noi stessi a crearceli, altrimenti ci pensano altri e le crisi conseguenti hanno effetti a valanga: uscirne è sempre più difficile. Altra insidia che toglie prospettiva è l’abitudine, che porta alla noia. E la cronaca ci bombarda con i casi più disparati, da chi si diletta a compiere reati o ricorre allo stordimento a chi si abbandona alla droga o trova nel suicidio l’unica via di fuga. Ne consegue che anche il benessere va costruito superando i palliativi che la vita ci propone e va perseguito con la certezza che talune aspettative si riverberano nel nostro quotidiano, fornendoci anche quaggiù delle anticipazioni. Proprio Gesù oggi, attraverso la sua trasfigurazione (il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce), ci proietta in quello che sarà l’assetto definitivo e gli effetti temporali emergono proprio dai tre apostoli, ai quali aveva riservato questa intima confidenza, che vivono una sensazione di benessere straordinaria: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne..”. La tentazione di trasformare subito in qualcosa di più prolungato quel momento è emblematica e confermativa che solo da quella direzione arriva qualcosa di solido. La voce del Padre che ancora una volta si fa sentire ne è la prova: ascoltare il Figlio è la chiave che ci solleva dalle nostre angustie e ci proietta verso un benessere irreversibile. La resurrezione ne è la garanzia certificata e in questo periodo ci predisponiamo ancora a viverla fino in fondo, proprio con la rinuncia a qualcuna di quelle cose effimere e poco durature. Mi torna alla mente la risposta che fornì il Santo Curato d’Ars a chi gli chiedeva cosa provasse poi a passare tutte quelle ore davanti al tabernacolo: “Io lo guardo e Lui mi parla”. Vogliamo provare a vedere se è vero? Poi ce la racconteremo se raggiungiamo quella sensazione di benessere che abbiamo tanto cercato altrove.